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Doping: la BBC accusa Rupp e lo staff di Farah

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Dopo la televisione tedesca e quella francese, anche la BBC ha deciso di lanciarsi nell’ambito dei documentari sul doping, nel tentativo di rivelare informazioni scottanti circa l’uso di pratiche vietate nel mondo dello sport agonistico. Al centro del ciclone, questa volta, si trova il Nike Oregon Project, preso di mira dal documentario “Catch Me If You Can“, trasmesso quest’oggi dall’emittente britannica.

Il Nike Oregon Project è in effetti il centro di Portland dove, agli ordini del tecnico Alberto Salazar, si allenano atleti del calibro del britannico Mo Farah (dal 2011) e dello statunitense Galen Rupp: i due si classificarono rispettivamente primo e secondo sui 10.000 metri alle Olimpiadi di Londra 2012. Il documentario si basa su una serie di testimonianze che non tirano direttamente in ballo Farah, ma che accusano pesantemente Rupp ed i metodi dell’allenatore Salazar. Secondo gli elementi raccolti, in particolare grazie alla collaborazione di un personaggio chiave, Steve Magness, ex collaboratore dello stesso Salazar, Rupp avrebbe assunto testosterone sin dall’età di sedici anni, il tutto sotto il controllo dell’ex mezzofondista di origine cubana. Pesanti anche le accuse mosse da Kara Goucher, medagliata di bronzo mondiale sui 10.000 nel 2007 ed ex atleta di Salazar.

Inutile dire che i diretti interessati hanno negato i fatti, ma le rivelazioni della BBC non possono che gettare ombre sull’incredibile ed inattesa prestazione di Rupp a Londra 2012, e, seppur in modo indiretto, sulle tante vittorie di Farah. Tra gli altri atleti del Nike Oregon Project figurano anche Matthew Centrowitz, altro statunitense due volte medagliato mondiale sui 1500 metri (2011 e 2013), e Shannon Rowbury, anche lei già sul podio iridato nella stessa distanza (2009).

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Immagine: IAAF

giulio.chinappi@oasport.it

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