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Ragazze brave comunque! Settimo posto tutto vostro!

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Non hanno deluso. Anzi. Hanno mantenuto le aspettative. Abbiamo una grande Nazionale. In Italia ci sono degli angioletti che hanno saputo volare ancora una volta. Un quintetto favoloso che ha cercato di contenere al meglio l’emozione per un evento: una finale a squadre. La prima volta per il nostro Paese da quando la Federazione Internazionale ha stabilito questa formula (Atene 2004). Arriva anche il miglior piazzamento di sempre per la ginnastica tricolore, se si esclude l’argento prebellico di Amsterdam 1928 ottenuto dalle indimenticate ginnaste di Pavia (nonna Carla è ancora in vita e avrà sicuramente fatto il tifo per le sue eredi). Vanessa Ferrari non riesce come in qualifica a prendere le sue compagne per mano e a trascinarle verso un’apoteosi ancora maggiore, ma le debuttanti riescono a non farsi prendere più di tanto dall’emozione e portano a termine dei buoni esercizi. La settima piazza (167.930) conferma il risultato della qualifica e va più che bene. Le azzurre devono essere contente di quanto hanno fatto mostrato a tutto il mondo. Certo se la capitana fosse stata perfetta e Betta non fosse caduta alla trave si sarebbe potuto addirittura sperare in un fantascientifico quinto posto!

 

Al corpo libero Carlotta Ferlito fa tutto quello che deve fare, come ormai ci ha abituato. Non riesce alla perfezione in alcune diagonali e per questo rimane un po’ sotto ai suoi standard con 14.100. L’errore, però, questa volta, tocca proprio alla capitana. Vanessa sul salto teso con avvitamento manca di potenza ed è costretta ad appoggiare i glutei a terra. La penalizzazione è scontata. I giudici non possono regalarle più di un deludente 13.566. Servirà sicuramente per registrare meglio l’evoluzione ed eseguirla al meglio nella finale di specialità in cui la bresciana è attesa da una grande prova da medaglia. Il riscatto arriva grazie a Erika Fasana che inventa un esercizio spettacolare. Sempre aggressiva e determinata, arriva puntuale su tutti i salti, le uniche imperfezioni arrivano solo da alcuni piccoli passi di contenimento (specialmente sullo tsukara) ma è un esercizio di assoluto rilievo: 14.233.

 

Finiamo la prima rotazione addirittura al quinto posto. Un sogno. Dietro abbiamo pure la Romania. Chi l’avrebbe mai detto alla vigilia. Carlotta Ferlito inizia al volteggio e porta a casa un bellissimo 9 di valutazione per un complessivo 14.300 con una rondata, flick avvitamento e mezzo e un buon atterraggio nettamente migliore rispetto alla qualifica.

Lo stesso salto non viene eseguito al meglio dalla Fasana che perde un po’ la compostezza del corpo e deve piegare leggermente le gambe in fase di atterraggio. Il suo 13.733 non ci rende pienamente giustizia.

La capitana tenta un flick con due avvitamenti, ma in uscita è costretta a mettere il piedino fuori dal tappetino. Il suo arrivo non era perfettamente in asse e ormai la frittata era fatta. Sfrutta il suo alto punteggio di entrata per portare a casa un 14.333.

 

Le parallele dovrebbero essere il nostro tallone d’Achille. Così, a sorpresa, non è. Superiamo pure la Romania, con la reginetta Iordache che non va oltre un pessimo (per lei) 13.766 e penalizza tutta la squadra. Erika non ha paura, non soffre di vertigine, conduce con facilità il suo esercizio pulito e lo porta a termine con una bellissima uscita, plastica e convincente. 13.600, uno dei più alti all’attrezzo nella sua giovane carriera.

Bella la combinazione della Ferrari: presa cubitale, dorso, jaeger, sempre svelta a recuperare, poi uno tsukara in uscita leggermente fuori asse (dovrà sistemare in questi giorni il movimento specifico)… Arriva un 14.166 che vieni accompagnato da un ottimo 13.900 di Giorgia Campana. La romana mette a lustro tutte le sue immense qualità sui due staggi e conferma che a fine esercizio c’è un giro e mezzo in più di quanto previsto. Portarlo all’appuntamento più importante dimostra grande lucidità e voglia di fare. Bene così. Per il resto l’esecuzione è sui suoi standard: l’attrezzo è veramente nelle sue corde. Sempre composta, con grande elevazione, passaggi agili. Brava. E brave tutte.

 

Andiamo alla trave. È l’attrezzo congeniale. Sfoderiamo tre grandi carte: Elisabetta Preziosa e Carlotta Ferlito (argento e bronzo agli europei del 2011) e Vanessa Ferrari. Lottiamo testa a testa con il Regno Unito per la sesta piazza e se il Canada sbaglia… La diciottenne, però, nell’unica occasione in cui è stata chiamata in questa finale, cade (12.833). I sogni di gloria azzurri finiscono lì. La Gran Bretagna ci scappa via soprattutto grazie alle super parallele dell’eterna Tweedle. Vanessa cerca di rimanerci incollata con un eccellente 14.800. Ma quando Carlotta sale su quei10 centimetri tanto fatali ormai le padrone di casa sono avanti di 17 punti. Non c’è niente da fare. La siciliana si inventa un esercizio fantastico. È praticamente perfetta. Si ferma a 14.433.

 

Le nostre eroine chiudono settime, davanti solo al Giappone che ha sbagliato su tutti gli attrezzi. In testa si ingaggia la lotta tra gli Stati Uniti e la Russia. Wieber e compagne tornano a prendersi l’oro dopo Atlanta 1996 (183.596), davanti all’armata (178.530) e a una deludente Romania (176.414) che ha sbagliato davvero troppo alle parallele. Una Iordache sotto tono non ha reso e dovrà svegliarsi se vorrà contendere alla Komova il titolo generale tra due giorni. La Cina campionessa uscente è giù dal podio (174.430) con alcuni errori alla trave. Sorprendente quinto il Canada che aveva chiuso le qualifiche all’ottavo posto.

 

Questi i punteggi delle ragazze:

 

SQUADRA               Volteggio   42.366     Parallele 41.666         Trave 41.999             Corpo libero 41.899

Vanessa Ferrari           v 14.333          p 14.166          t 14.800          cl 13.566

Carlotta Ferlito           v 14.300          p          –           t 14.366          cl 14.100

Elisabetta Preziosa     v          –           p          –           t 12.833          cl           –

Giorgia Campana       v          –           p 13.900          t           –           cl           –

Erika Fasana               v 13.733          p 13.600          t           –           cl 14.233

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