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Giorgia Campana in esclusiva: “L’Olimpiade? Un sogno”

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151cm di destrezza e di dinamismo. 44kg di grinta e potenza. Simpatia e risata contagiosa. Semplicemente Giorgia Campana. Diciassette anni, da Roma. Una delle cinque ragazze che a Londra hanno tenuto alto l’onore della ginnastica artistica italiana portando a casa un impensabile e storico settimo posto a squadre. Già promessa da juniores si è poi fatta largo tra le grandi conquistando un bronzo europeo a squadre in quel di Bruxelles. È campionessa italiana alle parallele, nonché trascinatrice della Olos Gym 2000 insieme a Ilaria Bombelli e Chiara Gandolfi (la Banda, come amano nominarsi). In esclusiva per Olimpiazzurra la voce e l’emozione di Giorgia Campana.

 

 

Giorgia, cos’è un’Olimpiade?

L’Olimpiade è il sogno di ogni atleta. La meta a cui ambisce ogni agonista. La massima espressione dello sport. Questo è quello che percepisco di questa parola”.

Cambia la vita e la testa? C’è una Campana prima di Londra e dopo Londra?

Ti cambia la vita relativamente. Ovvio, se vinci una medaglia te la cambia parecchio (ride, ndr). Se si va ad analizzare il fattore economico, beh quello dipende dallo sport e dalla Nazione, ma ovviamente io parlo del fattore personale e della gioia immensa che si prova partecipandovi. Mi ha cambiata perché adesso sono più sicura di me stessa; consapevole di quello che valgo e di ciò che faccio.

Ti va di raccontarci l’esperienza momento per momento?

L’arrivo è stato molto emozionante e lungo, perché abbiamo dovuto svolgere molte procedure politiche e tecniche prima di arrivare nel nostro appartamento. Chiedevamo sempre il confronto con Pechino a Vany (Vanessa Ferrari, ndr), ma lei rispondeva con poco entusiasmo (non ama ricordare quell’esperienza, non le piace parlarne). I primi giorni di allenamento erano di assestamento per poter ritrovare il giusto equilibrio visto che eravamo incantate da tutto ciò che vedevamo.

Nella qualifica eravamo agitatissime: Betta (Elisabetta Preziosa, ndr) la sera prima della gara ha avuto un crollo emotivo e Carlo (Carlotta Ferlito, ndr) al primo attrezzo ha addirittura tirato fuori qualche lacrimuccia. L’obiettivo era entrare nelle prime otto squadre e dopo la sconfitta dei Mondiali di Tokyo (ottennero un amaro nono posto che le costrinse al Test Event per arrivare a Londra, ndr) era doveroso riuscire a riscattarsi. Data la tensione, si sono verificati alcuni errori sia in Casa Italia che nel resto del Mondo, comprese alcune star della ginnastica mondiale e compresa me! Nonostante ciò, siamo riuscite a centrare la finale.

Il giorno della finale ho cercato di riscattarmi dall’errore di qualche giorno prima centrando in pieno questo obiettivo. Morale: la squadra italiana si classifica al settimo posto, risultato storico. Finite le mie gare ho iniziato a tifare i nostri compagni italiani. Albe (Alberto Busnari, quarto al cavallo con maniglie, ndr) ha fatto del suo meglio: è stato giusto così, anche se dispiace. Per quanto riguarda la gara del Dog (Matteo Morandi, bronzo agli anelli, ndr) non pensavamo che il brasiliano scavalcasse tutti (anche se del settore maschile non me ne intendo moltissimo); speravamo di più ma ci hanno spiegato che anche per lui era difficile arrivare ancora più in alto. Per quanto riguarda Vany l’amarezza è stata tanta, la delusione altrettanto. A me piace da morire la russa Mustafina, ma anche lei ha fatto delle imprecisioni. Questo regolamento non è corretto a mio parere….

Il villaggio olimpico com’è? Hai incontrato qualcuno di interessante?

Sì, incrociavamo in giro (soprattutto a mensa) personaggi famosi di tutte le nazioni ma ci vergognavamo a fermarli (ride, ndr). Siamo comunque riuscite a farci delle foto insieme. Tra i miei preferiti sicuramente Usain Bolt (il velocista giamaicano ormai entrato nella storia dell’atletica leggera, ndr), Michael Phelps (nuotatore statunitense, l’atleta più medagliato della storia olimpica, ndr), Tom Daley (giovane tuffatore britannico di bronzo dalla piattaforma, ndr). Il villaggio ti dà la sensazione di metterti alla pari con i grandi campioni, come a dire: “viviamo nello stesso posto, mangiamo insieme e tutti siamo lì per la stessa cosa”.

Hai allacciato qualche rapporto particolare con altri azzurri di altre discipline?

