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Ciclismo

Bye bye, Lance Armstrong

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In fondo, non è più un problema di ciclismo. E’ un problema dell’organismo che comanda il ciclismo a livello globale, ovvero l’UCI. Perché nella frase “Lance Armstrong non ha posto nel ciclismo”, pronunciata oggi dal presidente federale Pat McQuaid, c’è tutto e il contrario di tutto.

Anzitutto, c’è la conclusione-inimmaginabile, fino a pochi mesi fa-di quella che molti hanno ribattezzato la più grande truffa nella storia dello sport. L’UCI infatti ha accolto la requisitoria dell’USADA, l’agenzia antidoping statunitense, decidendo di cancellare i sette Tour vinti dal texano: molto probabilmente senza riassegnarli, ovvio, perché sarebbe davvero un gioco al massacro scovare un atleta lontano da ogni sospetto, in quel periodo tra il 1999 e il 2005.

Ma in quella dichiarazione, c’è spazio anche per un interrogativo sibillino e profondo al tempo stesso: possibile che l’UCI  non sapesse? Sembra strano, molto strano che un sistema di doping così scientifico e articolato, riguardante non solo Armstrong ma tutta la US Postal, abbia potuto funzionare in barba ai numerosi ed efficaci controlli che venivano fatti. Eppure, nonostante un vento nefasto attorno all’americano si fosse sollevato già in quegli anni (chiedere, per esempio, a Filippo Simeoni), nessuno, al vertice del ciclismo mondiale, ha mai voluto approfondire: basti pensare che il grande capo di allora, il belga Verbruggen, riveste oggi l’incarico di presidente onorario, da quanto la sua opera sia stata ritenuta integerrima e pulita.  Solo oggi, di fronte a prove incontrovertibili e a un fascicolo di mille pagine di fatti, testimonianze e racconti, l’UCI si deve ricredere, deve smontare quel fenomeno che ha garantito palate di miliardi, sotto forma di sponsorizzazioni, al mondo del pedale.

Siamo davvero sicuri che la federazione internazionale non abbia mai compreso nulla del pauroso sistema di Armstrong e dei suoi “postini”? O forse, più probabilmente….è possibile che questo stesso organismo abbia insabbiato tutto, in virtù del proprio interesse? Ai posteri l’ardua sentenza. Per intanto, quel che è certo è che Lance Armstrong è uscito per sempre dagli almanacchi del ciclismo.

foto tratta da latimes.com

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

53 Commenti

1 Commento

  1. Chosenone

    22 Ottobre 2012 at 22:02

    Io sono il primo degli anti-complottisti, ma è più facile spiegarla così in questo caso..

  2. Marco Regazzoni

    22 Ottobre 2012 at 17:33

    Sì, per quanto la “teoria del complotto” sia sempre difficilmente dimostrabile, stavolta propendo anch’io per questa ipotesi.

  3. Chosenone

    22 Ottobre 2012 at 14:38

    E’ possibile che l’UCI abbia insabbiato tutto? Oh sì che è possibile..anzi, è probabile.. visto quello che è emerso!!

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