Tennis
Master: una Sara Errani indomita si arrende dopo una lunga battaglia
E’ come se avesse vinto. E non è una frase di circostanza. Su una tennista così, infatti, l’Italia non vi aveva mai potuto contare nella storia. Sara Errani è una campionessa, lo ha dimostrato e continuerà a farlo per tanti altri anni ancora. Pazienza se per la semifinale del Master di Istanbul si sia qualificata la polacca Agnieszka Radwanska, che ha prevalso sulla nostra atleta al termine del match più lungo dell’anno, durato ben 3 ore e mezza e conclusosi con il punteggio di 6-7, 7-5, 6-4: una maratona.
Un’autentica battaglia in cui ha trionfato il tennis, con due giocatrici che hanno dato spettacolo con il loro gioco estroso e ricco di variazioni, in totale controtendenza rispetto alla moda attuale che vede predominare muscoli e potenza pura.
La chiave del match si è rivelato il decimo gioco del secondo set: sotto per 5-4, Radwanska cambiava decisamente ritmo, conservando il turno di servizio e, in seguito, aggiudicandosi il set con 8 punti consecutivi. Un vero e proprio black-out per Sarita, prolungatosi anche nella terza frazione, dove l’azzurra si ritrovava sotto 0-3 (con due break). La rappresentante del Bel Paese, tuttavia, non ha smesso di crederci nemmeno per un istante, seppur la fatica e la stanchezza diventavano sempre più opprimenti. Errani, alla lunga, ha pagato il giorno di riposo in meno rispetto all’avversaria, ma soprattutto i 10 giorni di inattività dovuti all’infortunio che ne aveva addirittura messo in discussione la partecipazione al Master.
Sarita, dunque, conclude l’esperienza turca con orgoglio ed ancor più rafforzata nell’autostima. Poche storie: l’italiana, per il gioco che esprime, vale già le prime 4-5 del mondo e lo ha dimostrato ampiamente. Attualmente la 25enne emiliana è in grado di battere quasi chiunque. Fuori portata, per il momento, appaiono appena 3 giocatrici: Serena Williams, Maria Sharapova e Viktoria Azarenka, più per una questione atletica che di talento. Sara Errani, dunque, deve spostare il mirino sempre più in alto. La giovane età le consente ancora di poter lavorare molto sul servizio (che non potrà mai diventare devastante, ma più incisivo certamente sì) e sul rovescio lungo linea, colpo che utilizza con eccessiva parsimonia.
Nel torneo delle regine Sarita era entrata in punta di piedi, quasi imbarazzata. Ne esce da gigante.
federico.militello@olimpiazzurra.com