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Ciclismo

Marco Pinotti all’assalto del Big Ben

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Il Big Ben, con il suo imponente orologio, scandisce il ritmo della vita londinese; a partire da venerdì, scandirà il ritmo anche degli atleti impegnati nei Giochi Olimpici. Nel ciclismo, un italiano cercherà di domare quell’orologio, di farsi amico il tempo: sarà Marco Pinotti, 36 anni da Osio Sotto (Bergamo), unico alfiere azzurro nella prova a cronometro. Un corridore esemplare, sempre disponibile a fare da gregario per i compagni, sempre pronto a cogliere l’occasione per un successo personale. La sua duplice valenza sarà nuovamente dimostrata a Londra, dove correrrà in appoggio ai compagni nella prova in linea del 28 luglio e cercherà la gloria nel tic-tac di quattro giorni dopo. Certo, da buon ingegnere, Pinotti non si sbilancia troppo sulle sue possibilità, come dimostra la seguente intervista rilasciata ad Olimpiazzurra; tuttavia, chissà mai che, in quel pomeriggio del primo agosto, possa arrivare un’altra perla da aggiungere alla sua collezione di successi,15 in 14 stagioni tra i professionisti, tra cui cinque titoli nazionali e due tappe al Giro d’Italia.

Marco, Londra è ormai dietro l’angolo: nonostante la tua lunga carriera, sarà la tua prima Olimpiade. Come vivi questa attesa?
“Continuo a lavorare e ad allenarmi, per poter arrivare a quell’appuntamento nella miglior condizione possibile; sarà comunque una grande emozione”.

Considerando che sei in un ottimo momento di forma, a quale risultato credi realisticamente di poter ambire nella cronometro?
“L’obiettivo realistico è quello di dare il massimo e quindi di sfoderare una buona performance: il risultato verrà di conseguenza”.

Più in generale, come valuti finora questa stagione?
“Sono soddisfatto, la stagione sta andando bene in particolare, ovviamente, nelle cronometro. L’unico piccolo rammarico può essere per il Giro d’Italia, dove speravo di essere competitivo per la classifica generale, ma il percorso si è rivelato davvero troppo difficile per le mie caratteristiche”.

Come nasce il Marco Pinotti “cronoman”? In Italia non c’è una grande tradizione in questo settore…
“Quando ho iniziato ad andare forte nelle cronometro, ho imparato ad apprezzarle e quindi la mia specialità è diventata quella”.

Come valuti i tuoi tentativi, negli anni scorsi, di fare classifica nelle grandi corse a tappe? Ci riproverai?
“Sì, ho fatto questi tentativi e intendo riprovarci, anche se naturalmente molto dipenderà dai percorsi: so di non poter competere con i migliori scalatori sulle grandi montagne, quindi cercherò di fare classifica se dovessero capitare dei grandi giri con tanti chilometri contro il tempo”.

Guardandoti indietro, qual è la più grande soddisfazione della tua carriera? E la delusione più cocente?
“La soddisfazione più grande è quella che deve ancora arrivare; per quanto riguarda le delusioni, non ho davvero rimpianti”.

Come fai ad avere ancora la grinta e la passione di un ragazzino, nonostante i tanti anni in gruppo?
“Semplicemente perché amo il mio sport, è davvero uno degli elementi più importanti della mia vita”.

A parte i primi anni in Lampre, hai sempre corso in squadre straniere, spesso delle vere “multinazionali”: ti trovi bene in questi ambienti?
“Mi sono trovato sempre molto bene: credo di essere di mentalità aperta e questo aiuta quando ci si trova in situazioni del genere”.

Marco Pinotti è corridore, ingegnere e appassionato di tematiche ambientali: come fai a conciliare tutti questi aspetti?
“Cerco sempre di dare il massimo in ogni aspetto della mia vita, ogni giorno. In particolare, reputo molto importanti le tematiche ambientali, tutti dovrebbero essere attivi in tal senso; io posso solo fare del mio meglio!”.

Ti sei già posto un termine entro il quale smettere di correre, pensando già al “dopo”?
“Assolutamente no. Penso solo a correre e a fare bene di volta in volta”.

NOTA BENE: questa intervista è stata rilasciata in data 12 luglio, dunque prima dello stop alle dichiarazioni pubbliche imposto dal Coni agli atleti azzurri partecipanti alle Olimpiadi.

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

redazione@olimpiazzurra.com

foto tratta da cyclingnews.com

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