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Il pagellone azzurro di Londra 2012

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Atletica, 5: il bronzo di Fabrizio Donato nel triplo, ciliegina sulla torta di una carriera troppo spesso limitata dagli infortuni, non salva un bilancio deludente. Comparse nella velocità e nel mezzofondo, non riusciamo ad emergere neppure nei concorsi (salti e lanci). Dopo il fattaccio Schwazer, inoltre, è naufragata anche la marcia, settore a noi storicamente favorevole. Se le riforme non saranno immediate e strutturali, l’atletica italiana è destinata a scomparire.

Badminton, 3: due sconfitte nette in due match per Agnese Allegrini. Ci si aspettava qualcosa in più. La 30enne viterbese, tuttavia, per la seconda volta di fila è stata l’unica rappresentante azzurra ad una Olimpiade. Il progetto della Federazione di investire sul vivaio è certamente lungimirante, ma procede a rilento. I risultati dicono che in questo sport siamo lontani anni luce dai vertici planetari.

Beach volley, 7: sembrava l’anno buono per sfatare il tabù olimpico, invece ancora una volta i quarti di finale si sono rivelati fatali. Greta Cicolari e Marta Menegatti fanno ormai parte del gotha internazionale, tuttavia difettano ancora dell’esperienza necessaria in alcuni frangenti che possono valere una carriera. Discorso analogo per Daniele Lupo e Paolo Nicolai. Nei prossimi 4 anni non si potrà che migliorare e forse a Rio 2016 sarà finalmente medaglia.

Canoa slalom, 10: il fuoriclasse Daniele Molmenti non ha deluso le aspettative, conquistando una meritatissima medaglia d’oro. Il 28enne friulano ha realizzato il Grande Slam di questa disciplina, vincendo Olimpiadi, Mondiali, Europei e Coppa del Mondo: nessuno come lui nella storia. Bene anche Clara Giai Pron, grande speranza azzurra per il futuro.

Canoa velocità, 4: solo applausi per Josefa Idem, che ha concluso una carriera irripetibile con un quinto posto di valore. Senza la 48enne italo-tedesca, tuttavia, il movimento si scopre mestamente nudo, senza punte e con lacune difficilmente colmabili nell’arco di qualche stagione. Serve una rifondazione completa.

Canottaggio, 4: la medaglia di Battisti-Sartori nel doppio non salva il bilancio, anzi lo mortifica ulteriormente, perché l’equipaggio vice-campione olimpico ha svolto la preparazione autonomamente presso le Fiamme Gialle, dunque fuori dal giro della Nazionale, dal quale invece sono fuoriusciti equipaggi completamente fuori condizione. La situazione precedente, con gli atleti che lo scorso anno avevano sfiduciato il ct De Capua, lasciava presagire un rendimento non all’altezza della situazione. Serve una rifondazione totale, compreso nel settore dei pesi leggeri, anch’esso uscito con le ossa rotte dall’avventura a cinque cerchi.

Ciclismo su strada, 5: un paio di medaglie sarebbero potute essere alla portata sia nella prova in linea maschile sia in quella femminile. Gli azzurri, purtroppo, non si sono rivelati impeccabili dal punto di vista tattico. Tra gli uomini un talento come Moreno Moser avrebbe fatto comodo, mentre tra le donne si è rivelato delittuoso non marcare come un’ombra la donna da battere Marianne Vos. Buono il quinto posto di Pinotti nella cronometro.

Ciclismo su pista, 3.5: è la media tra l’Olimpiade di Viviani (7) ed il voto che merita la Federazione (0). Non è possibile che l’Italia sia diventata una comparsa in una disciplina che storicamente ci ha riservato grandi soddisfazioni. La qualificazione del solo 23enne veneto la dice lunga su un settore ormai agonizzante e dove non sembra scorgersi alcuna volontà di cambiare la situazione. La Gran Bretagna, grazie al suo strapotere su pista, è diventata una corazzata anche su strada, dove può esporre con orgoglio fenomeni come Cavendish e Wiggins. La pista è propedeutica alla strada, ma nel nostro Paese questo sembra un concetto incomprensibile.

