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Ciclismo
Le pagelle del Tour: applausi per Nibali, l’ultimo ciclista senza paura
Nibali, 10: non ha vinto, ma è un voto simbolico. Lo Squalo è l’ultimo rappresentante di un ciclismo genuino ed ormai estinto, dove il coraggio e l’improvvisazione hanno la meglio su tattiche di gara studiate a tavolino e copioni già scritti. Senza paura, il 27enne siciliano ci ha provato in discesa, trovando una validissima spalla nel compagno di squadra Peter Sagan, ma nulla ha potuto contro la rincorsa del titanico Team Sky. Oggi abbiamo capito che Nibali è venuto al Tour per vincerlo e certamente proverà nuovamente ad inventarsi qualcosa nelle prossime tappe, magari a partire già da domani.
Peter Sagan 8: un campione totale, destinato a segnare un’era ciclistica. Esemplare come si mette a disposizione del capitano Nibali dopo essere stato in fuga sin dal mattino: pennella le curve in discese e tira a tutta in salita finché ne ha. Oltre al talento, il 22enne slovacco possiede anche una grande umiltà, dote che lo poterà lontano.
Liquigas 5: un voto da attribuire ai compagni di squadra di Nibali e Sagan. Sul Colombiere bisognava aumentare il ritmo per rendere la corsa dura e far sì che Wiggins rimanesse solo con Froome: a quel punto l’attacco dello Squalo in discesa avrebbe potuto fare danni. Evidentemente Basso e compagni non hanno le gambe per sostenere il capitano nella difficilissima rincorsa alla maglia gialla.
Team Sky, 9: in questo momento la grossa differenza tra Wiggins e Nibali è che l’inglese può contare su una squadra formidabile, l’italiano no. Il leader della classifica, tutt’altro che un drago in discesa, ha superato un brutto momento grazie al lavoro eccezionale di Richie Porte. A meno di imprevisti, risulta difficile pensare come possa perdere questo Tour.
Evans, 5: il campione in carica non può accontentarsi di un piazzamento sul podio. Remissivo per tutta la tappa, non sfrutta l’occasione di scattare insieme a Nibali. Mancanza di coraggio o di gambe?
Voeckler, 8: si gestisce nel migliore dei modi e piazza la zampata nel finale di tappa. Quando va in fuga, il 33enne alsaziano difficilmente fallisce.
Michele Scarponi, 7: un’occasione persa, ma l’azzurro ha avuto il merito di crederci sino in fondo, anche se è mancata la brillantezza necessaria nel tratto finale del percorso. Ci riproverà già domani o sui Pirenei, sognando magari la maglia a pois.
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