Badminton
Badminton, una vergogna a forma di biscotto
Gli “eroi” di Svezia-Danimarca, celebre match dell’Europeo di calcio 2004 che, con un fantastico 2-2, eliminò l’Italia, hanno fatto scuola. Lo sport è un altro, la competizione è un’altra: persino l’Olimpiade, il torneo più sacro dove si dovrebbero affermare valori puri ed incontaminati, è stata travolta da due casi di “biscotto”. Accade tutto ieri, nel badminton, disciplina davvero poco seguita in Italia nonostante le ottime prestazioni di Agnese Allegrini. La vicenda nasce dalla particolare conformazione a gironi che il volano ha applicato per i Giochi di Londra, dopo alcuni edizioni nelle quali si partiva con turni ad eliminazione diretta: se nel singolare non è possibile alcun “fattaccio” (tre giocatori per ogni gruppo e un solo passaggio del turno), nel doppio invece la situazione è diversa; quattro coppie per ciascun raggruppamento e due qualificazioni, con gli incroci già definiti (prima contro seconda di un altro gruppo) per i quarti di finale.
L’ultimo match del gruppo A vede opposte le cinesi Xiaoli Wang e Yang Yu (le più forti del mondo) alle sudcoreane Kim-Jung, numero 8 del ranking; ad un certo punto, la coppia di Pechino inizia a giocare in modo ridicolo, sparando volani a rete e commettendo errori in quantità, per una serie di scambi che non durano più di 4 colpi. Le coreane si adeguano e il pubblico, comprensibilmente, è inferocito; alla fine Wang-Yang riescono nell’intento di perdere una partita veramente orrenda. Il motivo di questo atteggiamento sarebbe da riscontare nel fatto che le cinesi, decisamente favorite di questa specialità, con questa sconfitta finiscono nella parte bassa del tabellone, con la certezza di incontrare le connazionali Tian-Zhao (numero 2 al mondo e uniche realisticamente in grado di eliminarle) solo in una eventuale finale. Inutile dire che un altro biscotto è avvenuto anche nel match successivo (Ha-Kim contro Jauhari-Polii), sempre per evitare particolari accoppiamenti dai quarti in su.
Dunque, anche le Olimpiadi vengono infestate da una pratica vergognosa, che a Seul cercano di giustificare con un misero “ci siamo adeguati al gioco delle avversarie” mentre le cinesi raccontano di “aver voluto preservare energie per il turno successivo”. Non c’è mai limite al peggio.
marco.regazzoni@olimpiazzurra.com
foto tratta da badminton-center.com