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Calcio, qualificazioni Mondiali 2018: Italia-Spagna è come un salto nel vuoto

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Da una parte l’Italia reduce dal cambio di ct dopo un Europeo che, seppur senza risultato, ha quanto meno sortito l’effetto benevolo di riavvicinare il popolo alla Nazionale. Adesso toccherà a Giampiero Ventura continuare il lavoro di Antonio Conte e, con il 3-5-2 come base e Graziano Pellè sempre al centro dell’attacco, la strada per il futuro sembra segnata. Dall’altra la Spagna il cui ciclo Vicente Del Bosque (successo nel Mondiale 2010 e nell’Europeo 2012 dopo il titolo di quattro anni prima con Luis Aragones) è bruscamente terminato con l’eliminazione al primo turno del torneo iridato 2014 e il ko agli ottavi di finale (proprio contro l’Italia) dell’ultima rassegna continentale. Ora sulla panchina della Roja c’è Julen Lopetegui, che deve rilanciare il gruppo soprattutto a livello di motivazioni.

La sfida di domani sera allo Juventus Stadium (20.45, Rai Uno) non sarà però solamente la rivincita del match dello scorso 28 giugno. E neanche un test utile per capire chi, tra Ventura e Lopetegui, è più avanti nel proprio lavoro. No: in palio ci saranno tre punti fondamentali per il girone G delle qualificazioni ai Mondiali 2018, poiché solo la prima classificata volerà direttamente in Russia. La seconda, sperando di non essere la peggiore dei nove gruppi, dovrà invece passare attraverso gli spareggi con sorteggio casuale e le insidie in gare a eliminazione diretta di 180 minuti sono sempre numerose.

Ecco perché né l’Italia né la Spagna possono permettersi di sottovalutare il confronto diretto di domani sera. Dopo 22 anni di magra, gli azzurri hanno finalmente battuto le Furie Rosse agli Europei francesi: merito di una prestazione di mostruosa intensità agonistica risolta dai gol di Giorgio Chiellini e Graziano Pellè ma anche dalle parate decisive di Gianluigi Buffon, provvidenziale soprattutto a metà ripresa quando il forcing iberico ha raggiunto i suoi picchi più alti. E’ cambiato molto da quel pomeriggio di Parigi, ma le carte in gioco saranno bene o male le stesse: la tattica dell’Italia (che però con Ventura, a differenza di Conte, tende a conservare di più il possesso palla) e le invenzioni della Spagna, che punta sui piedi vellutati di Andres Iniesta e David Silva per far male con un attaccante che a Torino ha lasciato grandi ricordi, ovvero Alvaro Morata.

Anche se non l’ha voluto dire, Giampiero Ventura sa che dallo Stadium passerà gran parte del suo futuro sulla panchina della Nazionale. Mister Libidine non spacca il pubblico come Conte e non motiva le sue squadre come il pugliese, ma di calcio ne capisce, è innegabile. Al momento Italia-Spagna rimane per lo più un salto nel vuoto: troppe le variabili che possono rendersi decisive con così poco lavoro alle spalle. Speriamo solo di cadere in piedi.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Twitter Uefa Euro 2016

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