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Ciclismo su pista: ottime prospettive azzurre

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Il ciclismo su pista tricolore è pronto a rinascere. Certo, come abbiamo avuto di dire in più di un articolo, mancano le strutture e una seria politica federale in tal senso: tuttavia, i risultati delle ultime settimane, ovvero della prima prova di Coppa del Mondo in Colombia e degli Europei in Lituania, lasciano davvero ben sperare.

Nelle due vittorie ottenute a Calì e nelle tre medaglie (un oro e due bronzi) di Panevėžys l’aspetto senza dubbio più positivo è la giovane età dei nostri atleti: si è infatti formato, sia tra i ragazzi sia tra le ragazze, un gruppetto di ventenni molto interessante, in grado di ben figurare sin da subito. L’unica eccezione è Angelo Ciccone, veterano del gruppo che, a 32 anni, ha conquistato il bronzo continentale nell’americana assieme ad Elia Viviani: proprio a partire dal ventitreenne veronese, la nazionale si configura però come il trionfo della linea verde. Elia, oro nella corsa a punti, ha già una certa maturità, che gli deriva senz’altro dall’alternanza di esperienze tra strada e pista: questa deve essere la via maestra da seguire negli anni a venire.

Michele Scartezzini, Liam Bertazzo, Paolo Simion e Ignazio Moser sono tutti esponenti della classe 1992: assieme a Viviani (con Scartezzini e Simion che si sono alternati tra eliminatorie e finale), costituiscono la squadra dell’inseguimento capace di conquistare uno scintillante bronzo in Lituania. Il primo, nato a Isola della Scala esattamente come l’atleta della Liquigas, corre tra i dilettanti con la Trevigiani Dynamon Bottoli: quest’anno, per lui, una vittoria al Trofeo Città di Garrufo e dei buoni piazzamenti al Giro della Valle d’Aosta. Liam Bertazzo, padovano di Este e compagno di squadra di Scartezzini, è risultato vincente due volte in stagione, dimostrando sempre le sue doti di passista veloce; di Simion abbiamo già avuto modo di parlare in questo articolo (http://www.olimpiazzurra.com/2012/10/alla-scoperta-di-paolo-simion/), mentre Moser, ultimo erede della dinastia trentina, è il figlio di Francesco e corre nella Trevigiani al pari di Scartezzini e Bertazzo, con la cui divisa ha conquistato il successo al GP Polverini Arredamenti in luglio.

Tra le ragazze, che tornano dalla Lituania con il grande rammarico di Maria Giulia Confalonieri giunta quarta nella corsa a punti, la situazione è comunque altrettanto rosea: anche qui, l’inseguimento può puntare su un quintetto di atlete che non supera i vent’anni di età, comprendendo, oltre alla brianzola, Elena Cecchini, Beatrice BartelloniGiulia Donato e Chiara Vannucci. La Cecchini, dall’alto dei suoi brillanti risultati su strada e del successo nella classifica di corsa a punti nella scorsa CdM, può essere senza dubbio la guida del plotoncino: anche la Bartelloni, al pari della sua corregionale, è già stata capace di imporsi tra le professioniste, mentre le altre tre vengono dalla loro prima stagione “piena” nella massima categoria e ne hanno approfittato per acquisire un’importante esperienza. In questo vivace contesto vanno anche collocate alcune giovanissime tra le quali spicca la bergamasca Arianna Fidanza, figlia d’arte e campionessa continentale juniores nella corsa a punti, dove ha proseguito la rosea tradizione della Cecchini (vincitrice nel 2010) e della Confalonieri (campionessa 2011). Per tutte, comunque, vale il fondamentale principio dell’alternanza tra strada e pista, una combinazione che deve essere ben gestita dai tecnici (tanto nei club quanto in nazionale), ma che può portare a grandi risultati in entrambi i settori.

foto tratta da bicibg.it

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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