Atletica
Dolce amaro agli Europei: Ejjafini minimo, Collio out
Un pomeriggio tra luce ed ombra per l’atletica italiana agli europei in corso a Helsinki (Finlandia). Molto bene nei 400m, maschili e femminili, in cui siamo riusciti a portare due alfieri in finale (Libania Grenot e Marco Vistalli); discrete le ragazze nei 5000m; delusione Simone Collio che, in una gara tutta particolare, fa partenza falsa nella finale dei 100m.
Nel giro di pista la panterita si risolleva leggermente dalla batteria di ieri (53.09) causa, a suo dire, del primo giorno di mestruazioni e vince la sua semifinale abbassando di un secondo il tempo (52.02). Una corsa non perfetta, ancora a strappi ma sicuramente con un pò più di potenza sui rettilinei e maggior precisione in curva. Non si può di certo ritenere soddisfatta perchè è ancora nettamente sotto al suo livello (50.92) ottenuto dopo i mesi passati negli Stati Uniti ma, viste le avversarie, può certamente ambire a una medaglia (forse anche d’oro). Dovrà tenere d’occhio l’ucraina Zenlyak, la russa Zadorina (51.35 oggi) e la svedese Hjelner (51.40). Maria Enrica Spacca, ripescata per il rotto della cuffia, delude nuovamente e arriva ultima del suo gruppo con un mediocre 53.02.
Nella stessa disciplina, Marco Vistalli dimostra ancora di essere molto migliorato e di poter competere con i migliori della specialità. Vince la sua semifinale sfruttando un’ottima partenza e una bella corsa fatta di agilità con un bel rettilineo finale, in cui tira fuori tutte le energie rimaste riuscendo a superare l’ostico Buck (squalificato ieri per invasione di corsia, riammesso dopo aver fatto ricorso). 46.01 (niente di eccezionale) il suo tempo ma quanto basta per entrare tra i primi otto e poter dire la sua. Accanto al 24enne non ci sarà il giovane Lorenzo Valentini (classe 1991) che chiuderà sesto in 46.96 (lontano anche dal suo personale di 46.49): buone le sue qualità ma ancora un pò acerbo per il palcoscenico internazionale.
Nel mezzofondo discreta prova di Nadia Ejjafini che è in grado di fare registrare il suo personal best (15:16.54, sesta) con una gara accorta, senza strappi e ben organizzata sapendo che non poteva compere al massimo con le big (tra le poche che c’erano vittoria alla Golovkina in 15:11.70 in volata su Kovalenko a 33 centesimi e Moreira a 35 centesimi). La notizia più importante, però, è che l’italo-marocchina porta a casa il minimo olimpico: la spedizione per Londra dovrà stringersi e fare spazio anche alla piemontese d’adozione che cercherà il pass anche nei 10000 (deve limare 14 centesimi). Male le altre azzurre con Elena Romagnolo nona (15:24.38) e la solita prestazione deludente di Silvia Weissteiner (quindicesima in 15:39.23).
Nei 100m una delle gare più strane della storia. Al “pronti” il lituano Sakalauskas alza correttamente il tronco sul blocco di partenza ma allo sparo, al posto di lanciarsi in corsa, si abbassa e non parte. La partenza sarebbe da considerarsi valida; invece il giudice annulla tutto e fa ripartire la competizione, ammonendo il baltico. Al secondo start il dramma per l’Italia: Simone Collio (che al primo tentativo era partito davvero bene) è deconcentrato da tutta la situazione, scatta in anticipo e viene squalificato. Peccato che anche in quell’occasione il lituano si fosse ancora leggermente mosso. Viene dato il terzo via finalmente buono ma con quel pazzo che fa qualche metro salvo poi ritirarsi. Il favorito Lemaitre esce male dai blocchi, poi va via di spinta, rientra sul connazionale Vicaut e si conferma campione d’Europa con 11.09 (la sensazione è che finalmente sia vicino a ridiscendere sotto i 10”).
Tanta delusione per il milanese che poteva fare davvero bene e, con i suoi tempi, sarebbe arrivato tranquillamente quarto. Deve consolarsi con l’oro, sempre nei 100m, della sua compagna Ivet Lalova: la bulgara fa registrare un non eccezionale 11.28 e deve lottare fino all’ultimo con la coriacea Povh (11.32) per avere la meglio.
Nella finale del salto femminile donne livello molto scarso vista l’assenza di Vlasic, Chicerova e Di Martino e con la spagnola Beitia che va al successo con lo scarso 1.97, stessa misura della norvegese Angelsen ma con un errore in meno. Sul gradino più basso del podio sale la russa Gordeyeva che salta a 1.92: è la misura che Alessia Trost supera ormai agevolmente da un anno…Peccato che stia facendo gli esami di maturità, altrimenti la friulana classe ’93 avrebbe detto la sua.
Nel decathlon, la prova più massacrante del circuito, successo del tedesco Behrenbruch con 8558 punti (migliore prestazione europea stagionale) nettamente al di sotto dei fantastici 9039 di Eaton, nuovo record mondiale fatto registrare settimana scorsa ai Trials americani. Nel lungo femminile gara chiusa con atlete molte vicine: a spuntarla la francese Lesueru.