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Tuffi, Mondiali Kazan 2015: l’Europa attacca la Cina nelle gare maschili

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A differenza di quanto scritto ieri riguardo alle gare femminili, recentemente nei tuffi la Cina ha sempre mancato l’en plein proprio a causa di qualche oro perso con gli uomini. Coefficienti sempre più elevati e preparazione dell’atleta come se fosse una macchina: i maestri asiatici rimangono più costanti, ma nella gara secca molti rivali possono sognare il colpaccio. E tra questi, oltre a Messico e Usa, c’è tantissima Europa. Gli imminenti Mondiali di Kazan sono quasi impronosticabili, ma una cosa è certa: sarà uno show.

1 metro – Argomento spinoso. Perché la disciplina, che non è olimpica, non si è mai disputata alle World Series. E pure ai recenti Giochi Panamericani le gare hanno seguito il programma a Cinque Cerchi. Gli unici test di livello, dunque, rimangono quelli degli Europei di Rostock. Vinti da Matthieu Rosset, il fenomeno francese che nel giugno 2015 ha vissuto il mese più bello della sua vita con la doppietta continentale dal trampolino. Non è in pole position per l’oro, ma è senza dubbio tra i candidati alle medaglie. Perché è in super forma e i 470 punti di inizio mese ai Campionati Nazionali di Rennes sono un chiaro segnale ai rivali. Da temere ovviamente i cinesi, che schierano He Chao e l’esordiente Xie Siyi, tutto da scoprire, e anche l’ucraino Illya Kvasha, metrista sopraffino che ha sì fallito a Rostock (quarto per un errore) ma che deve difendere l’argento di Barcellona 2013. Questa rimane comunque la sua gara preferita, in cui più volte ha superato i 450 punti. E per il podio attenzione anche al britannico Jack Laugher, che dopo una primavera da urlo non ha partecipato agli Europei. Pure lui dal metro ha alti coefficienti e sa come farsi valere a patto di disputare la gara. Dagli Usa può far paura Kristian Ipsen, per i russi padroni di casa c’è lo specialista Evgenii Novoselov medagliato agli Europei. Infine l’Italia: per Giovanni Tocci e Andrea Chiarabini, rispettivamente quinto e undicesimo a Rostock, l’obiettivo è la finale. Raggiungerla non sarà semplice, ma entrambi in stagione sono stati capaci di volare ben oltre i 400 punti (leggi qui e qui). Una volta tra i migliori dodici può accadere di tutto.

3 metri – Largo allo spettacolo, quello vero, con almeno una decina di potenziali vincitori. Eccoli in ordine sparso: He Chao e Cao Yuan (Cina), Patrick Hausding (Germania), Jack Laugher (Gran Bretagna), Ilya Zakharov ed Evgenii Kuznetsov (Russia), Rommel Pacheco e Yahel Castillo (Messico), Matthieu Rosset (Francia) e Illya Kvasha (Ucraina). Più le solite possibili sorprese, che non mancano mai quando la posta in palio è gigante e la tensione può tirare brutti scherzi anche ai favoriti. Lo sa bene per esempio Zakharov, campione olimpico eliminato in semifinale due anni fa. La Cina ha cambiato: He Chong, quattro ori mondiali e il titolo della specialità a Pechino 2008, non fa più parte della squadra. Il fuoriclasse asiatico paga i risultati delle due selezioni e, comunque, già alle World Series aveva dimostrato di non essere più quello del passato. Hausding in stagione è sembrato il più regolare, mancando però il podio a Rostock dove la stanchezza ha forse prevalso sulle ambizioni tedesche. Laugher ha vinto tre tappe delle World Series e potenzialmente sembra davanti a tutti, i messicani hanno esperienza, Rosset è carico dall’oro europeo, i russi perdono sempre qualcosa negli avvitamenti e Kvasha come talento puro è dietro a pochi. Sarà anche e soprattutto una sfida di nervi: chi la spunterà? Purtroppo l’Italia difficilmente sarà protagonista di una gara che si preannuncia memorabile. Michele Benedetti e Tommaso Rinaldi hanno tuttavia le qualità per superare l’eliminatoria (due anni fa la soglia fu di 380 punti), poi raggiungere la finale – e dunque il pass olimpico – sarebbe quasi come vincere una medaglia.

