Atletica

Alex Schwarzer: “Ora voglio una vita normale”

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Si è appena conclusa la conferenza stampa di Alex Schwarzer a Bolzano. Ecco i passaggi più importanti e le frasi più significative del suo intervento davanti ai giornalisti.

“Non avrei mai pensato ad una conferenza stampa per me per una positività al doping. Come forse potete immaginare questo per me non è  facile e oggi sono qua per raccontarvi perché ho deciso di fare questo grande errore.  Spero che voi, come lo sono io con voi, ora che è uscita questa notizia, siate il più corretti possibile nel riportare quello che dico.”

 

“A fine anno scorso dopo tre anni difficili come atleta, perché chi ha seguito il mio sport sa che tante volte non sono stato bene. Nel 2010 agli Europei non sentivo più nessuna emozione. Dovevo fare delle decisioni e devo dire che con l’Olimpiade davanti non sono stato lucido, la pressione che mi sono fatto da solo, le aspettative che avevo di tornare molto più forte di prima, non sono riuscito a dire di no alla decisione di doparmi. Ho fatto questo grande errore, dire che mi dispiace è dir poco. Io vorrei solo chiarire le cose come sono state veramente.”

 

“Ho preso questa decisione da solo, perchè se prendi questa decisione devi decidere se farlo da solo o no, ed io ho deciso di non dirlo a nessuno: né alla mia famiglia né alla mia fidanzata. Era una cosa mia e non volevo mettere nei guai nessuno.
Mi sono informato su internet perché vi posso assicurare che si può sapere tutto quello che si vuole. Sono andato in Turchia, ad Antalya, perchè in Italia ci vuole la ricetta e mi sono procurato l’epo in farmacia e sono tornato.
1500 euro che ho cambiato in Turchia e ho parlato con il farmacista che mi ha dato quello che volevo; è facile in paesi poveri mettendo i soldi sul bancone. Sono stato là ed è stato un momento bruttissimo perché prima non avevo mai fatto uso di sostanze dopanti e stare in una stanza sapendo quello che si stava facendo è stato difficile. Poi mi sono allenato normalmente come sempre. Il 13 di luglio avevo un controllo antidoping a Oberstorf e dopo questo controllo ho iniziato a fare le iniezioni. Per me queste tre settimane sono state le settimane più difficili della mia vita.
Si dice sempre che uno con il doping va più forte, ma per me psicologicamente è stata una mazzata perché ogni giorno dovevo dire bugie alla mia fidanzata. Mi alzavo di notte perché sapevo che dalle 6 del mattino poteva venire l’antidoping. Per me è stato difficilissimo, poi mi sono ammalato perché ho continuato ad allenarmi. Non è vero che sono andato alla 20km per il doping, ma perché stavo male veramente e non sarei stato nemmeno in grado mentalmente di affrontare la gara perché mi sentivo distrutto da queste giornata. inizia a piangere. Il 29 luglio mi sono fatto l’ultima iniezione e sono tornato a casa dichiarando all’agenzia antidoping dove fossi per prendere scarpe e tessera sanitaria.
Il giorno dopo ha suonato a casa mia e sapevo che era il controllo antidoping e non ho avuto il coraggio di dire a mia mamma di non aprire. Chi conosce la materia sa che potevo saltare due controlli in 18 mesi. Io non ne ho mai saltato uno. Ho fatto questro controllo dove sapevo di essere positivo. E poi un’altra settimana di inferno. Adesso sono molto dispiaciuto perché sto buttando via tutti questi anni, però sono anche contento che è anche finito tutto e forse posso iniziare una vita normale.

 

Poi domande anche sulla sua fidanzata Carolina Kostner. “Per me non è stato facile dire che era vitamina B12 e non EPO e mi vergognavo. Lei non c’entra niente in tutto questo, voglio solo difenderla. Non è vero che non fa i Grand Prix. Da luglio si allena e ha rinunciato solo perché è solo in ritardo. Lei è una persona fantastica, non ho nessuna rivalità contro di lei.” 

 

Poi ovviamente si è passati sull’incontro e la presunta collaborazione con il dottor Ferrari.  “Conosco il dottor Ferrari, ma non è vero che mi sono già dopato nel 2010. Io ho contattato il dottor Ferrari nel 2009 quando atleticamente non mi sono sentito a posto, perché gli avevo chiesto se mi poteva dare dei consigli tecnici in allenamento. Tutti i controlli effettuati in quel periodo dimostrano che non ero positivo. Non ho più sentito il dottor Ferrari da inizio 2011 quando è saltato fuori tutto il casino con i ciclisti. Sono andato da lui perchè è un grandissimo preparatore e chiedete anche perchè altri come Armstrong, che aveva disposizione qualsiasi persona, anche per eventualmente doparsi, è andato proprio da lui”

 

Un passaggio molto importante riguarda la sua decisione di non aver voluto prendere parte alla 20km:  Anche senza la positività non sarei mai andato all’Olimpiade. Non avrei comunque mai partecipato alla 50km perchè non ne avrei mai avuto la forza”
“Il CIO vuole rivalutare i miei esami dopo Pechino. Lo spero, non può esserci alcuna traccia di doping. Io posso chiedere solo alla Wada di far venire fuori tutti i miei dati prima di questi controlli, sono sempre stato pulito.”

 

Un accenno anche sulla federazione e sul suo allenatore Roberto Didoni, anche lui ex marciatore:  “Non sa nulla, e spero solo mi possa davvero perdonare. Anche la federazione non sapeva nulla, ma su questo non voglio più commentare. Basta fare 1+1 e chiedere ad ogni atleta”.

 

Le ultime domande si rivolgono più all’Alex persona .  “Io spero di essere un esempio per non fare questa cosa, la vita è tutt’altro. Io a casa ho quattro medaglie, però nella vita conta tutt’altro e mettere tutto in gioco solo per andare forte ad una gara non ha senso. Io posso solo dire che chi ha il talento arriva, ma ci deve mettere la passione per arrivare dove vuole. Non fatelo, non ha nessun senso. “

“Non chiedo assolutamente nessuna riduzione della mia pena, ho sempre pensato che la punizione massima per chi si dopa è la radiazione e lo penso tutt’ora. Sono passato da un estremo positivo con la vittoria a Pechino e ad uno negativo ora che sono dopato. Spero solo che la gente mi veda in maniera normale e non come un drogato. “

 

Con l’accusa di doping Schwarzer avrà anche dei problemi con il gruppo dei Carabinieri, nel quale è entrato all’età di diciotto anni.  “Se non ci fosse stata l’arma dei carabinieri a 18anni non avrei mai potuto fare questo sport. I gruppi militari vengono sempre criticati, ma senza di loro non ci potrebbero essere molti sport. La mia carriera è stata questa grazie a loro e con questa scelta di doparmi ho deluso anche loro. Domani andrò a Bologna a riconsegnare pistola e tesserino. ”

 

Una chiusura tre le lacrime per un campione che ora vuole solo essere lasciato libero e tranquillo  “Non ho più niente da nascondere e non ho paura di andare a lavorare tranquillamente. Ora non so assolutamente cosa fare. ”

 

collaborazione di Stefano Villa e Andrea Ziglio

stefano.villa@olimpiazzurra.com
andrea.ziglio@olimpiazzurra.com

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