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Roberto Cammarelle: “I regolamenti mi impediscono di andare a Rio 2016”
Roberto Cammarelle avrebbe voluto partecipare alla sua quarta Olimpiade a Rio de Janeiro 2016, ma non potrà farlo a causa dei regolamenti dell’Aiba, secondo cui ai Giochi non possono essere schierati atleti di età superiore a 34 anni (Clemente Russo, invece, seppure per un soffio, sarà invece eleggibile per la competizione brasiliana qualora lo ritenesse opportuno).
“l regolamento, che vieta agli over 34 di partecipare ai Giochi Olimpici nel pugilato, non mi permetterà di partecipare a Rio 2016. Su questo argomento ci sono stati dei fraintendimenti. Andrei di corsa in Brasile se potessi, ma purtroppo le regole me lo impediscono”, ha affermato il campione olimpico di Pechino 2008, scippato letteralmente del bis dal britannico Anthony Joshua a Londra (clicca qui per leggere l’articolo). Viene da chiedersi perché il pugilato sia l’unica disciplina che preveda un limite massimo di età per la partecipazione ai Giochi.
Il 32enne di Cinisello Balsamo, tuttavia, ha dichiarato che continuerà a combattere, anche se non è ancora chiaro se passerà o meno tra i professionisti, mondo che ha sempre guardato con scetticismo: “Finché mi sentirò un atleta, troverò i miei obiettivi e cercherò di raggiungerli. Non avrò più il sogno olimpico, ma direi che posso essere soddisfatto di quella che è stata la mia carriera a cinque cerchi. Il prossimo traguardo sono i campionati italiani che si disputeranno a dicembre a Ponte Galeria”.
Il più grande pugile italiano dell’ultimo ventennio, di certo tra i migliori di sempre, è poi tornato sul fattaccio della finale olimpica: “Ormai l’ho accettato. E’ passato del tempo e guardo al lato positivo della vicenda, ovvero la conquista di una medaglia d’argento, di cui posso certamente vantarmi. Per quanto riguarda i giovani, posso dire di essere contento che i miei gesti siano d’ispirazione, anche se non ho mai fatto nulla affinché venissi preso ad esempio. Comportarsi bene ed essere dignitosi al massimo è un qualcosa che va al di là dello sport. Può esserci un verdetto ingiusto, ma quando hai la coscienza pulita nulla può fare male più di tanto”.
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Foto: Lettera43.it