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Seconda giornata: un flop che si farà sentire a fine Olimpiade
Al di là delle due splendide medaglie (inattese) di Rosalba Forciniti nel judo e Diego Occhiuzzi nella sciabola, di cui torneremo a parlare in seguito, la seconda giornata dei Giochi di Londra si è rivelata decisamente fallimentare per i colori azzurri. Si tratta di un flop che potremo pagare a carissimo prezzo quando si tireranno le somme complessive il 12 agosto. Vediamo perché.
Oggi, 29 luglio, sulla carta era il giorno in cui l’Italia avrebbe dovuto raccogliere più medaglie possibili. Calavamo i nostri assi nel nuoto (Pellegrini e Scozzoli), la campionessa del mondo in carica di ciclismo (Bronzini), le iridate 2011 del tiro con l’arco, la campionessa olimpica in carica dello skeet e l’affiatata coppia Cagnotto-Dallapé nei tuffi. Sei possibili chances di podio evaporate come neve al sole.
Dal nuoto proviene il crack più doloroso. Federica Pellegrini era reduce da una stagione poco brillante, con tempi molto distanti dal vertice internazionale. Sotto sotto tutti ci aspettavamo che la fuoriclasse di Spinea riuscisse in qualche modo a mettere la propria mano davanti a tutte, ma in questo sport non esistono spazi per l’improvvisazione.
Nell’occasione più importante della carriera, la 24enne veneta ha pagato a caro prezzo i continui cambi di allenatore delle ultime stagioni, che non hanno consentito il raggiungimento di una stabilità tecnica necessaria a questi livelli. Pellegrini resterà una delle più grandi atlete dello sport italiano, ma la sconfitta odierna dimostra che senza una progettualità ben definita appare ormai improbabile primeggiare in qualsiasi disciplina.
Davanti all’occasione della vita si è smarrito anche Fabio Scozzoli, brillante in semifinale, ma l’ombra di sé stesso in una finale che l’ha visto semplice comprimario. Non è andata di certo meglio alla staffetta 4×100 sl, appena settima. A questo punto, considerando le condizioni di forma della Pellegrini, l’unica medaglia dalle corsie potrebbe giungere dal 18enne Gregorio Paltrinieri nei 1500 sl. Viene da chiedersi, tuttavia, perché l’Italia del nuoto brilli sempre in maniera quasi esagerata negli anni pre-olimpici, per poi raccogliere le briciole nell’appuntamento più importante del quadriennio. L’impressione è che dopo la scomparsa di Alberto Castagnetti, il movimento tricolore non sia riuscito a stare al passo dei tempi di un mondo che progredisce a velocità supersonica. Per rimettersi in pari serviranno diversi anni, oltre che una vera rivoluzione in termini di preparazione atletica e qualità degli allenamenti.
Dalle discipline acquatiche è giunta anche la grande delusione del quarto posto di Cagnotto-Dallapé nei 3 metri sincro. Certamente si può discutere di alcune dubbie valutazioni della giuria, tuttavia resta il fatto che le azzurre non siano riuscite di certo a realizzare una gara impeccabile. Il sogno a Cinque Cerchi della Cagnotto, dunque, rischia di rimanere tale ancora una volta, salvo una reazione d’orgoglio nella prova individuale in cui la concorrenza sarà comunque agguerritissima.
Nel ciclismo femminile la selezione tricolore ha perso clamorosamente l’attimo che sarebbe valso una medaglia. Nel momento in cui la fuoriclasse olandese Marianne Vos ha dato vita ad un tentativo di fuga, almeno una tra Noemi Cantele e Tatiana Guderzo avrebbe dovuto muoversi. Così non è avvenuto e la capitana Giorgia Bronzini ha raccolto solo un amaro quinto posto. Lo stesso piazzamento conseguito da Chiara Cainero nello skeet, comunque in linea con gli standard stagionali, così come le arciere hanno concluso nel peggiore dei modi un’annata che non ha fatto di certo onore all’oro mondiale del 2011.
A salvare l’onore di una giornata nera ci hanno pensato due out-siders come Rosalba Forciniti e Diego Occhiuzzi, mentre nel completo dell’equitazione Stefano Brecciaroli è secondo dopo la prova di dressage. Un dato che ci deve far riflettere: significa forse che in Italia i campioni più celebrati ed attesi non riescono a reggere la pressione del dover ben figurare a tutti i costi? Forse ci ci viene più facile emergere quando nessuno se lo aspetta? Risultati alla mano, sembra che la risposta sia affermativa in entrambi i casi.
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