Calcio
Euro 2012, il pagellone finale: chapeau Spagna
Al termine di ogni grande appuntamento sportivo che si rispetti, sono d’obbligo le pagelle dei protagonisti. Euro 2012 ha sancito la Spagna per la seconda volta consecutiva sul tetto d’Europa, l’Italia nobile rivale e sempre presente quando conta, il Portogallo e la Germania eterni piazzati e la grandissima delusione dell’Olanda. Ecco, in rigoroso ordine alfabetico, i voti alle sedici squadre che hanno preso il via alla rassegna continentale in Polonia ed Ucraina.
Croazia, 6.5: in un girone sulla carta di ferro, che poi si è confermato praticamente impossibile da superare (con le prime due della manifestazione), Modric e compagni hanno dato l’anima e sono andati vicinissimi ad una clamorosa eliminazione della Spagna, che si sarebbe materializzata con lo 0-0 di Danzica nel terzo incontro. Jesus Navas ha spento le speranze croate, ma la vittoria sull’Irlanda ed il pareggio contro gli azzurri sono i punti da cui ripartire per il futuro. La rosa, comunque, è giovane e può aver trovato in Mario Mandzukic (classe 1986) un importante ariete per il futuro. Il Bayern Monaco, infatti, non potrà che giovargli.
Danimarca, 6: dopo l’esordio incredibile contro l’Olanda, vinto per 1-0, per i danesi la strada era comunque ancora tutta in salita, e le sconfitte (seppur di misura) contro Portogallo e Germania hanno sancito l’inferiorità di una selezione con poche idee sul piano del gioco e che vive molto sulle invenzioni di Eriksen (fuori forma) e sul peso offensivo di Bendnter. Certo è, però, che superare un girone del genere sarebbe stata un’impresa da dieci.
Francia, 6: dagli uomini di Blanc sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più. Perché, successo con l’Ucraina a parte, l’1-1 contro l’Inghilterra non ha affatto entusiasmato e le sconfitte contro Svezia e Spagna sono state frutto di poca concentrazione in campo e poco feeling fra i compagni. La rosa era attrezzatissima, specialmente dal centrocampo in su, ma la stella numero uno, Karim Benzema, ha toppato miseramente l’appuntamento. Unica (o quasi) nota positiva il gran lavoro di Cabaye in mezzo al campo.
Germania, 7.5: è vero, l’ennesimo k.o. contro l’Italia brucia ancora molto dalle parti di Berlino e Monaco, ma non si può dire che non sia stato un Europeo positivo per i tedeschi. Il ‘girone della morte’ è stato superato in carrozza con una serie di tre successi, ed anche la Grecia ai quarti è stata spazzata via dai ragazzi terribili di Löw. Che, però, nulla hanno potuto contro un Balotelli in serata di grazia ed un centrocampo azzurro da applausi. Il futuro, comunque, sorride ai teutonici: con Reus, Götze, Müller, Ozil, Schurrle, Podolski e Gomez come si fa a preoccuparsi? Infine, menzione speciale per il difensore Hummels, in grandissimo spolvero e pronto a spiccare un importante salto di categoria, dal Borussia ad un top team europeo di altissimo livello.
Grecia, 6.5: dopo il miracolo targato 2004, nel 2012 si è compiuta un’altra mezza impresa degli ellenici. Dopo le prime due partite, entrambe perse, a Karagounis e compagni serviva infatti un vero e proprio incontro leggendario per qualificarsi, e così è stato: Russia k.o. di misura (classica difesa e contropiede in stile “Rehhagel”) e clamoroso passaggio ai quarti. Dove, però, l’incantesimo si è definitivamente spezzato al cospetto di una Germania nettamente superiore, anche della sorte.
Inghilterra, 6.5: con un gioco lento, macchinoso e decisamente noioso da ammirare, Roy Hodgson ha superato brillantemente un girone con molte insidie e si è arreso ai quarti solo ad un’Italia più intraprendente rispetto a Gerrard e compagni. Considerati i numerosi infortuni, comunque, l’Europeo della nazionale dei Tre Leoni può considerarsi positivo, ma la vittoria finale è ancora distante dalla portata di una selezione che, come già scritto, deve crescere prima di tutto sul piano della qualità.
Irlanda, 4: una delle maggiori delusioni, non tanto per il mancato passaggio del turno (davvero fuori da ogni più ottimistica mente) ma per un’assenza quasi ingiustificata dal punto di vista del gioco. Trapattoni, infatti, subisce nove reti e ne sigla appena una, dando sempre l’impressione di essere almeno due gradini sotto le proprie rivali. Urge rifondare al più presto, perché con la sola corsa non si conclude nulla.
