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Nuoto, Europei vasca corta Netanya 2015: Italia, che finale! Rivolta, Di Pietro e l’oro in staffetta

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L’Italia c’è, eccome se c’è. Raccoglie più del previsto, ovvero tre medaglie, sfiora il podio in altre due occasioni e sale a quota sei nel bottino degli Europei di nuoto in vasca corta a Netanya (Israele). La quarta gemma è la più attesa, anche se non arriva il metallo più pregiato solo perché l’ungherese Laszlo Cseh è un fuoriclasse, soprattutto a livello mentale, di quelli che nascono raramente nello sport. Matteo Rivolta, nei 100 farfalla, parte a razzo per spaccare il mondo dopo il doppio primato nazionale di ieri, vira a 22”99 ma si arrende in volata: l’oro è magiaro (49”33), il lombardo si prende comunque un bellissimo argento (49”70), punto di partenza per il futuro. Terzo il russo Nikita Konovalov (50”28), tempo che aumenta il rammarico di Piero Codia (quinto, 50”48) che ieri in semifinale aveva nuotato nove centesimi più veloce.

La seconda medaglia odierna, quinta nel complesso, è ‘inattesa‘ tanto quanto il bronzo di Simone Sabbioni ieri nei 200 dorso. Ed è ancora un terzo posto, firmato da Silvia Di Pietro nei 50 farfalla dopo una grande semifinale con tanto di record italiano di 25”22. La romana, classe 1993, nell’atto conclusivo si peggiora di quattro centesimi, ma vale per lei lo stesso discorso di Rivolta: c’è un momento in cui il cronometro può essere lasciato da parte, e quel momento è quando c’è da vincere una medaglia. Se poi arriva di fianco a due fuoriclasse del delfino olimpico come la svedese Sarah Sjostroem (24”58, record dei campionati) e la danese Jeanette Ottesen (25”04), la gioia è – se possibile – addirittura doppia.

Ma è il tris a regalare alla spedizione azzurra la prima vittoria di questi Europei. La 4×50 mista mista è medaglia d’oro in 1’38”33 (CR) davanti a Russia (1’38”36) e Bielorussia (1’39”03). Il gruppo un anno fa si laureò bronzo iridato a Doha e, quindi, squadra che vince non si cambia. Gli artefici sono i soliti: Simone Sabbioni (23”50), Fabio Scozzoli (25”99), ancora Silvia Di Pietro che non sente la fatica sulle ali dell’entusiasmo per il bronzo di pochi minuti prima (25”24) ed Erika Ferraioli (23”60). Risuona l’inno di Mameli in Israele.

Promosse a pieni voti Diletta Carli e Martina Rita Caramignoli negli 800 stile libero in cui, con tre rivali nettamente superiori, il quarto e il quinto posto finale con doppio primato personale valgono comunque un grande applauso. La toscana tocca in 8’17”92, la laziale in 8’18”06. Il podio – Jazmin Carlin (Gran Bretagna, 8’11”01), Boglarka Kapas (Ungheria, 8’11”43) e Sharon Van Rouwendaal (Olanda, 8’15”84) – è per ora fantascienza per l’Italia.

Nei 200 stile libero l’eterno Filippo Magnini sfiora la medaglia, nuotando virtualmente sul podio fino ai 150 metri. Ma il sogno di confermare a 33 anni il bronzo del 2013 e di chiudere un bellissimo cerchio iniziato addirittura a Trieste nel 2005, con l’oro europeo proprio nei 200 sl in vasca corta, sfugge nelle ultime bracciate: quinto posto in 1’43”60 e cinque soli centesimi – oltre che il russo Viacheslav Andrusenko – a dividerlo dal belga Glenn Surgeloose. Il successo va al tedesco Paul Biedermann, un’altra leggenda del nuoto internazionale, al suo settimo oro nella manifestazione in 1’42”68. Ambizioni olimpiche rilanciate per il Polpo? Secondo è un altro belga, Pieter Timmers, in 1’42”85.

Convince anche la velocità femminile declinata al crawl. Nei 100 stile libero in cui l’olimpionica olandese Ranomi Kromowidjojo vuole tornare a vincere l’oro (miglior tempo, 51”39), accedono alla finale di domani anche Erika Ferraioli (quinta in 52”65, il 52”58 di Massarosa sembra prossimo a cadere) e Federica Pellegrini, sesta con il nuovo personal best di 52”69. E’ una veneta in forma, in crescita e motivata soprattutto per i 200 stile libero, che su Twitter scherza così.

 

Venerdì ritroveremo anche Simone Sabbioni, che potrebbe diventare uno degli uomini copertina di questi Europei. Dopo il bronzo inatteso nei 200 dorso, il romagnolo centra la finale nei 100 con il suo primato personale, 50”83, rompendo per la prima volta in carriera il muro dei 51”. Eliminato Niccolò Bonacchi (15esimo in 51”62). Il polacco Radoslaw Kawecki sembra imbattibile (50”11), il russo Stanislav Donets è più esperto, ma la sensazione è che Sabbioni possa giocarsi il podio con il britannico Christoph Walker-Hebborn e l’altro russo Nikita Konovalov.

Stamattina abbiamo scritto che Marco Koch aveva ipotecato l’oro nei 200 rana e, difatti, l’oro arriva con tanto di record dei campionati, 2’00”53, a un soffio – anche qui cinque centesimi – dal primato mondiale di Daniel Gyurta dell’agosto 2014. L’ungherese è secondo, ma staccato, in 2’01”99, mentre il britannico Andrew Willis completa il podio in 2’02”76.

Infine, proprio l’Ungheria vola sempre di più verso la conquista del medagliere. Il merito, oltre che di Cseh, è ovviamente della Iron Lady Katinka Hosszu, prima nei 100 dorso con il nuovo record della manifestazione di 55”42 sulla polacca Alicja Tchorz (57”17) e sull’islandese Eyglo Osk Gustafsdottir (57”42) e davanti a tutte anche nella semifinale dei 100 misti (57”49, ancora CR). Ma c’è anche la firma di David Verraszto nella tripletta magiara di oggi: 400 misti da 4’02”43 per battere il britannico Roberto Pavoni (4’20”69) e l’israeliano Gal Nevo (4’04”68).

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: LaPresse/Gian Mattia D’Alberto/ricevuta da ufficio stampa Arena Italia

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