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Ciclismo

Il ritorno del Pelli

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Quante volte, ad un amante o praticante di ciclismo, è stato chiesto: ma chi te lo fa fare? Da oggi la mia risposta sarà questa. Una storia vera, accaduta ieri, in Valsugana.

C’era una volta un ragazzo, che si avviava verso la seconda parte di carriera. Dopo un ottimo Giro d’Italia, a cui seguì la Maglia a Pois del Tour, sempre nello stesso anno, fu fermato per doping. O meglio per valori anomali nel passaporto biologico. Il ragazzo si è opposto, non ci poteva credere. Non ci voleva credere. Fu assolto dal tribunale nazionale antidoping, che quando ha a che fare con i ciclisti non usa di certo le maniere buone.

La scelta, però, non seguiva le idee politiche dei piani alti. Sembrava una clamorosa sconfitta per il nuovo sistema di controllo, minato alla base dopo pochi mesi di vita. Sta di fatto che quel ragazzo subì una squalifica di due anni, scontata per intero.

Al termine dello stop è tornato a gareggiare, è ripartito dal basso, in una squadra Professional, che non gli consentiva di disputare tutte le corse più importanti.

Nei due anni, però, non è rimasto fermo. Ha trovato nella sua bicicletta la forza per andare avanti, spingere sempre una pedalata in più, perchè quando sarebbe rientrato voleva spaccare il mondo. E l’ha fatto.

A meno di due mesi dal rientro alle corse si è imposto al Campionato Italiano. Nel prossimo anno Franco Pellizotti indosserà la maglia tricolore, simbolo del primato nazionale. Nella gara di ieri ogni pedalata era frutto della grinta che durante gli ultimi due anni è rimasta sopita, lontana dalle competizioni, ma prontissima a risvegliarsi alla prima occasione.

Ha attaccato a due giri dal traguardo. Ci ha riprovato sull’ultima ascesa. Troppo forte rispetto agli avversari, ma sopratutto più cattivo, più motivato.

“Volere è potere”. Era difficile immaginare Franco a braccia alzate quest’oggi, tanti fattori sembravano andargli contro: dopo due anni di stop 260km sono tanti, specialmente senza il ritmo gara.

Spesso, però, queste considerazioni passano in secondo piano. C’è qualcosa che vale di più, molto di più. Il cuore. Dal mio piccolo vedo come ogni pedalata, ogni tornante, invece che togliermi energie me le moltiplica. La soddisfazione non va ricercata solo nella vittoria, ma nella stessa essenza del gesto che stiamo compiendo. Solo, con la sua bicicletta, Franco Pellizotti ha trovato la via per tornare grande. E ogni volta che qualcuno guarderà una gara con presente il Delfino di Bibione, ecco, quel qualcuno storcerà il naso vedendo la Maglia col Tricolore sulla sua schiena.

Bentornato Franco!

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