Italia, 8: gli azzurri, partiti con molte speranze ma ancora inconsapevoli del proprio vero valore, hanno stupito in primis loro stessi uscendo indenni dal primo confronto con la Spagna, dominando con la Croazia e suggellando il passaggio del turno in un incontro praticamente perfetto contro l’Irlanda. Dai quarti in poi è stata un’avventura con il finale ancora tutto da scoprire: l’Inghilterra è stata surclassata nei 120’ e il Dio del calcio ci ha premiato dal dischetto, la Germania non ha capito nulla dall’inizio alla fine in semifinale, ma nell’incontro decisivo l’inesperienza ed il timore di alcuni hanno marcato la differenza. Spagna troppo superiore, Italia sfortunata ma comunque non all’altezza: il passivo pesante è stato onestissimo, seppur maturato in 10 contro 11, ma i prodromi per un buon Mondiale ci sono eccome. Adesso tocca a Prandelli continuare l’ottimo lavoro svolto finora.
Olanda, 2: stendiamo un velo pietoso. Una nazionale con troppe (ottime) individualità ma senza uno spirito di squadra e con una difesa inesperta e ballerina come poche: ecco il sunto dell’Europeo degli oranje, conclusosi miseramente con zero punti ed appena due reti all’attivo. Da Robben, Sneijder, van Persie, van der Vaart e Huntelaar ci si aspetta tutt’altro, mentre in fase difensiva il lavoro svolto (?) nel post Mondiale va azzerato e ricominciato il prima possibile con dei giocatori all’altezza.
Polonia, 4.5: ok, la rosa era inferiore, forse la meno forte di tutte e sedici le compagini, ma a Lewandowski e compagni sono mancati pure gli attributi. La Grecia ha insegnato, con un po’ di coraggio in più il girone sarebbe stato superabile, ma probabilmente il vero valore dei polacchi è questo e non reggono altri discorsi. Due pareggi ed una sconfitta, meritati.
Portogallo, 7.5: stesso voto della Germania, perché il cammino è stato più o meno simile. Sconfitta d’esordio a parte, comunque immeritata, Cristiano Ronaldo e compagni sono sempre scesi in campo positivamente e hanno spazzato via tutti i rivali: dalla Danimarca alla Repubblica Ceca, passando per l’Olanda. Contro la Spagna, invece, la sorte ha voltato le spalle al lavoro di un ottimo Paulo Bento con la traversa di Bruno Alves ed il seguente palo-gol di Fabregas. Praticamente, era già tutto scritto…
Repubblica Ceca, 6.5: alzi la mano chi, dopo le quattro reti incassate nel primo incontro con la Russia, avrebbe mai azzardato i cechi primi nel girone e i russi terzi ed eliminati. E invece è accaduto proprio questo, frutto del gran lavoro di squadra degli uomini di Bilek, capaci di imporsi su Grecia e Polonia con ampio merito. Nei quarti, però, Cristiano Ronaldo è stato un ostacolo insormontabile, ma l’1-0 finale ha dimostrato che i lusitani hanno dovuto faticare non poco per avere la meglio su Rosicky e compagni. Con un paio di ritocchi mirati, è una selezione che può continuare a comportarsi bene anche nelle prossime stagioni.
Russia, 5: partenza col botto, secondo match in sordina e finale da incubo. La favorita del girone A ha fallito clamorosamente l’approdo ai quarti di finale ed è tornata a casa con l’indice della delusione a mille. Peccato, perché il gioco è parso a tratti veramente spettacolare, con rapide ripartenze ed ottime individualità. Ma il calcio è crudele, e punisce ad ogni minima distrazione.
Spagna, 10: inchinatevi ai Campioni, ad una rosa straordinaria che combatterà per la prima posizione ancora per parecchi anni. In appena quattro stagioni sono cambiati pochi interpreti, ma di classe: Capdevilla a sinistra è stato sostituito egregiamente da Jordi Alba, Senna da Busquets, mentre per il futuro si aspettano i vari Muniain, Thiago Alcantara, ecc… Per non parlare di un centrocampo assolutamente fuori dal normale, composto da giocatori che, se si potesse, dovrebbero tutti vincere il Pallone d’Oro, e di un attacco che può contare sulla vena ritrovata di Torres, in attesa del rientro di David Villa. Insomma, il 10 è più che meritato, e i due voti di differenza rispetto all’Italia sono frutto della partita di domenica: azzurri due gradini sotto, senza storia.
Svezia, 4.5: Ibrahimovic a parte, la compagine scandinava si è dimostrata veramente poca roba e l’eliminazione, frutto di appena 3 punti contro la già qualificata Francia, ha rispecchiato i valori in campo. Manca un top player da affiancare al gigante di Malmöe, sarà Guidetti?
Ucraina, 5.5: Shevchenko, con una doppietta d’altri tempi, ha illuso tutti nel primo incontro, ma Francia ed Inghilterra si sono dimostrate ben più attrezzate ed quadrate della Svezia. E così sono arrivate due sconfitte meritate, anche se quel gol fantasma contro l’Inghilterra grida ancora vendetta. Comunque, esperienza tutto sommato positiva dal punto di vista dell’atmosfera, ma forse ha inciso il fatto di non aver disputato alcun match ufficiale nei due anni precedenti il torneo casalingo. Infatti, è mancato quel pizzico di carisma in più, che si ottiene e si esalta sotto pressione, e che i soli Sheva, Voronin e Tymoschuk non sono riusciti a fornire all’intera rosa.
Twitter: @FCaligaris
Foto da: Afp Photo