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Le Olimpiadi di Parigi 1900
La seconda edizione delle Olimpiadi si svolse a Parigi nel 1900 su desiderio del barone De Coubertin, il quale vinse le resistenze di Re Giorgio di Grecia che le avrebbe volute sempre in patria proprio come era avvenuto 4 anni prima.
28 furono le nazioni in gara, ben 13 in più rispetto all’evento del quadriennio precedente. Si gareggiò, inoltre, in 20 differenti sport, alcuni dei quali sono in seguito scomparsi dal programma a Cinque Cerchi dei Giochi Olimpici dopo una prima e fugace apparizione. Tra questi ricordiamo il cricket (in cui le uniche nazionali partecipanti furono Gran Bretagna e Francia, con i sudditi di Sua Maestà vincitori), il croquet, cui presero parte solo atleti di casa, e la pelota basca (dove la Spagna ottenne la sua prima medaglia d’oro olimpica nella storia).
Quella di Parigi fu anche la prima edizione in cui si assegnò il titolo nel calcio, con la Gran Bretagna che superò Francia e Belgio. Da segnalare anche la presenza di due discipline come golf e rugby che, dì lì a pochi anni, sarebbero uscite per quasi un secolo dal programma olimpico (vi rientreranno solo a Rio de Janeiro 2016).
Memorabile e tutt’ora imbattuta fu l’impresa dell’americano Alvin Kraenzlein, unico uomo nella storia ad aggiudicarsi 4 medaglie d’oro nell’atletica in una sola Olimpiade (110 hs, 200 hs, 60 metri e salto in lungo): è proprio questo il record che il giamaicano Usain Bolt inseguirà a Londra 2012.
I Giochi di Parigi furono anche i primi in cui prese parte e vinse una medaglia un atleta asiatico: si tratta dell’indiano Norman Pritchard che colse un argento nei 200 metri alle spalle dello statunitense Walter Tewksbury.
Dopo 90 anni anche il Lussemburgo ha saputo di aver vinto il suo primo oro a Cinque Cerchi in quella lontana edizione di inizio secolo. Michel Theato, infatti, trionfò nella maratona, ma per lungo tempo fu ritenuto francese, prima che nel 1990 lo storico Alain Bouillé ne scoprisse la cittadinanza lussemburghese. Quest’ultimo, che nella capitale francese lavorava come panettiere, fu accusato anche di aver tagliato il percorso della maratona, in quanto la sua maglia al traguardo non era sporca e sudata come quella degli altri concorrenti, nonostante la corsa si fosse svolta lungo strade malconce e polverose e sotto una temperatura di quasi 40 gradi: la verità su tali insinuazioni, tuttavia, non si saprà mai, anche se gli storici tendono ad escludere un’eventualità di questo genere.
Quella di Parigi 1900 fu anche l’Olimpiade ricordata per il caso dei cattolici americani che si rifiutarono di gareggiare la domenica, da sempre considerato il “Giorno del Signore”. Diversi atleti dei college statunitensi furono rassicurati dagli organizzatori francesi che le gare di atletica non si sarebbero svolte la domenica. Questi ultimi, tuttavia, non mantennero la parola data, fissando le finali proprio nella giornata in questione. La Federazione a stelle e strisce, a quel punto, lasciò liberi i propri atleti liberi di scegliere se gareggiare oppure no. Eclatante fu il caso del salto in lungo, dove Kraenzlin, cattolico praticante, decise di competere, vincendo il suo quarto oro della rassegna; l’americano, tuttavia, fu pesantemente agevolato dal rifiuto di partecipare alla gara del compagno di squadra Meyer Prinstein, il quale era il super favorito dopo aver fatto segnare solo qualche settimana prima il record nazionale. Quest’ultimo, che era ebreo (dunque avrebbe dovuto possedere delle rimostranze a gareggiare al sabato piuttosto che alla domenica), rimarrà talmente scosso da questo episodio da portare rancore nei confronti di Kraenzlin per tutta la vita.
Per quanto riguarda l’Italia, l’Unione Velocipedistica e quella della Ginnastica organizzarono delle spedizioni, mentre tutti gli altri atleti del Bel Paese parteciparono di propria spontanea iniziativa. 26, in totale, furono gli azzurri iscritti alle Olimpiadi. L’Italia vinse le sue prime 5 medaglie della sua storia, di cui 3 ori e 2 argenti. Il primo podio in assoluto di sempre fu conquistato dal conte Giangiorgio Trissino nella prova del lungo nell’equitazione, il quale seppe poi conquistare l’oro a pari merito con il francese Dominique Maximien Gardères nel salto in alto. Le altre medaglie italiche giunsero dal ciclismo (oro per Mario Ernesto Brusoni nella corsa a punti) e, neanche a dirlo, dalla scherma, che nei decenni seguenti si sarebbe rivelata la nostra più preziosa fucina di metalli preziosi (doppietta tricolore nella sciabola maestri con Antonio Conte davanti a Italo Santelli, con quest’ultimo che successivamente si trasferì a Budapest, fondando la scuola di sciabola ungherese che divenne la più importante al mondo).
Il medagliere, infine, fu vinto dalla Francia con ben 109 medaglie (28 ori, 43 argenti e 38 bronzi), davanti a Stati Uniti (48 medaglie, di cui 19 del metallo più pregiato) e Gran Bretagna (28 podi e 17 ori). L’Italia giunse settima e proprio da Parigi iniziò un’epopea di trionfi e vittorie che l’hanno portata attualmente ad occupare la quarta posizione complessiva nel medaglie olimpico di tutti i tempi (che comprende sia le edizioni estive che invernali) alle spalle di Usa, URSS e Germania, la terza considerando che l’Unione Sovietica non esiste più da un ventennio.
Il prossimo appuntamento di ‘Storia delle Olimpiadi’ sarà con Los Angeles 1904.
Federico Militello
Foto: areeweb.polito.it