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Storia delle Olimpiadi: Galliano Rossini, il precursore della grande scuola italiana del tiro a volo

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Poche nazioni al mondo possono vantare una tradizione olimpica nel tiro a volo superiore a quella italiana. In particolare nella fossa olimpica (trap), la specialità-guida di questo sport che fece la sua apparizione ai Giochi già nella seconda edizione di Parigi 1900, l’Italia è il Paese più titolato del medagliere storico a cinque cerchi.

Il primo oro in assoluto conquistato da un azzurro nel tiro a volo olimpico ha la firma di Galliano “Liano” Rossini, nato nel 1927 a Torrette di Ancona, l’antica frazione rurale e marinara affacciata sul golfo della città marchigiana che, con il traumatico sviluppo edilizio inaugurato negli anni Sessanta del Novecento, si è trasformata in un quartiere periferico e distaccato dal nucleo principale di Ancona.

Il 1° dicembre 1956, a Melbourne, Liano Rossini vinceva la medaglia d’oro nel trap con il punteggio di 195 su 200. Un eccellente punteggio, impreziosito dal 50/50 in finale: impossibile per il polacco Smelczynski reggere il suo ritmo. La trionfale spedizione australiana era la sua seconda partecipazione alle Olimpiadi, che lo videro per ben cinque volte consecutive in pedana: ad Helsinki 1952 (settimo posto) contribuì alla prima partecipazione nella storia della squadra italiana al tiro a volo olimpico, a Roma ottenne la medaglia d’argento, a Tokio fu quarto e a Città del Messico concluse la sua carriera a cinque cerchi con un tredicesimo posto.

Ma al di là del suo indubbio magistero sportivo, Liano Rossini è stato un personaggio sui generis, oltre che la prima pietra su cui è stata via via edificata la scuola italiana del tiro a volo, un modello di vita e di correttezza decoubertiniana. Un piccolo aneddoto per far capire meglio chi fosse veramente Liano Rossini: prima della finale di Melbourne, da buon armaiolo gentiluomo, riparò all’avversario polacco che lo affiancava a pari merito in testa alla classifica il fucile, inopinatamente rottosi. Egli è stato colui che ha candidamente affermato “È più facile prendere una medaglia olimpica che vincere una grande gara nazionale con alcune centinaia di partecipanti” o, ancora, il Maestro citato a più riprese da Johnny Pellielo “l’immortale” in quanto suo modello virtuoso dentro e fuori i campi di tiro a volo.

Nel 1993 è stato intitolato a Rossini il palazzetto dello sport di Ancona. Dubitiamo fortemente abbiano scelto a caso…

 

Storia delle Olimpiadi, prima puntata: Dorando Pietri
Storia delle Olimpiadi, seconda puntata: Ondina Valla
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Storia delle Olimpiadi, quarta puntata: Pietro Mennea
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Storia delle Olimpiadi, sesta puntata: il massacro di Monaco 1972
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Storia delle Olimpiadi, tredicesima puntata: l’oro maledetto dell’Italvolley
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Foto: FITAV

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