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Ciclismo

Mondiali di ciclismo: sarà un’Italia d’assalto?

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In tarda mattinata Paolo Bettini ha annunciato undici nomi, dai quali ne varranno scelti nove per correre la prova in linea maschile elite ai Mondiali di ciclismo su strada. Andiamo ad analizzare le potenzialità dei singoli, e come la squadra potrebbe muoversi per cercare una vittoria che potrebbe sembrare lontana.

Il capitano designato dovrebbe essere, per i risultati dell’ultima stagione, Vincenzo Nibali. Il siciliano si è dimostrato in ottima forma al recente Giro di Padania, dove ha vinto una tappa e la classifica generale. Ha terminato sul podio le ultime due Monumento cui ha partecipato, arrivando terzo anche al Tour de France. Nibali, per ottenere il successo, deve arrivare sul traguardo in solitaria, e non è detto che non ci possa riuscire, magari con un attacco sulla penultima salita.

Dovrebbe essere sicuro del posto, col ruolo di seconda punta, anche quel Moreno Moser che tanto ha entusiasmato quest’anno. Ha vinto il Laigueglia con un attacco sull’ultima ascesa, ha vinto il GP Francoforte con un’attacco all’ultimo chilometro. Ha vinto la prima tappa del Giro di Polonia con una volata lunga, l’ultima con un attacco a 700m dalla conclusione. Grazie a questi due successi parziali si è aggiudicato anche la classifica finale. Dopo due mesi di lontananza dalle prime posizioni della classifica, l’altra sera Moreno è tornato a convincere con un secondo posto al GP ciclistico di Montreal, in Canada.

Un altro corridore che si è espresso bene nelle ultime settimane risponde al nome di Oscar Gatto. Il veronese ha vinto 2 corse convincendo sempre col numero attaccato sulla schiena. Dopo una buona prima parte di stagione, che ha coinciso anche con la Campagna del Nord, si è ammalato al giro d’Italia senza essere riuscito a dare la zampata vincente. Ad agosto è tornato a graffiare, sbloccandosi alla Coppa Placci/Giro del Veneto e conquistando il secondo successo al Giro di Padania.

Ha vinto ad agosto, precisamente il 23, anche Diego Ulissi, che si è imposto al GP Industria Commercio Artigianato Carnaghese. Non riusciva ad alzare le braccia al cielo da marzo, quando aveva fatto sue due tappe alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali. Oltre a questi risultati si è comportato bene anche al GP Plouay e al GP di Quebec. Abile in salita e veloce allo sprint, è adattissimo ad un percorso come quello di Valkenburg, al pari di Gatto. Entrambi giovani, potrebbero essere sottovalutati dagli avversari: una fuga a due giri dalla fine potrebbe veramente far sognare tutti gli appassionati del Bel Paese.

Hanno corso, e bene, negli ultimi tempi anche due corridori esperti come Rinaldo Nocentini e Luca Paolini. Il primo, adatto al Cauberg come dimostrato all’Amstel questa primavera, esce in ottima forma dalla Vuelta che l’ha spesso visto tra i primi negli ordini d’arrivo. Il secondo è un punto fermo della Nazionale da anni, grazie anche ad un’ottima capacità di leggere la gara dal punto di vista tattico. Nelle ultime gare disputate difficilmente è uscito dalla top 10, così come frequentava spesso quelle zone della classifica anche ad aprile.

Si è appena sposato, ma ciò non vuol dire che non sia pronto a ben figurare, Marco Marcato. In ombra nella prima parte di stagione, sembra essersi risvegliato proprio in vista dell’appuntamento iridato. Anche lo scorso anno il suo rendimento aveva seguito una linea di questo genere e dovrebbe essere in grado di dare il meglio di sè. Veloce allo sprint, non disdegna le difficoltà altimetriche che possono mettere in difficoltà gente con uno spunto migliore del suo.

Tra gli undici scelti da Paolo Bettini risulta esserci anche Giacomo Nizzolo. Lo sprinter milanese, che ha dimostrato di essere in un ottimo stato di forma ad inizio agosto, regge meglio di molti colleghi in salita, ma non per questo va ritenuto meno prestante in volata. Se dovesse essere inserito nella formazione, il suo compitò sarà quello di restare in gruppo conservando più energie possibili per reggere l’ultimo passaggio sul Cauberg. Se dovesse essere tra i primi a quel punto della corsa, quando mancheranno 1500 metri al termine, non va certamente escluso dal pronostico. L’incognita rimane la condizione fisica, che dopo le splendide prove di una trentina di giorni fa dovrebbe essere in calando.

Escono dalla Vuelta, e dovrebbero avere quindi delle buone gambe, Dario Cataldo ed Eros Capecchi. Partiti entrambi per fare classifica, non sono stati in grado di tenere il ritmo dei migliori. Se Cataldo ha vinto una tappa, Capecchi non è riuscito a fare altrettanto. Il primo sembra avere più possibilità di poter far parte dei nove in quanto, più abile come passista, potrebbe rivelarsi utile al fine di chiudere su eventuali fughe in cui non dovessero essere compresi atleti azzurri.

