Atletica

Europei, 4×100 da incubo; bene i 110hs

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Una disfatta per la 4×100 maschile. Lacrime e delusione per i quattro ragazzi che devono abdicare il loro eccellente argento di due anni fa. Se a Barcellona tutto era funzionato alla perfezione, nella batteria di stamane gli azzurri sbagliano proprio il cambio più collaudato, quello tra Simone Collio ed Emanuele Di Gregorio: il milanese e il trapanese entrano in corsa dopo la frazione di Fabio Cerutti che aveva iniziato benissimo. Il primatista italiano prende il testimone con tranquillità, ma dopo i suoi 9”50 lanciati accade il patatrac: la distanza tra i due veterani sembra quella giusta, le mani allungate nel modo corretto, ma il testimone vola inspiegalmente fuori dalla pista. Gara finita per il quartetto italiano che era accreditato di grandi tempi e che in molti pronosticavano proprio come quella più idonea per provare il colpaccio. La migliore è stata la Gran Bretagna nell’altra batteria (38.98) che ingaggerà uno stretto testa a testa in finale con la Francia (39.01 con Lemaitre); da tenere d’occhio anche l’Olanda di Martina.

Niente da fare anche per la staffetta femminile presentatasi in pista, però, non di certo con l’obiettivo di salire sul podio. Il quartetto giovane (22 anni di media) corre sui propri limiti, confermando, con il 43.90 realizzato sulla pista dello stadio di Helsinki, il crono di 43.92 fatto segnare a Ginevra il 2 giugno. Gloria Hooper (eccezionale ieri nei 200 metri, col quarto miglior tempo di sempre in Italia e con ampissimi margini di miglioramento), Audrey Alloh, Martina Amidei e Ilenia Draisci si esprimono bene, i cambi sono anche abbastanza fluidi, ma purtroppo non basta per l’accesso alla finale europea. Le azzurre sono quinte nella loro semifinale (vittoria alla Germania in 43.03; nell’altra, l’Ucraina vola in 42.70), e decime nella graduatoria combinata.

 

Nei 110 ostacoli, però, l’atletica italiana si risveglia alla grande e porta i due ragazzi iscritti in semifinale. Nessun problema per Emanuele Abate, una delle grosse speranze di medaglia. Il ligure non parte benissimo, sembra contratto per metà corsa, poi molla un po’ nel finale e senza fare niente di eccezionale passa il turno con 13.61 (0.7 di vento contrario e un gran freddo che non favorisce le prestazioni), terzo dietro al greco Douvalidis (13.57) e all’olandese Sedoc (13.59). Per accedere tra i migliori otto servirà sicuramente qualcosa in più che è assolutamente allo portata del 27enne, in grande spolvero quest’anno e capace di un bel campio di ritmo. Avanti anche Paolo Dal Molin che deve fare i conti con addirittura un vento di -2.0: una brutta corsa la sua, fatta di grande potenza ma con i soliti errori al salto che lo portano a centrare la metà degli ostacoli frenandoli bruscamente (terzo posto in 13.68 dietro a Darien e Scherman). Tutti, però, dovranno fare i conti con lo stile perfetto e l’agilità del russo Sergey Shubenkov: finisce rialzato, ma in un probante 13.28, con il vento (+1.1) che ha ripreso a soffiare alle spalle degli atleti. Domani i turni decisivi.

 

Sorrisi per Claudio Michel Stecchi, uno dei nostri giovani portati a Helsinki per fare esperienza. Il 21enne salta con l’asta un eccellente 5.55 (suo primato outdoor), misura saltata solo da altri due atleti tra cui il favoritissimo Lavillennie. Domani la finale in cui il fiorentino cercherà di farsi spazio tra i big continentali della disciplina. Eliminato, invece, senza riuscire nemmeno a saltare il mediocre 5.10 Marco Boni che sbaglia clamorsamente l’ingresso. A farne le spese anche l’atteso france Mesnil e lo svedese Jeng.

Bene Abdellah Aidane nei 1500. Il ragazzo d’origine marocchina arriva sesto in batteria e passa in finale con un discreto 3:41.61 in una volata con sette atleti in sette decimi. Nel lancio del disco, in finale accede Tamara Apostolico con 56.95 mentre viene eliminata Laura Bordignon con 55.11.

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