Ginnastica artistica, 7: bilancio migliore rispetto a Pechino 2008, perché è arrivata la medaglia di Matteo Morandi. Un podio lo avrebbero meritato anche Vanessa Ferrari ed Alberto Busnari, tuttavia ancora una volta le giurie si sono rivelate poco amiche della selezione tricolore.

Ginnastica ritmica, 6.5: un bronzo di valore, ma dalle tre volte campionesse del mondo in carica era lecito attendersi qualcosa in più. Questa volta nessun alibi: la Russia ha vinto con pieno merito.

Judo, 7: considerate le premesse, un’Olimpiade superiore alle attese. Un podio è stato conquistato (bronzo per Rosalba Forciniti) e non era affatto scontato. Buoni anche i quinti posti di Elio Verde e Giulia Quintavalle. I Giochi Olimpici, bisogna sottolinearlo, presentano dei tabelloni più agevoli rispetto a Mondiali ed Europei, in quanto ogni nazionale può schierare al massimo un solo atleta. L’Italia ha sfruttato al meglio questa opportunità e si è espressa complessivamente su buoni livelli, anche se la scuola francese e quella giapponese restano di un’altra categoria.

Lotta, 1: al di là della netta eliminazione al primo turno di Daigoro Timoncini, attribuiamo il voto a tutto il quadriennio precedente, nel quale i nostri rappresentanti hanno raccolto sconfitte su sconfitte (quasi sempre al primo turno) in ogni manifestazione internazionale. Un solo atleta qualificato alle Olimpiadi la dice lunga sulla qualità del movimento…

Mountain Bike, 7.5: bellissimo podio per Marco Aurelio Fontana, costruito con anni di fatica e regolarità ad alti livelli. Ora si attende l’esplosione del talento Gerhard Kerschbaumer. Tra le donne, prestazione al di sotto delle attese per Eva Lechner.

Nuoto, 2: Italia superlativa nel Mondiale pre-olimpico e poi disastrosa (e siamo generosi nell’utilizzare questo aggettivo) nell’appuntamento a cinque cerchi. Non è la prima volta che succede, dato che la situazione si era rivelata pressoché analoga anche ad Atene 2004 e Pechino 2008. In questa circostanza, tuttavia, il fallimento è stato completo. Tutti i big, o presunti tali, hanno deluso nettamente le aspettative. Federica Pellegrini ha pagato a caro prezzo i continui cambi di allenatore degli ultimi anni che ne hanno denotato una mancanza di progettualità tecnica. La 24enne di Spinea, inoltre, è sembrata ormai logora dal punto di vista mentale, appagata per i trionfi del passato e non più determinata a reggere la grande pressione che da sempre aleggia intorno a lei. E’ venuto meno anche Fabio Scozzoli, l’uomo dei grandi appuntamenti che ha si è smarrito proprio nell’occasione più importante. Ai limiti del patetico, poi, si sono rivelate le polemiche emerse tra i velocisti: si può vincere o perdere, ma in entrambi i casi bisognerebbe farlo con stile.

Nuoto di fondo, 7: Martina Grimaldi non fallisce mai i grandi appuntamenti, anche se, in tutta onestà, dall’emiliana ci si aspettava anche qualcosa in più del bronzo. Naufragio completo per Valerio Cleri, che ha confermato un declino iniziato già da un paio di stagioni.

Nuoto sincronizzato, 6: settimo posto previsto per Lapi-Perrupato. Da oltre un decennio il livello del nuoto sincronizzato italiano è questo: quando il definitivo salto di qualità?

Pallavolo, 6: il bronzo della nazionale maschile (voto 7) rappresenta il giusto premio per una squadra plasmata in poco più di due anni da Mauro Berruto. Un podio otto anni dopo l’argento di Atene non è un risultato disprezzabile. Brutta figura, invece, per la selezione femminile (voto 5), eliminata ancora una volta ai quarti di finale, questa volta però dalla modesta Corea del Sud. E dire che il potenziale delle azzurre non era mai stato così alto.