E’ mancato forse qualcosa anche a Matteo Trentin. Nonostante possa svolgere un ottimo lavoro per i capitani, da gennaio non è ancora riuscito a lasciare il segno. Le sue abilità non sono certo in discussione, e non è un caso che un certo Tom Boonen lo voglia spesso e volentieri al suo fianco nelle classiche più impegnative, ma anche per la tipologia del percorso di quest’anno è indiziato ad essere una delle due riserve. Nei prossimi anni, a partire dal 2015, i percorsi dovrebbero tornare ad essere meno impegnativi, ed un passista veloce come lui potrebbe recitare un ruolo di primaria importanza. Non è esclusa, comunque, una sua presenza. Si potrebbe rivelare utile sia con una fuga dalla lunga distanza sia proteggendo i capitani magari meno esperti e meno abili a “limare”.

La tattica di gara che potrebbe portarci alla vittoria è semplice e immediata: attaccare. Non partiamo da favoriti e in uno scontro faccia a faccia negli ultimi 5 km con gli avversari le nostre quote non sarebbero certamente le più basse. Con 7 atleti potenzialmente in grado di dire la loro quantomeno per un piazzamento, i colori azzurri dovranno infiammare la corsa, specialmente negli ultimi 3 giri. Il percorso presenta differenti tratti in cui si può attaccare. A partire dal Bemelerberg e dal successivo tratto in falsopiano già decisivo nel ’98 sia nella gara professionisti che tra i dilettanti. Inutile presentare lo strappo del Cauberg, sede di arrivo dell’Amstel Gold Race, che terminerà a 1700m dalla conclusione. Anche in questo tratto in leggera discesa con uno scatto secco e in contropiede si potrebbe decidere la corsa.

La nazionale di Bettini non sarà favorita, questo titolo lo detengono Belgio e Spagna, ma è ricca di corridori che possono rispecchiare la filosofia del Bettini corridore: andare in avanscoperta, selezionando il gruppo. Servirà intelligenza tattica e un buon gioco di squadra. Lo schema tattico potrebbe rispecchiare quello del Mondiale 2010 a Geelong, nonostante quel percorso fosse molto meno impegnativo. Se anche non dovesse arrivare il risultato importante, in ogni caso, non sarebbe il caso di demoralizzarsi. La squadra è giovane e per molti è il primo appuntamento di questo rilievo con la maglia azzurra.

gianluca.santo@olimpiazzurra.com

foto: bicibg.it

5 Commenti

1 Commento

  1. franky

    14 Settembre 2012 at 15:56

    condivido anche io la critica a una federazione questa volta troppo severa nonostante siano molto apprezzabili gli sforzi che stanno facendo in favore della lotta al doping
    per quanto riguarda la squadra sono quelli che ci si aspettava con mie personali sorprese marcato, corridore che mi piace ma in ombra quest’anno anche se si sta riprendendo, e nizzolo, però un velocista come lui in buona forma potrebbe essere una carta buona seppur rischiosa. Trentin piace a molto bettini, cataldo è un polivalente e alla vuelta ha fatto il numero, capecchi ha fatto buone cose soprattutto nella prima settimana; tra gli assenti io personalmente non sò se avrei portato qualcuno tra i vari cunego, ballan, visconti. Si la tattica deve essere offensiva anche perché non abbiamo un corridore in grado di fare la differenza :moser e ulissi credo e spero che lo saranno in futuro per nibali è percorso troppo da scattisti anche se lui sa adattarsi, tutti gli altri sono corridori buoni anche ottimi ma non c’è un campione; la squadra comunque mi piace guidati da un paolini sempre molto lucido e un nocentini in grande forma

  2. Federico Militello

    14 Settembre 2012 at 14:55

    Il problema è che il problema doping non viene trattato alla stessa maniera in tutti il mondo. Ci sono nazioni rigorose come Italia e Francia ed altre permissive oltremodo come Brasile e Spagna. Per non parlare di quelle asiatiche…
    Senza una progettualità comune sul modo di agire, il problema non verrà mai risolto.

  3. seveweb

    14 Settembre 2012 at 11:17

    Purtroppo la lotta, anzi la guerra, al doping nello sport, e nel ciclismo in particolare, è quasi sempre perdente. Le scelte della Federazione sono decisamente border line ma non vedo altro sistema per coltivare una fiammella di speranza di ripulire l’ambiente.
    Il problema è che all’estero non fanno altrettanto ad esclusione della Francia dove hanno iniziato prima di noi la pulizia ‘totale’.
    La Federazione Internazionale non è sicuramente al’altezza visto l’ultima proposta del presidente di cancellare tutto con una maxi amnistia.
    Mezzi drastici per un problema che speriamo non sia indelebile.

  4. Federico Militello

    12 Settembre 2012 at 14:42

    Giusto puntare sui giovani, ma sbagliatissimo ed irrazionale punire degli atleti solo perché indagati e non ancora condannati. Secondo il diritto italiano, sino al momento della sentenza definitiva si ha sempre la presunzione di innocenza. La Federazione ha violato questo principio: una scelta che non condivido.

  5. seveweb

    12 Settembre 2012 at 08:30

    Meglio giovani e speriamo puliti… io condivido la linea della federazione italiana nella speranza che anche le federazioni estere si adeguino.

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