Beh poco o niente perché facevamo orari diversi. Il tragitto era allenamenti-casa e viceversa. Ho legato però con Rosalba Forciniti (la judoka calabrese, bellissimo bronzo nella categoria -52kg, ndr). L’abbiamo conosciuta meglio perché alloggiava nella nostra casina. È una bravissima persona con un carattere forte e determinato. La sera prima della nostra gara ci ha consolate perché eravamo tese, un gesto che abbiamo apprezzato moltissimo. Adesso sono rimasta in contatto con lei tramite facebook e twitter.

Un altro atleta che conosco è Carlo Molfetta (stupendo oro nel taekwondo, categoria +82kg, ndr). Si allena anche lui all’Acqua Acetosa a Roma: oltre a essere fortissimo è veramente un simpaticone. Sono stata felicissima per lui. In questi giorni ci stiamo vedendo lì in palestra ma lui è super impegnato, è richiesto ovunque. È giustamente il prezzo che si paga essendo Campione Olimpico!

Poi c’è il pesista Mirco Scarantino, un prodigio. Anche lui si allena nello stesso impianto di Roma. Alla mia età è già campione europeo e vicecampione mondiale (titolo conquistato proprio settimana scorsa, ndr, cliccate qui per leggere l’articolo). Frequenta la mia stessa scuola…”.

Cosa si prova ad entrare nella storia della ginnastica?

Entrare nella storia della ginnastica mi fa sentire fiera di me. Significa che tutti i sacrifici che ho fatto sono stati ripagati. Ormai è scritto: anche fra vent’anni, rimarrà sempre il ricordo di quel settimo posto.

E il tuo esercizio è stato di assoluto rilievo… Con una preziosa aggiunta nel finale.

Sì esatto. C’è un giro e mezzo in più rispetto all’esercizio degli assoluti, collegato con l’uscita”.

Le tue parallele sono sempre tra le migliori in Italia. Secondo te cosa ti rende speciale in questo attrezzo? C’è qualche movimento preferito o che definisci punto di forza?

In realtà da piccolina non ero per niente brava alle asimmetriche, avevo sempre le mani aperte (una cosa che mi porto ancora dietro) e non riuscivo mai ad andare avanti con il programma. Poi avendo avuto spesso infortuni agli arti inferiori, ho potuto concentrarmi solo su questo attrezzo e da lì le parallele hanno iniziato a piacermi. Il mio allenatore, Mauro Di Rienzo, è molto bravo ad insegnare questo attrezzo perché non è un caso che anche Chiara Gandolfi e Ilaria Bombelli (sue grandi amiche e compagne di squadra nella splendida realtà della Olos Gym 2000, ndr) eccellano nella specialità. Negli ultimi anni mi sono concentrata tanto su quest’attrezzo e ne ho avuto la conferma proprio agli Assoluti di quest’anno: a Catania ho conquistato il titolo di Campionessa Assoluta alle Parallele Asimmetriche!”.

Il clima di squadra com’era? Ora c’è qualcosa che vi legherà per sempre indelebilmente…

Ormai con le altre ci conosciamo da tanto tempo. Tra di noi c’è sempre stata una sorta di rivalità per conquistarci il posto in squadra ma al di fuori della palestra ci siamo sempre volute bene. Quando gareggiamo per la stessa nazione, sparisce ogni cosa e emerge solo la voglia di rappresentare l’Italia dando ognuna il proprio massimo. La squadra italiana non è sempre la stessa in ogni gara; siamo sempre noi alla fine, ma non sempre le stesse. Però noi cinque ormai siamo “quella” squadra e in un certo senso siamo legate dal fatto che solo noi cinque abbiamo vissuto quella determinata esperienza insieme. Per questo abbiamo deciso di tatuarci i cinque cerchi. Senza togliere nulla alle altre ginnaste: Francesca (Deagostini, ndr), Chiara (Gandolfi, ndr), Giulia (Leni, ndr), Emily (Armi, ndr), Serena (Licchetta, ndr) etc. a cui voglio molto bene”.

Ora si ritorna alla vita normale. Sempre alla Olos con le altre due pazze della banda. Obiettivi e propositi per il futuro?

Si sono tornata alla mia solita vita, un pochino più tranquilla. Mi alleno sempre al Centro Tecnico Federale di Roma insieme alle mie compagne di squadra Chiara e Ilaria. Loro sono molto di più di semplici compagne, le conosco da quando eravamo veramente piccole già nel lontano 2003. Si può dire che ho vissuto più tempo con loro che a casa con i miei (ride con gusto, ndr). Tra noi c’è un’amicizia speciale! Io sono della Nuova Tor Sapienza ma gareggio per la Olos da molti anni ormai solo per le gare di squadra. Quest’anno ancora non so dove gareggerò in serie A, ma credo che rimarrò sempre con loro.

Riguardo ai miei obiettivi, per calendario viene prima la serie A che servirà per rimettermi in forma e poi si vedrà. I miei obiettivi li ho raggiunti tutti ma se verrà anche qualcos’altro ben venga!”.

Cos’è, per te, la ginnastica artistica?

È tutta la mia vita. L’intera vita l’ho dedicata a lei”.

 

stefano.villa@olimpiazzurra.com

 

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