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Ciclismo
Vos regina del ciclismo: delusione azzurra
L’Inghilterra si inchina alla regina d’Olanda: come da pronostico, Marianne Vos fa suo l’oro della prova in linea di ciclismo. Un trionfo giusto, meritato, sacrosanto per una ragazza appena venticinquenne che pure, dal 2006, è la dominatrice delle due ruote al femminile, con classiche, corse a tappe e qualcosa come sei podi mondiali consecutivi. Ai Giochi Olimpici era già stata d’oro a Pechino, ma nella corsa a punti su pista: oggi quindi ha avuto la sua consacrazione definitiva anche a cinque cerchi.
La gara inizia all’ora di pranzo. I primi 90 km di tranquillità, gli altri 50 di guerra: il fatto che ogni squadra abbia al massimo quattro elementi impedisce alle nazionali di tenere sotto controllo la corsa. Nondimeno, la stessa Vos, per ovvie ragione favorita numero uno, è capace di vincere in qualunque modo, dunque non vuole arrivare ad uno sprint a ranghi compatti dove la tedesca Teutenberg sarebbe una rivale insidiosissima: la Freccia del Brabante ci prova ripetutamente a partire dai -50, prima da sola, poi nell’azione decisiva con la Zabelinskaya, la Olds e la Arnistead. Dietro Italia e Germania, rimaste fuori dall’azione, tentano un disperato inseguimento, ma quando davanti è Marianne Vos a fare il ritmo non c’è partita, perché la ragazza olandese pedala veramente su ritmi quasi maschili. In un clima tipicamente british, con temperatura in ribasso e pioggia battente, la statunitense Olds rimane vittima di una delle numerose forature di giornata; dunque, restano le altre tre a giocarsi l’oro a cinque cerchi. Il terzetto arriva in volata: la britannica Arnistead ha il supporto del pubblico che tambureggia sulle transenne e, nella fase conclusiva, rimane a ruota per lunghi tratti, ma quando c’è da sopravanzare la regina, ovviamente, non riesce nell’intento. Olanda-Gran Bretagna-Russia il podio di questa bella prova olimpica.
E l’Italia? Giorgia Bronzini sprinta di rabbia in quinta posizione, alle spalle di Ina Teutenberg; in caso di arrivo a ranghi compatti, avrebbe davvero potuto dire la sua per una medaglia. Certo, da parte delle azzurre ci si sarebbe aspettata una maggiore attenzione al momento dell’attacco della Vos: si poteva intuire che l’olandese non avrebbe atteso lo sprint di gruppo, dunque atlete come la Guderzo e la Cantele sarebbero state delle carte ideali da inserire in quel tentativo. Ma il ciclismo, si sa, non è solo programmazione (nonostante Wiggins): è intuito, è cogliere l’attimo, è anche fortuna. Oggi, in casa Italia, sono sicuramente mancate queste tre caratteristiche.
foto tratta da cyclingnews.com
marco.regazzoni@olimpiazzurra.com