Pugilato, 8: tre medaglie testimoniano come l’Italia resti ai vertici internazionali. Mangiacapre costituisce il talento su cui puntare forte in vista di Rio 2016. Quanto accaduto a Roberto Cammarelle, tuttavia, lascia cadere pesanti ombre sulla credibilità di questo sport.

Sollevamento pesi, 4: decubertiniana la partecipazione di Mirco Scarantino, talento su cui si dovrà lavorare razionalmente in ottica futura. Per il resto, la pesistica italiana vive una delle sue peggiori epoche di sempre. In primavera aveva mancato la qualificazione l’eterna promessa Genny Pagliaro. Il problema ci sembra culturale: in questo sport, per emergere, servono sacrifici immani e fame di vittoria, tutte prerogative che non mancano nei Paesi asiatici o dell’Est Europa. Ma i nostri giovani hanno ancora voglia di faticare e dedicare la loro vita ad uno sport che richiede abnegazione assoluta?

Scherma, 9: se non ci fosse la scherma…Sette medaglie complessive, di cui tre d’oro. Il fioretto femminile non fallisce mai, rappresenta una cassaforte a prova di ladro. I colleghi uomini, invece, dopo aver fallito la prova individuale, si sono rifatti con gli interessi nella prova a squadre. Eppure si poteva fare anche meglio. In particolare non ha convinto il settore della spada, dove Paolo Pizzo, da favorito, è uscito ai quarti, mentre Navarria, Fiamingo e Del Carretto hanno mostrato solo una parte del loro grande potenziale. Irene Vecchi a parte, anche la sciabola femminile necessita di profondi rinnovamenti.

Sport Equestri, 6: Valentina Truppa ha pagato lo scotto della prima Olimpiade, ma il futuro è suo. Positive prestazioni nel completo per Vittoria Panizzon e Stefano Brecciaroli: il podio era oggettivamente lontano.

Tennis, 3: una delle più grandi delusioni dei Giochi. Ci si attendeva una medaglia, invece i quarti di finale si sono rivelati insuperabili sia per Errani-Vinci (sfortunate nell’incontrare le imbattibili sorelle Williams) sia per Vinci-Bracciali. Riteniamo in particolare che il doppio misto si sarebbe dovuto preparare meglio durante la stagione proprio in ottica Cinque Cerchi. Sottotono l’avventura di Pennetta e Schiavone, mentre Seppi e Fognini si sono arresi ad avversari superiori.

Tennistavolo, 3.5: due previste eliminazioni precoci per Monfardini e Bobocica. Dopo i fasti di metà anni 2000, siamo tornati a recitare il ruolo di comparse. Il dominio asiatico non rappresenti un alibi: nazionali come la Germania dimostrano che anche l’Europa può ben figurare sulla scena internazionale.

Tiro con l’arco, 9: l’Italia sul trono olimpico della prova a squadre maschile è un risultato  storico. Frangilli, Galiazzo e Nespoli rappresentavano forse la squadra azzurra migliore di sempre e non ha deluso le aspettative. In campo femminile bella avventura per Pia Carmen   Lionetti, giunta fino ai quarti di finale: con il probabile ritiro di Natalia Valeeva, si riparte da lei verso Rio 2016.

Tiro a segno, 10: cosa chiedere di più? Niccolò Campriani ha ottenuto la meritata consacrazione a cinque cerchi con un oro ed un argento. Un fuoriclasse che, appena 25enne, farà ancora a lungo le fortune dello sport italiano. Inaspettata ma straordinaria anche la medaglia d’argento di Luca Tesconi. In generale il livello complessivo della squadra si è rivelato molto alto, come dimostra anche il quinto posto di Giuseppe Giordano nella pistola 50 metri. Peccato per il settore femminile: da Elania Nardelli e Petra Zublasing (fidanzata di Campriani) era lecito attendersi qualcosa in più.

Tiro a volo, 8.5: un settore che non tradisce mai. Jessica Rossi a 20 anni ha già vinto tutto e, con le giuste motivazioni, può dominare la fossa femminile per quasi 2 decenni. Ottimo anche l’argento di Massimo Fabbrizi (trap), giunto a Londra da campione del mondo in carica. Pur senza brillare, promosso anche lo skeet (Lodde e Cainero hanno raggiunto la finale), mentre la grossa delusione è giunta dal double trap. In questo sport, tuttavia, il ricambio generazionale è continuo e diversi giovani talenti sono già in rampa di lancio.

