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L’Italia ancora non convince: ecco cosa non ha funzionato in Armenia

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Lo stringato successo in Armenia per 3-1 ha regalato tre punti importantissimi alla nazionale italiana in ottica qualificazione ai Mondiali 2014, ma ha anche lasciato parecchi dubbi sull’effettivo valore della rosa agli ordini di Cesare Prandelli.

Ieri, infatti, si è visto un undici lento in fase offensiva, senza profondità e con uno limitato gioco sugli esterni (Maggio nel finale a parte), che ha creato con troppa difficoltà rare occasioni da rete contro la modesta difesa di casa. E appunto, non è un caso che due delle tre marcature siano giunte da palla ferma, perchè senza il talento e l’estro di Balotelli questa squadra fatica eccessivamente a costruire azioni d’attacco degne di questo nome. Era avvenuto a settembre contro Bulgaria e Malta e si è ripetuto ieri: bocciato Giovinco, al quale manca la personalità, mentre Osvaldo è una buona punta su cui lavorare ulteriormente per il futuro. Sa aspettare il momento giusto per colpire ed è letale come i veri bomber; giocasse un po’ di più per i compagni, sarebbe il partner ideale per Supermario. Tuttavia, il futuro è roseo, aspettando le definitive esplosioni dei vari El Shaarawy, Destro, Insigne, Immobile e Borini.

Ma le lacune maggiori questa nazionale in Armenia le ha mostrate in difesa. Bonucci, schierato dal c.t. per impostare il gioco fin dai primi metri del campo, si è rivelato impreciso e frettoloso, nonchè privo di molti fondamentali in fase di copertura. Troppi, infatti, i corner regalati ai rivali, che fortunatamente non sono stati sfruttati a dovere, ma contro la Spagna queste situazioni le paghi. Non ha convinto nemmeno Criscito a sinistra, che numerose volte ha perso il confronto in velocità con il diretto marcatore e ha chiamato Buffon a parate oltre la normale amministrazione di una sfida contro una modesta formazione. Maggio, invece, ha spinto di più del laterale dello Zenit, mostrando uno stato di forma fra i migliori degli undici azzurri schierati all’Hrazdan Stadion. Anche il napoletano, però, deve crescere sulle coperture, e l’inserimento di una figura di maggiore esperienza come Giorgio Chiellini al centro del reparto arretrato non potrà che giovare a tutto il sistema.

Bene invece il centrocampo, che ha saputo rallentare il ritmo quando necessario ed alzarlo invece nella ripresa per cercare il gol del vantaggio. Unica pecca la prestazione di Marchisio, che spesso e volentieri con la maglia azzurra si dimentica di essere un giocatore letale negli inserimenti limitandosi a giocare come ‘spalla’ di Pirlo e privando perciò l’Italia di un’arma fondamentale per cercare la rete. Ottimo, invece, lo spunto di Daniele De Rossi nella circostanza del 2-1.

I limiti sono ancora parecchi, ma ovviamente si tratta di un’analisi dettagliata sulla quale Prandelli deve riflettere per migliorare il più (ed il prima) possibile questa Italia. Le qualità per fare bene, e non è una novità, ci sono infatti in abbondanza: serve più grinta e meno fretta, per evitare di soffrire oltre un’ora contro un’Armenia che, seppur volenterosa, si è manifestata poverissima tecnicamente.

 

Twitter: @FCaligaris

Foto da: goal.com

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