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Italrugby: Brunel ha trovato il suo numero 10?
“In questi tre anni che ci separano dai Mondiali l’obiettivo sarà quello di trovare un calciatore ed un mediano di apertura affidabili.” Le parole di Jacques Brunel, in esclusiva per Olimpiazzurra due settimane fa , erano chiare: urge un numero 10 di talento. Dopo il ritiro del grande Diego Dominguez, nessuno è riuscito ad avvicinare le gesta dell’italo-argentino; i vari Gower, Pez e più recentemente Orquera e Burton si sono alternati all’apertura con buone prestazioni, ma senza mai dare l’impressione di poter trascinare la nazionale verso i tanto agognati quarti di finale mondiali.
La soluzione del problema non sembra essere ancora stata trovata, ma non crediamo di sbagliare se vi dicessimo che c’è qualcuno pronto a caricarsi le responsabilità di questo ruolo sulle proprie spalle. Stiamo parlando del giocatore del momento in Italia, Alberto Di Bernardo. A 32 anni, l’italo-argentino è forse arrivato al top della sua carriera; una carriera costellata da continui cambi di franchigia, tra Argentina, Inghilterra e Francia, dalla quale è arrivato in Italia, al Benetton. Dopo un anno di ambientamento, Di Bernardo in questo inizio di stagione di Pro12 è esploso, sfoggiando tutto il suo repertorio in mezzo al campo e anche una buona leadership, da vero numero 10. Nonostante avesse dimostrato di meritare ampiamente il posto da titolare, l’apertura era stata criticata da una parte dei tifosi dopo la prestazione sottotono (ma pur sempre buona) con il Leinster, che gli hanno imputato una scarsa precisione nei calci e oltretutto, di non essere superiore al suo pari ruolo Kris Burton.
Dopo essere stato tenuto a riposo a Cardiff, nella memorabile partita di sabato contro gli Scarlets, è arrivata la dimostrazione più evidente di come l’italo-argentino non solo meriti il posto da titolare nel Benetton, ma anche in nazionale; entrato in corsa, ha cambiato il volto del match trascinando Treviso alla rimonta, culminata con quel fantastico penalty da metà campo. D’altronde, le caratteristiche del giocatore si sposano alla perfezione con quelle di un mediano d’apertura completo: ottimo nella costruzione della manovra e nella scelta delle strategie; dotato di tempi perfetti, ma anche di una buona progressione nella corsa, nonché di un calcio potente e preciso.
Per lui è forse arrivato il momento decisivo della sua vita rugbistica; i test-match autunnali incombono. Se dovesse continuare così, la convocazione per lui scatterebbe immediatamente, ma Beto merita in ogni caso la chance di guidare la nazionale italiana, lui che finora ha assaggiato solamente l’Italia A, la selezione degli emergenti; in un periodo in cui i mediani di apertura non abbondano, l’elemento di spicco in quel ruolo è proprio il 32enne Leone biancoverde.
Brunel aveva dichiarato di non conoscerlo, ma non vi è dubbio che, con le prestazioni sfornate finora, anche il ct transalpino abbia capito le qualità indiscusse del giocatore. L’Italia sembra aver trovato il suo cervello, il giocatore pronto a fare la differenza anche nei momenti decisivi; forse la ricerca del numero 10, per Brunel, può definirsi conclusa.
Foto: rugby1823.blogosfere.it
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