Triathlon, 6: buon decimo posto per Alessandro Fabian, che dovrà progredire molto nella frazione podistica per ambire all’eccellenza di questa disciplina.Una caduta ha messo fuori gioco Anna Maria Mazzetti, mentre non ha brillato Davide Uccellari.

Tuffi, 5: eravamo Cagnotto-dipendenti, dunque il voto ne è una naturale conseguenza. La 27enne bolzanina sembra afflitta da una vera maledizione olimpica, con due quarti posti che profumano di beffe. Forse i giudici, soprattutto nel sincro, hanno influito sul risultato finale, ma è bene sottolineare come Tania non abbia disputato le sue migliori gare in carriera.

Vela, 4.5: un settore che è passato quasi sotto silenzio, ma che ha disputato un’Olimpiade fallimentare. Nessuna medaglia, due soli piazzamenti discreti del 470 (quarti gli uomini, quinte le donne). Questa volta non ha salvato il bilancio l’eterna Alessandra Sensini, così come non si è verificata una sorpresissima simile a quella di Diego Romero nel 2008. Il vivaio velico è molto interessante: riusciremo a portare i nostri giovani ai vertici mondiali?

federico.militello@olimpiazzurra.com

 

 

 

1 Commento

  1. franky

    14 Agosto 2012 at 11:20

    i miei top :

    taekwondo :i risultati sono sotto gli occhi di tutti, tra l’altro ho visto sul sito della federazione che il presidente ha origini asiatiche e ha un curriculum non male cosi come asiatico è l’allenatore (vedi ragionamento su coach stranieri), 2 atleti 2 medaglie perfetto ! ora bisogna allargare un po’ i praticanti ma questi successi fanno bene al movimento;

    tiro a segno/a volo : grande lavoro anche qua dei direttori tecnici che hanno permesso a due campioni (campriani,rossi) di arrivare nelle migliori condizioni e portare a casa le medaglie però tutta la squadra con poche eccezioni è stata competitiva, vedi argento di tesconi e fabbrizi, piazzamenti di lodde,cainero,bruno

    pallavolo/beach volley : premesso che l’italia femminile meriterebbe un voto molto basso, sono contento della prestazione dei ragazzi, quando contava hanno giocato con la cattiveria, con la voglia di vincere ora bisogna trovare un po’ di costanza; penso che comunque il settore femminile possa riprendersi, a livello giovanile abbiamo ottenuto prestigiose vittorie e abbiamo talenti (bosetti per prima); infine prenderei ad esempio il lavoro che ha fatto il beach volley negli ultimi anni : coach stranieri, buoni risultati durante l’anno (unica pecca : aver diviso e poi ricomposto la coppia maschile) e più che buoni risultati all’olimpiade, i ragazzi oltre le previsioni, le ragazze un po’ sfortunate e non ancora al livello; in ottica rio è importante creare nuove coppie perché più concorrenza interna fa bene

    ginnastica artistica : a me è piaciuta la nostra spedizione, noi abbiamo la possibilità di giocarcela in qualche specialità e l’abbiamo fatto, una medaglia di bronzo e due di legno aspettando in particolare le giovani anche se la concorrenza è altissima

    la scherma ovviamente neanche la nomino 🙂

    flop :

    atletica: via il presidente federale, via tutti, bisogna ripartire, puntare sui giovani ma non per poi disperderli nel passaggio ai senior; i talenti anche oggi ci sono : derkach, angioi, stecchi, tricca ecc vediamo di non perderli e di non adagiarci sugli allori esaltando i risultati di un olimpiade in cui ci sono da salvare solo i triplisti, le donne della marcia, la straneo, pertile e qualche risultato in pista (abate, solo perché è giovane bencosme)

