Ciclismo
Tour de France, presentazione del percorso. Tanta crono, ma attenzione a sottovalutare le difficoltà
Il prossimo 30 giugno inizierà la novantanovesima edizione del Tour de France, la più importante corsa ciclistica internazionale. Ora andremo a vedere le caratteristiche principali del percorso che vedrà sfidarsi tutti i più forti ciclisti del mondo su un totale di 3479km.
La prima frazione si svolgerà a Liegi, località arcinota agli amanti delle due ruote. In quest’occasione ospiterà un crono-prologo di 6.4km che servirà solo a stabilire chi sarà la prima Maglia Gialla senza creare eccessivi distacchi tra i big. Anche la prima tappa in linea partirà da Liegi, per terminare, 198km dopo, a Seraing. Gli atleti affronteranno tre GPM di quarta categoria, di certo non invalicabili, prima del traguardo, che sarà posto sulla sommità di un’altra cote: 2,4km al 4,7% che potrebbero avvantaggiare gli scattisti, anche se non sarebbe utopia vedere qualche big in azione.
Nella seconda tappa, 207km da Visé a Tournai, chiamerà all’azione i velocisti che non si faranno sfuggire un’occasione così ghiotta. Il giorno dopo, però, si tornerà di nuovo a parlare di cotes e salitelle. Negli ultimi 20 chilometri della Orchies-Boulogne sur Mer ci saranno quattro gran premi della montagna, uno di terza e tre di quarta categoria, l’ultimo dei quali sarà in corrispondenza dello striscione d’arrivo: gli ultimi 700 metri avranno una pendenza media del 7,4%. La quarta tappa, da Abbeville a Rouen, si presenta come abbordabile per le ruote veloci, ma una piccola asperità ai -11 potrebbe mescolare le carte delle squadre interessate alla volata e non è detto che non possa sganciarsi un tentativo con presenti cacciatori di tappe alla ricerca dell’affermazione personale.
La quinta frazione condurrà, attraverso 196km quasi completamente piatti, il gruppo da Rouen a Saint Quentin. Occasione d’oro per gli sprinter che non vorranno lasciare spazio alle fughe. Lo stesso varrà anche per la sesta tappa, 207km da Épernay a Metz, nonostante una cote di quarta categoria a metà percorso.
Nella settima tappa si inizierà a fare sul serio e si potranno capire, quantomeno in maniera indicativa, le condizioni dei protagonisti. Il percorso da Tomblain a La Planche de belle Filles sarà il primo con un profilo davvero impegnativo. 199 km che culmineranno con la scalata finale, 5,9km all’8,5% di pendenza media. Una salita non lunghissima ma dalle pendenze non da sottovalutare.
Durante l’ottava frazione gli atleti dovranno affrontare sette gran premi della montagna. Detto così sembra che i corridori vadano verso un nuovo girone dell’Inferno dantesco, ma in realtà la tappa da Belfort a Porrentruy, non dovrebbe creare troppi sconvolgimenti in classifica, perchè nessuna asperità nei 157km in programma sembra abbastanza impegnativa per fare la differenza. Con l’ultima sommità posta a 16km dall’arrivo, non va esclusa la possibilità che arrivi una fuga numerosa, mentre i big potrebbero controllare.
La nona tappa è destinata, invece, a cambiare la classifica generale anche per le posizioni di testa. 41km di cronometro, da Arc et Senans a Besancon, che non vanno sottovalutati e potrebbero mettre pepe alle tappe successive. Dopo il giorno di riposo si riparte da Mâcon per arrivare a Bellegarde sur Valserine. Nei 194 km di percorso gli atleti dovranno affrontare tre scalate davvero impegnative, tra le quali spicca il Col du Grand Colombier, seconda ascesa di giornata. La seguirà dopo 23km il Col de Richemond, di terza categoria, la cui sommità sarà posta a 20km dal traguardo. I big potrebbero provare qualcosa ma l’ultima parte del percorso potrebbe favorire gli inseguitori.
L’undicesima frazione durerà solo 148km che però potrebbero rivelarsi decisivi. Dopo la partenza da Albertville, sede dei Giochi Olimpici Invernali del 1992, il plotone dovrà affrontare il Col de la Madeleine, Col de la Croix de Fer, il Col du Mollard e la salita finale a La Toussuire. Una tappa impegnativa con arrivo in salita che dovrebbe mettere l’uno contro l’altro i favoriti per la lotta alla Maglia Gialla. La dodicesima frazione guiderà la carovana da Saint Jean de Maurienne a Annonay Davezieux lungo un tracciato di 226km. Un profilo non facile, due GPM di 1ª categoria lontani dal tragurdo e uno di terza, dovrebbero tagliare fuori le ruote veloci, anche se non è da escludere l’esito positivo della fuga. LA 13esima tappa dovrebbe essere invece essere favorevole agli sprinter: il traguardo di Le Cap d’Agde arriva dopo 217km privi di reali difficoltà altimetriche.
La 14esima tappa, da Limoux a Foix, presenta due Gran Premi della Montagna di prima categoria, anche se la seconda sommità dista 40km dal tragurdo: è difficile che qualche big possa pensare di avvantaggiarsi da solo, ma non è da escludere che qualcuno già attardato possa pensare un’azione a sorpresa per cercare di rimontare posizioni. Non sarà così impegnativa la tappa successiva, da Samatan a Pau per un totale di 158km mossi ma senza salite vere.
Dopo il giorno di riposo si ricomincerà a salire, anche se la 16esima tappa non presenterà l’arrivo in quota. Dopo Aubisque, Tourmalet e Aspin i corridori affronteranno anche la salita del Col de Peyresourde, 9,5km al 6,7%. Dopo lo scollinamento gli atleti dovranno affrontare altri 16km di discesa prima dell’arrivo a Bagneres de Luchon. Con un po’ di coraggio e fantasia da parte dei protagonisti questa tappa potrebbe veramente lasciare il segno sull’economia finale di questo Tour.
L’arrivo in salita ci sarà per la 17esima frazione, che potrebbe recitare un ruolo importantissimo nel disegno della classifica finale. 5 GPM con arrivo in salita a Peyragudes, 143km dopo la partenza da Bagneres de Luchon. Anche la 18esima tappa si presenta come mossa e difficilmente ci saranno grossi distacchi tra i big. 222km da Blagnac a Brive La Gaillarde con 4 GPM e pochissima pianura.
La Bonneval-Chartier, una cronometro di 53km, deciderà la corsa prima della passerella finale verso i Campi Elisi del giorno dopo. Un crono piatta con delle leggere difficoltà nella parte finale e lunghi rettilinei in cui bisognerà creare e mantenere la velocità. Gli scalatori potrebbero perdere molto terreno e non si potrà essere sicuri di nulla fino alla fine. Come anticipato l’ultima tappa arriverà sui Campi Elisi a Parigi, 120km dopo la partenza da Rambouillet. Difficile, come nella miglior tradizione, immaginare un epilogo diverso dalla volata a ranghi compatti che ha caratterizzato questo arrivo negli ultimi anni.
In definitiva i chilometri a cronometro sono un centinaio, ma nonostante questo la corsa sembra aperta a più soluzioni nonostante i pochi arrivi in salita. Certo, gli scalatori dovranno fare uso della fantasia, ma non è detto che questo sia un male.
foto tratta da zimbio.com