Ciclismo

Bis di Rodríguez nell’inferno di Ézaro

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Signori e signore, benvenuti all’inferno. C’è chi l’ha paragonato al muro di Huy e chi lo riteneva simile alla rampa di Montelupone: in realtà, l’arrivo di Mirador de Ézaro si dimostra qualcosa di unico. Due chilometri davvero verticali, dopo 188 di tranquillità: le pendenze sono vertiginose, in certi tratti sfiorano il 30%.  Una salita perfetta per le doti di Joaquim Rodríguez, che resta alla ruota di Contador durante la sua sfuriata, sino a staccarlo negli ultimi cento, interminabili metri.

Come sempre, a inizio tappa ci prova qualche coraggioso attaccante. Dopo svariati tentativi a vuoto, la fuga buona comprende Cameron Meyer, Amaël Moinard, Mikel Astarloza e Kevin De Weert: un plotone ben assortito di corridori completi ed esperti, che rende difficile il lavoro del Team Katusha messo alla frusta per tutto il giorno. I fuggitivi  mantengono un vantaggio discreto, ma l’ultima rampa li schiaccia, li ributta indietro, li ribalta tra le fauci del gruppo, nonostante il coraggio di un Astarloza che ci prova in solitaria. Ci sono corridori che si piantano, che sbandano, che salgono con l’occhio vitreo e lo sguardo stralunato: le differenze non sono abissali, perché in fondo l’inferno dura poco, ma una tappa del genere resterà nella storia del ciclismo. Purito si impone con 8” su Contador, 13” su Valverde, 20” su Gesink e 23” su Froome: a poco meno di 40” un terzetto di italiani composto da Capecchi, Nocentini e Tiralongo. In classifica generale, il catalano conserva la maglia rossa ora con 13” sul madrileno, 51” sul britannico e 1’20” sul murciano, mentre Capecchi risale un paio di posizioni ed è ora 13° a 6’47”. Tra i quattro di testa, Rodríguez dimostra una volta di più la sua grande condizione, oltre ad una naturale predisposizione per questo genere di arrivi: Froome, come sempre, soffre gli scatti secchi ma riesce a limitare i danni al pari di Valverde, mentre Contador pedala troppo agile per mantenere il ritmo di Purito nello sprint finale.

La tredicesima frazione programmata per domani si presenta molto nervosa, pur senza gran premi della montagna: non ci sarebbe da stupirsi se, sul traguardo di Ferrol, si presentasse qualche attaccante dalla lunga distanza.

Le pagelle

Rodríguez Joaquim, 10: più la salita è dura, più si sente a casa. Ora che le cronometro sono finite, può davvero essere considerato il favorito numero uno di questa Vuelta.

Contador Alberto, 8.5:  gli manca ancora qualcosina per essere l’invincibile gladiatore pre-squalifica. Comunque, sembra il rivale più accreditato di Purito. 

Froome Chris e Valverde Alejandro, 7: non è la prima volta che dimostrano di soffrire gli scatti secchi e le pendenze impegnative. Soprattutto nel caso di Froome, che pure è messo meglio di Valverde in classifica, pare difficile poter fare la differenza in salita. Comunque la Vuelta è ancora lunghissima e il distacco di entrambi molto limitato.

Astarloza Mikel, 7: perché è l’immagine del ciclismo. L’ultimo fuggitivo ad arrendersi, quello che, anzi, prova addirittura a tenere testa ai migliori sulla rampa conclusiva…prima di sbandare, di piantarsi, di giungere ad un passo dall’appoggiare il piede a terra, travolto dalla fatica. Grande cuore.

Capecchi Eros, 7: in ripresa dopo la defaillance nella cronometro, si conferma un ottimo scalatore. Un piazzamento nella top ten è davvero alla portata.

foto tratta da bicibg.it

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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