Nuoto
ESCLUSIVA | Nuoto, la promessa dell’australiano Gregorio Paltrinieri: “Maturo per Rio”
Il mese di allenamento in Australia, la positività nascosta di Sun Yang, gli imminenti Mondiali in vasca corta a Doha, quelli in lunga a Kazan e le Olimpiadi di Rio 2016, il momento clou di una carriera. Gregorio Paltrinieri si racconta a tutto tondo, partendo dalla sveglia all’alba (se non prima) nella terra dei canguri fino a una frase che suona molto di promessa a se stesso e a tutti gli appassionati: “Ora mi sento maturo per i sacrifici olimpici“. Impossibile non fidarsi del bicampione europeo.
Gregorio Paltrinieri, sei di ritorno dall’Australia. Commenti sull’esperienza, da solo e lontano da casa?
“E’ stata una bellissima esperienza, veramente. L’Australia è splendida e merita di essere visitata almeno una volta. Mi sono trovato benissimo e tutti si sono dimostrati super disponibili e carini con me“.
Allenamenti al mattino presto, con sveglia alle 4.30. Un vantaggio o troppa stanchezza?
“Questione di abitudine. In Australia le persone sono impostate a fare tutto molto presto. Si cena presto e si va a dormire presto. Devo dire che a me piace molto allenarmi la mattina, e mi sono trovato molto bene riuscendo anche a ritagliarmi un po’ di tempo per fare il turista“.
Su cosa hai lavorato, nello specifico?
“Ho lavorato molto sulla tecnica, ci siamo concentrati molto sui lavori specifici per braccia e gambe. Loro sono dei veri e propri ‘insegnanti’ di nuoto in questo senso”.
Craig Jackson e Stefano Morini, allenatori diversi o con qualche tratto in comune? È stato importante l’arrivo del Moro per una decina di giorni?
“Sicuramente sono diversi, ma questa di Melbourne è stata un’ottima occasione per confrontarsi e sono sicuro che si sono trovati d’accordo su molti aspetti. L’arrivo del Moro è stato importante, mi ha fatto piacere averlo con me perché è sempre bello sentirsi sostenuti nelle proprie scelte, e mantenere la giusta continuità nel lavoro“.
Come si vive il nuoto dall’altra parte del mondo?
“Si vive bene, in Australia si punta molto sul crescere nuotatori facendo lavori di qualità più che di quantità. Il loro perfezionismo nel gesto tecnico mi ha molto sorpreso, però credo che questo approccio incida anche sul vivere il nuoto in maniera un po’ più serena, senza l’ansia del risultato subito e comunque“.
Ora Doha: sensazioni e previsioni?
“Voglio sfruttare l’occasione di Doha come un test per provare alcune cose sulle quali stiamo lavorando. Mi interessa principalmente mettere delle basi solide per il proseguo della stagione. Perciò andrò li per fare del mio meglio, ma senza l’angoscia del risultato“.
Poi via con la vasca lunga: obiettivo Kazan. Sfida reale a Sun Yang o è ancora superiore, nonostante le ultime vicende?
“Sulla carta è ancora davanti, però dopo le ultime notizie che sono uscite sul suo conto, riguardo alla squalifica per doping, magari non sarà del tutto sereno e forse potrebbe avere un calo di prestazioni. Anche se conoscendo il tipo ne dubito”.
Rio 2016 sarà l’apice di un primo grande ciclo. A che punto ti senti di essere arrivato, a novembre 2014?
“Alcuni passi importanti li ho fatti in quest’ultimo anno. Di strada ce n’è ancora tanta da fare e non mi illudo, so che sarà difficilissimo arrivare ad un risultato che rappresenterebbe il coronamento di un sogno. Ma mi sento abbastanza maturo per poter fare dei sacrifici e per lavorare quanto sarà necessario per riuscire ad ottenerlo. I prossimi tre anni saranno senza dubbio decisivi e i più importanti per me, e spero veramente di riuscire a dare il massimo esprimendomi al 200%“.
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francesco.caligaris@olimpiazzurra.com
Twitter: @FCaligaris
Foto da: Ufficio stampa Arena (credit Pentaphoto)