Scherma
Paolo Pizzo: “Sogno Londra giorno e notte. Non sarà facile battermi”
Un esempio per tutti. Una prova di come si possa rivedere una purissima luce dopo essere stati accarezzati dalle tenebre. Un modello da seguire per capire che con volontà e coraggio si possono vincere anche le sfide più ardue.
La storia di Paolo Pizzo profuma di speranza per tante persone, soprattutto giovani: a soli 13 anni gli fu diagnosticato un tumore benigno al cervello, quanto basta per vivere sei mesi da incubo in un’età che dovrebbe essere riservata ai giochi ed agli amici.
Sconfitto il nemico più subdolo ed infame, il 29enne catanese ha ripreso a cimentarsi nel suo grande amore, la scherma, prima di festeggiare la definitiva redenzione nel 2011, quando proprio nella rassegna iridata ospitata dalla sua città natale si laureò per la prima volta in carriera campione del mondo nella spada.
I sogni rappresentano il motore della vita e Pizzo è convinto di poter scrivere a Londra un’altra pagina indelebile di una favola che, in ogni caso, ha già vissuto uno straordinario lieto fine.
Qual è il tuo stato di salute attuale? L’infortunio al polso è ormai superato?
“L’infortunio al terzo dito della mano destra ancora non è passato del tutto purtroppo, ma in vista delle Olimpiadi sono fiducioso di poter recuperare un’ottima condizione“.
Come procede la tua preparazione in vista dei Giochi?
“La preparazione in vista di Londra al momento è influenzata dalle condizioni della mia mano, per cui non sto potendo effettuare molto lavoro tecnico e ripiego con grandi carichi di preparazione fisica. Il tutto che mi tornerà utile per l’appuntamento a Cinque Cerchi“.
Quale sarà il tuo obiettivo a Londra?
“L’obiettivo minimo a Londra sara’ la conquista di una medaglia: qualunque altro risultato mi lascerà con l’amaro in bocca, che sia una sconfitta precoce o un quarto posto“.
Quali rivali temi maggiormente nella corsa al gradino più alto del podio?
“Temo i francesi, gli svizzeri ed i coreani. Anche un estone non è da sottovalutare. Insomma, siamo in parecchi a pretendere una medaglia“.
Ti aspettavi una crescita così esponenziale da parte della nazionale elvetica?
“Non mi aspettavo una crescita del genere da parte loro: evidentemente i nostri tecnici (quello attuale è Angelo Mazzoni, n.d.r.) prestati alla nazionale svizzera stanno svolgendo un ottimo lavoro“.
Sarai l’unico azzurro presente a Londra nella spada: ti ha sorpreso l’esclusione del campione olimpico Matteo Tagliariol?
“L’esclusione di Tagliariol mi ha sicuramente sorpreso, poichè lo reputo un fuoriclasse. Questa è l’ennesima dimostrazione della difficoltà del nostro sport. Dal campione fino al principiante, se non sei in perfette condizioni psico-fisiche non vai da nessuna parte“.
L’aver vinto il Mondiale dello scorso anno, per di più in casa, cosa ha significato per te? Ti ha fatto entrare in una nuova dimensione a livello mentale?
“Non sono uno che si monta la testa. Parlo pochissimo del Mondiale vinto al di fuori delle interviste. Io lo vedo come un momento fondamentale nella mia vita, più che altro ho capito cosa posso fare e che con il durissimo lavoro posso arrivare dove voglio“.
A Rio 2016 tornerà anche la prova a squadre nella spada maschile: pensi che l’Italia stia costruendo un bel gruppo con l’innesto di diversi giovani?
“Per Rio non vedo grossi problemi per qualificarci a squadre. Siamo ad un buon livello, tutto dipenderà nell’amalgama di un gruppo che potrà contare su atleti esperti e giovani che un po’ troppo presto hanno trovato spazio in nazionale, anche se in ottica Olimpiadi 2016 si ripartirà tutti da zero ed i più forti come sempre verranno fuori“.
Come hai iniziato a praticare questo sport e cosa rappresenta per te?
“Ho iniziato e conosciuto la scherma grazie a mio padre che la praticava. Un giorno ci fu una lezione di prova alle elementari e lui mi disse di provare. Oggi questo sport è la mia vita! Inutile dire che le Olimpiadi sono sempre state una chimera per me e adesso che sto per partire non vedo l’ora di partecipare. Spero solo di coronare il sogno con l’ennesima impresa“.
A cosa saresti disposto a rinunciare pur di vincere una medaglia a Londra?
“Per una medaglia rinuncerei alle mie preziosissime vacanze post-Londra che ho già prenotato in Grecia, anche se praticamente sono due anni che non mi fermo per una vera vacanza senza allenamenti“.
La scherma è lo sport che garantisce i risultati migliori all’Italia, eppure se ne parla davvero poco: cosa bisognerebbe fare, secondo te, per accrescerne la visibilità?
“Per accrescere la visibilità del nostro sport basterebbe parlarne anche durante l’anno, proprio come fa Olimpiazzurra, perchè dall’inverno all’estate noi andiamo in giro per il mondo a conquistare i podi nelle varie tappe di Coppa del Mondo ed a portare in alto il tricolore. Tuttavia questo non lo dice nessuno, così la gente non può saperlo. Trovo scandaloso che in Italia esista solo il calcio, soprattutto in conseguenza dei continui scandali che ormai sono sotto gli occhi di tutti. Bisogna cambiare mentalità“.
Nella scherma quanto è importante la componente mentale ed in che rapporto la metteresti con la tecnica?
“La scherma ha quattro componenti fondamentali che vanno avanti tutte di pari passo: tecnica, tattica, fisico e mente. Se ne manca anche solo una di queste, non si va da nessuna parte. Ad alti livelli bisogna svilupparle tutte e quattro in maniera maniacale”.
La prima Olimpiade a 29 anni: cosa si prova?
“A 29 anni di certo non avrò il patema d’animo del novizio, ma è inutile far finta di non vedere l’ora: sono curiosissimo! La cerimonia d’apertura sarà un evento che ricorderò per tutta la vita. Sarò un piccolissimo protagonista di un evento che ogni 4 anni segna la storia dello sport”.
La tua storia pensi possa essere servita di esempio a tanti giovani in difficoltà?
“La mia storia può e deve insegnare che nonostante le critiche che ti rivolgono, nonostante infortuni e batoste…nonostante mille sconfitte…se credi in te stesso non ci sono muri che non puoi abbattere! Questo nello sport come nella vita“.
Senti di fare una promessa ai tuoi tifosi in vista delle Olimpiadi?
“A chi mi segue prometto come sempre massimo impegno. Sono mesi che mi sveglio cercando di migliorare in vista di Londra. Non sempre ci riesco, ma di sicuro non sto lasciando nulla al caso. Darò l’anima per il sogno olimpico. E se andrà male, vorrà dire che qualcuno sarà stato più bravo di me. Ma dovrà combattere fino all’ultimo“.
federico.militello@olimpiazzurra.com
redazione@olimpiazzurra.com