    ciclismo : bene la mountain bike al maschile dove abbiamo fontana che con questa medaglia potrebbe entrare in una nuova dimensione, inoltre è in età di piena maturazione, insieme al ragazzo giovane che si è già ben comportato e nel futuro farà bene; ciclismo su strada male per il risultato ma la condotta di gara è stata buona,per lo sviluppo di questo settore sono più fiducioso rispetto al ciclismo su pista, miniera per le altre nazioni, da noi solo viviani che comunque meriterebbe un buon voto; urgono tecnici stranieri perché questa disciplina è cambiata molto da quando eravamo protagonisti; ancora troppo immaturo e giovane il nostro “movimento” BMX

    canoa velocità/canottaggio : in tutto una medaglia (certamente non per merito della federazione) e 3 finali se non sbaglio (di cui una dell’immensa idem); nel canotaggio cacciato de capua, io punterei su tecnici stranieri o su postiglione che ho letto essere stato nominato allenatore dell’anno e aver ottenuto ottimi risultati; nella canoa se possibile siamo presi anche peggio

    nuoto : se ne è parlato fin troppo, dico solo che anche qua i talenti ci sono non disperdiamoli

    non giudicabili lotta e sollevamento pesi, dove eravamo solo comparse e la colpa non può essere solo degli atleti ma soprattutto delle federazioni; sfortunata la nostra unica occasione nel tennis, bene il pugilato anche se alcuni pugili potrebbero fare ancora meglio, male la vela dove però vivevamo di sensini (speriamo linares nel futuro) e qualche sorpresa, benino il judo ma essendo, penso, la disciplina di arte marziale più sviluppata in italia (e i qualificati alle olimpiadi lo dimostrano) mi aspetto qualche medaglia/prestazione in più

    infine per le prossime olimpiadi punterei sul triathlon, mi sembra un movimento in crescita, ho visto anche sul sito della federazione che si sta cercando di estendere lo sviluppo in tutte le regioni

  2. Chosenone

    13 Agosto 2012 at 23:20

    Anch’io in linea di massima sono d’accordo con i giudizi (non è mai facile fare le pagelle!); mi permetto un paio di commenti.
    Sull’atletica: sono anni che si dicono le stesse cose, io sto un po’ perdendo le speranze riguardo le riforme strutturali di questa disciplina, soprattutto perché dovrebbero partire già a livello educativo, con più sport nelle scuole (il modello secondo me sono gli USA); ma sappiamo quanto ci vuole affinché cambi qualcosa in questo Paese..Inoltre il miraggio di sfondare nel calcio o, in maniera minore, in altri sport di squadra, ci priva spesso di atleti che potrebbero avere un futuro nell’atletica (peraltro questo avviene sicuramente anche in altri paesi, basti pensare a che atleti pazzeschi ci sono in NBA o NFL, o all’opposto della nazionale femminile di volley Destinee Hooker che aveva 1.98 (!) nel salto in alto al college). Il vero “problema” però è che, soprattutto nella corsa, ma non solo, stanno emergendo realtà nuove con risorse umane vastissime, di cui noi non disponiamo; la Giamaica ne è un esempio ormai affermato, ma basti pensare a quali paesi si sono messi sulla cartina a Londra (Grenada, Uganda, Botswana..un Trinidegno ha vinto il giavellotto!). Non dimentichiamo che le grandi nazioni europee spesso si affidano,naturalmente in maniera più che legittima, ad atleti, diciamo così, non propriamente autoctoni (la stessa Gran Bretagana, ad esempio, con Farah e la Ennis); una risorsa che l’Italia, per motivi storico-cultutrali, può sfruttare meno.
    Sono d’accordo con Gabriele sull’opportunità di avvalersi di tecnici stranieri nel nuoto (probabilmente, a conti fatti, la Pellegrini avrebbe fatto meglio a restare con Lucas, anche se viste le prestazioni delle sue avversarie imporsi sarebbe stata comunque durissima). Sui tuffi invece mi sento di spezzare una lancia in favore di Tania Cagnotto, la quale nell’individuale ha fatto in pratica 2 volte il personale, ma ha trovato sulla sua strada la gara della vita della messicana (e tanta sfortuna..).
    Sul tennis, anch’io credo che la vera chance di medaglia ci sia stata tolta dagli accoppiamenti del tabellone, che ha opposto le Williams a Errani/Vinci, anche perchè si giocava sull’erba di Wimbledon, dove nel singolare non abbiamo certo ottenuto risultati esaltanti negli ultimi anni, a differenza della terra del Roland Garros.
    Infine sul ciclismo: sicuramente da rivedere quello su pista, che poi incide in maniera molto più pesante sul medagliere; per quanto riguarda quello su strada, secondo me la gara Olimpica in linea fa storia a sè e non è molto indicativa (chiedere a Cavendish..); il problema del nostro movimento riguarda i grandi giri, dove scarseggiano sprinter di altissimo livello e cronoman (bravo Pinotti, ma ne servirà uno più competitivo per le medaglie a Rio!) con i nostri colori, e abbiamo il solo Nibali come corridore da classifica generale, peraltro anch’egli debole a cronometro..
    Vorrei concludere dicendo che, visto il livello della cultura sportiva in Italia, che durante i Giochi si ha l’opportunità di saggiare (gente che denigra gli sport minori, si lamenta dei premi in denaro agli sportivi, o addirittura del fatto che le Olimpiadi tolgono visibilità al calcio sui media..ad agosto!!), a me sembra un mezzo miracolo ogni volta che otteniamo un successo, spesso con atleti che si sacrificano e allenano nell’indifferenza (quasi) totale..per questo ringrazio comunque i nostri Azzurri!
    Scusate se mi sono dilungato; grazie, buon lavoro e buon quadriennio di avvicinamento a Rio!

