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Volley, World League – L’Italia gioca alla pari, ma vince la Serbia. Rientrano Zaytsev e Bira

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L’Italia fa ben sperare per un set, gioca alla pari per larghi tratti con la formazione tipo della Serbia ma il risultato finale è amaro. Gli slavi sconfiggono la nostra Nazionale per 3-1 (22-25; 25-23; 26-24; 25-23) davanti ai 6400 spettatori dell’Adriatic Arena di Pesaro, nella gara1 del secondo weekend della World League 2015 di volley maschile.

Arriva così il primo ko stagionale per gli azzurri, ancora con tanti volti nuovi e con sestetto “sperimentale”, dopo le due belle vittorie in Australia. Un primo test che ha già dato delle risposte al nostro gruppo: lo stato di forma è giustamente ancora in fase di crescita, ci sono ancora molte cose da rivedere, ma la strada intrapresa sembra essere quella corretta anche sotto il profilo caratteriale. Un buon gioco, qualche errore, ma prestazione convincente nel complesso.

Domenica sera si replica al PalaDozza di Bologna, con la speranza di agguantare un successo importante in ottica Final Six, ormai a un passo (in contemporanea il Brasile ha sconfitto l’Australia per 3-1).

 

Mauro Berruto rivede nuovamente il sestetto rispetto alle due sfide in Australia. Confermatissimo capitan Dragan Travica in cabina di regia che va in diagonale con Luca Vettori; al centro la grande novità di Stefano Mengozzi in coppia con il titolare Simone Anzani; di banda ci affidiamo al talento di Filippo Lanza supportato da Luigi Randazzo; sempre Massimo Colaci il libero.

La Serbia ci ha messo in difficoltà con i suoi uomini più rappresentativi: potenza di Atanasijevic, grande prestazione sottorete di Podrascanin (non affiancato da Stanokovic) e di un tonicissimo Lisinac.

Ivan Zaytsev si è alzato dalla panchina sul finire del quarto set, quando sembrava tutto finito. Lo Zar, nonostante delle condizioni fisiche ancora non al top. Anche Emanuele Birarelli ha dato speranze a tutto il gruppo giocando nel momento topico, proprio mentre l’Italia provava il massimo sforzo per trascinare l’incontro al tie-break.

Buona l’intesa tra Travica e Luca Vettori (top scorer con 14 punti, ma Giulio Sabbi gioca titolare il quarto parziale), Filippo Lanza ne piazza ben 11, Randazzo fatica per tutto l’incontro e viene infatti sostituito da Antonov. Il quarto set vede infatti al via una formazione rivoluzionata (Birarelli e Antonov titolari).

 

Nel primo set l’Italia parte bene e vola sull’8-4. La Serbia ricuce grazie a Podrascanin e Lisinac, portandosi in parità poi sul 15-15. Atanasijevic inizia a martellare, Randazzo esce ed entra Massaro. Sale in cattedra Vettori: il suo servizio, sorretto poi da Randazzo fa volare l’Italia sul 23-21 e ci pensa un ace di Gigi a chiudere.

L’Italia sogna anche nel secondo parziale. Avvio equilibrato poi Vettori e Randazzo, sfruttando la fase offensiva e un ottimo servizio, volano 14-11. Atanasijevic tiene i suoi a contatto, Grbic fa entrare Kovacevic, Lanza commette due errori importanti. La Serbia va sul 21-20, poi un errore di Vettori e il servizio out di Massari consegnano il pareggio alla Serbia.

Mengozzi si esalta in avvio di terzo set: 3 muri su Kovacevic, Lisinac e Atanasijevic per il 4-2. Lanza e Vettori calano d’intensità, Kovacevic prende in mano la Serbia e sembra averne di più. C’è partita fino al 18-18 (ace di Travica), entra Sabbi al posto di Vettori e gli slavi volano sul 24-21. Gli azzurri annullano tre set-point grazie a un buon Anzani: 24-24, ma poi due punti consecutivi dei nostri avversari ci mettono spalle al muro.

L’Italia inizia il quarto set con un sestetto rivoluzionato. Birarelli, Sabbi e Antonov titolari. La Serbia è travolgente e, sotto 10-7, Berruto gioca la carta Giannelli. Andiamo sotto 12-7 e qui si tenta il tutto per tutto: Ivan Zaytsev entra in campo contro ogni pronostico! Scossa dello Zar, due attacchi consecutivi, il gruppo ne risente positivamente: 16-18 grazie a un muro di Anzani e a un ace di Birarelli. Zaytsev stringe i denti anche in ricezione, poi Giannelli gli serve una gran palla per il 17-19. Punto a punto, l’Italia ci crede fino al 22-23 poi un errore al servizio di Lanza chiude tutti i discorsi.

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