10 metri – Anche la gara regina promette scintille. C’è però forse meno equilibrio, almeno sulla carta, perché Yang Jian e Qiu Bo sembrano un gradino sopra la concorrenza. Il 20enne cinese detiene il record di punti in una gara e pure il primato con un singolo tuffo, il quadruplo e mezzo avanti carpiato (coefficiente 4.1) con cui chiude la propria serie, Bo deve difendere i due titoli conquistati a Shanghai e Barcellona. In entrambe le occasioni l’asiatico batté lo statunitense David Boudia, che nel frattempo si portò però a casa l’oro olimpico, e il tedesco Sascha Klein, quest’anno non al top della forma per via di parecchi guai muscolari. Spazio allora al britannico Thomas Daley, rinsavito dalla cura Jane Figueiredo, al russo Victor Minibaev, al messicano Ivan Garcia e, perché no, al tedesco Martin Wolfram. Campione a sorpresa della piattaforma europea, se dovesse ripetere i 575 punti di Rostock sarebbe in lotta con i migliori. Ancora meno speranze per Francesco Dell’Uomo e Maicol Verzotto: la finale pare lontana, ma gli azzurri devono provare almeno a confermarsi sui 420 punti degli Assoluti di Bergamo.

3 metri sincro – Medaglie e pass olimpici: gli stimoli sono doppi. La Cina, dopo aver provato varie coppie nel corso della stagione, schiera Qin Kai e Cao Yuan: forse il top di cui dispone. La Russia dominatrice d’Europa da cinque stagioni pare subito dietro: se a livello individuale Ilya Zakharov ed Evgenii Kuznetsov a volte perdono qualcosa, la loro sincronia è invece quasi perfetta ed è molto probabile l’inserimento del doppio e mezzo avanti con tre avvitamenti da coefficiente 3.9. I messicani Rommel Pacheco e Jahir Ocampo dovrebbero contendere ai tedeschi Patrick Hausding e Sascha Klein il bronzo (con coefficienti più alti), in ottica podio possono rientrare pure Ucraina, Gran Bretagna, Usa e Canada. L’Italia ha di recente mischiato le sue carte: Andrea Chiarabini e Giovanni Tocci, coppia nuova ma già iper assortita, salteranno al posto di Tommaso Rinaldi e Michele Benedetti quinti agli Europei. Ripetendo i 420 punti di Bergamo – ma la pressione sarà totalmente diversa – gli azzurri possono essere lieti outsider.

10 metri sincro – I tedeschi Patrick Hausding e Sascha Klein proveranno a difendere il titolo conquistato due anni fa, ma la missione è tosta. Da otto anni al vertice del Vecchio Continente, il bis iridato non è semplice come ripetersi agli Europei. C’è infatti la solita Cina (Lin Yue-Chen Aisen) che può rovinare i piani, mentre il Messico rischia di pagare a caro prezzo il recente infortunio occorso a German Sanchez. Con Ivan Garcia forma una coppia di primissima fascia, con in programma quadruplo e mezzo ritornato (dd 4.1) e doppio e mezzo avanti con tre avvitamenti (3.9), ma non ha partecipato ai Giochi Panamericani A Toronto con Garcia ha infatti saltato Jonathan Ruvalcaba e i due non sono andati oltre quota 381 punti. Sanchez avrà recuperato? Spazio dunque a possibili sorprese: si possono infilare Usa (David Boudia e Steele Johnson hanno ben figurato alle World Series), Cuba (José Guerra e Jeinkler Aguirre, i più costanti in stagione dietro a Cina, Germania e il “vecchio” Messico) o Russia, sempre temibile per il fattore casalingo. Anche qui poche chance per l’Italia, che come obiettivo ha quello di ripetere il settimo posto di Barcellona 2013. Per Francesco Dell’Uomo e Maicol Verzotto sarebbe un risultato straordinario.

 

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