  3. Gabriele

    13 Agosto 2012 at 18:29

    In generale condivido i voti di Federico, ma su qualcosa non sono completamente d’accordo. Il problema del sollevamento pesi, ad esempio, è soprattutto tecnico (modesto parere, ci mancherebbe!). Se ai mondiali che assegnavano i pass olimpici non si fosse cercato di strafare, probabilmente avremmo portato una Pagliaro in condizioni tecniche e mentali ben diverse da quelle in cui si trova ad incominciare la nuova stagione.
    Il 3 assegnato al tennis mi sembra troppo severo; certamente il bilancio è scarso ma in fin dei conti l’unica gara sulla quale puntare seriamente era il doppio Errani-Vinci eliminato ai quarti di finale dalle più forti. Forse solo il doppio misto poteva fare qualcosina in più.
    Mi pare che manchi il giudizio sul taekwondo. Io assegnerei un bell’otto. Un oro e un bronzo con gli unici due rappresentanti sono un ottimo bottino. Se avesse qualificato anche due donne potremmo forse parlare di un dieci!
    Sull’atletica sarei più severo e sul nuoto è interessante notare che Luca Sacchi si è chiesto se non sia il caso di puntare su uno o più tecnici stranieri. L’uscita di Magnini è discutibile ma mette a nudo una debolezza di cui sono convinto: Castagnetti è insostituibile, non abbiamo altri tecnici al suo livello. O si punta su un “guru” americano, australiano, magari ungherese o francese, o si affonda.
    Anche il ciclismo forse necessita di persone nuove. Purtroppo, però, non credo sia possibile modificare gli attuali assetti “politici” all’interno delle federazioni e/o nei rapporti col CONI, che avrebbe il dovere di intervenire per invertire la rotta. Forse dobbiamo rassegnarci ad anni di anonimato sia nel nuoto che nel ciclismo. Ma attenzione, se non recuperiamo competitivà nel ciclismo e nel nuoto, con gli stranieri che insidiano sempre più il nostro predominio nella scherma (c’è il rischio di una razzia di tecnici e maestri del fioretto), non so fra quattro anni di quale medagliere staremo parlando…
    Infine una piccola considerazione su Cagnotto e Dallapé: lungi da me l’idea di infierire in un momento così, ma a furia di parlare di cinesi imbattibili non vorrei che si fossero messe inconsciamente dei paletti da sole. Non si tratta di presunzione, si tratta di lasciare che l’avversario dimostri coi fatti la propria superiorità. Si dà il caso che alla Cina siano sfuggite ben due medaglie d’oro…
    Bene, il quadriennio è appena cominciato, ci “sentiamo” presto!

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