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Alè, una medalla dorada tutta per te!

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Alessia è eccezionale. La Trost si fa notare a tutto il pianeta che spalanca gli occhi di fronte alla sua performance. La promessa più grande della nostra atletica vince un favoloso oro ai Mondiali Juniores conclusisi poco fa a Barcellona (Spagna).

 

La 19enne salta come sa fare lei, come ci ha abituati in questi anni in cui il suo talento cresceva lentamente e giorno dopo giorno si iniziavano a vedere i frutti di un lavoro intenso, quotidiano, puntiglioso, duro. Dopo essere scesa agli inferi per ben due volte quando, con i due tentativi falliti sia a 1.82 che a 1.88, si era ritrovata con le spalle al muro e l’acqua alla gola, la friulana risorge dalle proprie ceneri e conquista la gara. Un volo a 1.91 (alla seconda prova) con una rincorsa perfetta, stilisticamente pulita, senza forzare e senza grande potenza; uno stacco eccellente e una buona parte sopra l’asticella, proprio il suo punto debole in questi anni d’adolescenza. Un capitolo che si chiude definitivamente. E Alessia rischiava di aprirne immediatamente un altro, quello che si sarebbe intitolato “il sogno” e che l’avrebbe proiettata definitivamente tra le senior, nel mondo fatato di un giochino che tra due settimane catalizzerà il mondo: l’Olimpiade. Alla ragazza di Pordenone serviva 1.95, come le era stato richiesto

dalla Federazione dopo il forfait per infortunio di Antonietta Di Martino (la Trost ha comunque il minimo B, ma la politica della FIDAL è “molto” chiara in merito…). Ci prova. Con tutte le energie, con tutta la sua forza. Ci crede. Sbaglia di molto alla prima. Cresce alla seconda. Alla terza sale, sale, ridiscende…Sfiora l’asticella con le natiche, ma sembra rimanere ancorata agli appoggi. Alè, sta per arrivare alla stazione centrale di Londra, ma una dannata caviglia non tirata su prontamente le rovina tutto e le straccia il biglietto.

 

Facciamoci bastare questo titolo, voluto, cercato, il primo successo importante della carriera arrivato grazie alla testa e alla grande concentrazione di una (futura) campionessa. E che arriva dopo l’amarezza dell’argento ai giochi olimpici giovanili del 2010. C’è una curiosità. La grandissima Blanka Vlasic, a cui la Trost viene spesso paragonata sia per la stessa altezza (1.88) che per lo stile e la concentrazione in gara, vinse proprio il titolo iridato juniores nel 2000 e lo fece proprio con 1.91. I casi della vita.

Poi il resto è cronaca. L’allieva di Gianfranco Chessa si avvicina con questa misura al suo personale di 1.92 saltato a Gorizia il 19 maggio (miglior prestazione mondiale stagionale), batte la sua storica rivale Mariya Kushina oggi mai parsa in grado di fare qualcosa di buono (bronzo per lei con 1.88) e lascia dietro la classica outsider, la vera sconosciuta che non ti aspetti e di cui neanche se ne conosceva l’esistenza: Lissa Labiche, dalle lontane Seychelles che mai erano arrivate a questi livelli nello sport, sale fino a 1.88 senza errori, sogna quello che nemmeno lei forse credeva e poi si ritrova argento sul podio.

Tutta la spedizione azzurra era sugli spalti a tifare per l’azzurra punta di diamante di un gruppo ben assortito. Il medagliere italiano si arricchisce così del metallo più prezioso che va a fare il paio col bronzo di ieri dell’astista Roberta Bruni. Si poteva sperare di più, ma va bene così. Gli ultimi successi nella competizione risalivano all’edizione di Grosseto 2004 quando Andrew Howe balzò agli onori della cronaca con 8.11 nel salto in lungo e 20.28 nei 200m.

 

stefano.villa@olimpiazzurra.com

(foto cns libertas)

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