Atletica
Valeria Straneo: “Posso ancora migliorare il record italiano”
La vita può sempre cambiare all’improvviso, anche a 35 anni. Dopo una carriera dignitosa, ci si può riscoprire inaspettatamente campioni e proiettati di diritto verso le Olimpiadi di Londra 2012. E’ l’incredibile storia di Valeria Straneo, che tra poco più di un mese rappresenterà l’Italia nella maratona in terra britannica.
Nel 2010, a causa di una sferocitosi ereditaria che ne aveva provocato grossi problemi di salute e limitato fortemente l’attività agonistica, la nativa di Alessandria si sottopose ad un’intervento di asportazione della milza e di parte della colecisti. Da allora l’ingresso in una nuova dimensione. Valeria, infatti, ha cominciato ad abbattere i propri record personali di gara in gara, tanto da arrivare a far siglare il nuovo record italiano nella maratona di Rotterdam dello scorso 15 aprile: un 2h23’44” che lascia intravedere prospettive da prime dieci posizioni a Londra, se non qualcosa di più.
Tra passato e futuro, la rivelazione del podismo tricolore si è confidata a cuore aperto con Olimpiazzurra.
Nuovo record italiano nella maratona: te lo aspettavi?
“Pensavo di poter valere un tempo intorno alle 2H24′, quindi pressapoco ero vicina al precedente limite. Più che il record, tuttavia, inseguivo un tempo che fosse migliore delle altre atlete italiane, di modo da garantirmi la convocazione per le Olimpiadi di Londra“.
Pensi di poter ulteriormente limare il record siglato a Rotterdam?
“Se sto bene ed il clima ideale, credo di poterlo abbassare di un’altra trentina di secondi. A Londra, però, non si faranno grandi tempi, perché il percorso è poco scorrevole e si gareggerà il 5 agosto a mezzogiorno“.
Ti aspetti una gara tattica?
“Senza lepri, ci può anche stare. La verità, però, è che se le etiopi e le keniane si mettono a tirare sin da subito, possono stampare dei crono intorno alle 2h17′. Saranno indubbiamente le donne da battere“.
Con quali obiettivi ti presenterai in Gran Bretagna?
“Punto ad entrare tra le prime 10. L’Italia è una bella squadra con Rosaria Console ed Anna Incerti che, anche se più giovani, possiedono molta più esperienza internazionale di me. Il podio, però, credo sia quasi impossibile e sarà interamente monopolizzato dall’Africa. L’unico possibile inserimento nella corsa al vertice potrebbe essere quello della britannica Paula Radcliffe“.
A 36 anni, Londra 2012 sarà la tua prima Olimpiade… Ed anche l’ultima?
“Non saprei, di certo, finché le gambe vanno, io continuo. Diciamo che valuterò di stagione in stagione. Diciamo che a Rio de Janeiro avrei 40 anni ed a quell’età il fisico cambia molto e dovrò vedere che risposte mi darà. Però, sino ad ora, sono maturata con il passare del tempo, supportata nel migliore dei modi dalla mia famiglia che mi ha aiutata a stare tranquilla“.
Il risultati formidabili, tuttavia, non hanno attirato le simpatie delle tue compagne di nazionale, con le quali non coltivi di certo un rapporto idilliaco. Confermi?
“E’ vero, però con Rosaria Console, dopo aver parlato a quattrocchi, ho chiarito la situazione, mentre non ho avuto la stessa possibilità con Anna Incerti. Di certo io ho la coscienza pulita e non perderò sicuramente il sonno se qualcuno parlerà male di me. Da parte mia, invece, io rispetto chiunque“.
Come spieghi il salto di qualità compiuto a 35 anni e l’inizio di una nuova vita?
“Ora finalmente sto bene e posso allenarmi come si deve. Prima dell’operazione del 2010 avevo smesso per un anno, in seguito ho ripreso a correre perché per me rappresenta la passione più grande della mia vita. Inaspettatamente, mi rendevo conto di volare e di poter realizzare dei tempi interessanti. Ho cominciato a capire di poter diventare un’atleta di alto livello alla Roma-Ostia dello scorso anno, prima ero più scettica“.
Cosa significa preparare un’Olimpiade per una mamma con due bambini di 6 e 4 anni?
“Non è per niente facile, perché bisogna riuscire ad incastrare tutti gli impegni. Per fortuna che i nonni materni e paterni danno a me e mio marito una grossa mano sotto questo punto di vista“.
La maratona, sia al maschile che al femminile, da anni è terreno di conquista esclusivamente dell’Africa. Pensi che il podismo italiano sia destinato a scomparire ad alti livelli?
“Non è detto, perché ci sono alcune giovani interessanti come Alessia Epis, Martina Celi ed Elisa Stefani, senza dimenticare tra gli uomini Andrea Lalli e Daniele Meucci. Il segreto sta tutto nella voglia di sacrificarsi e continuare a migliorare le proprie prestazioni. Certo, gli atleti africani progrediscono annualmente e sarà sempre più difficile batterli“.