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Arco
Tiro con l’arco: un’Olimpiade che vale… Oro!
Michele Frangilli, Mauro Nespoli e Marco Galiazzo. Tre nomi che non scorderemo facilmente e dai quali non si può prescindere se si vuole parlare del tiro con l’arco in Italia. Tre arcieri che han fatto sognare un paese, conquistando un titolo olimpico che alla vigilia non sembrava assolutamente scontato. Come squadra, però, i nostri sono riusciti a tirare fuori quel quid in più che li ha portati ad una finale vinta solamente con l’ultimo 10 di Frangilli.
Partendo da questo presupposto la stagione degli azzurri non può che essere considerata positiva, in quanto si è imposta nella gara che più rappresenta la completezza di un movimento. Non ci si può nascondere, naturalmente, dietro un dito e bisogna dire che durante l’anno i nostri, come nella gara individuale olimpica, hanno faticato rispetto agli avversari, senza mai riuscire ad avvicinare le posizioni di vertice. Dei nostri tre moschettieri nessuno dovrebbe appendere arco e faretra al chiodo, ma alle loro spalle ci sono già di ottime prospettive che potrebbero prendere il loro posto nei prossimi anni. Massimiliano Mandia, classe ’90, e Luca Maran potranno prendere in mano le redini di un movimento che raccoglie sempre dei buoni risultati.
Al femminile, inutile nasconderlo, il bottino è stato avaro. Ai Giochi Olimpici la sola Pia Leonetti è riuscita ad accedere ai quarti di finale mentre Natalia Valeeva (che continuerà fino a Rio 2016 nonostante l’età) e Jessica Tomasi si sono fermate rispettivamente ai 16esimi e ai 32esimi di finale. Nella gara a squadre si sono fermate al primo turno, contro la Cina che poi avrebbe vinto l’argento. In ogni caso il punteggio, 199, non era dei migliori. Anche tra le donne esiste del materiale umano su cui lavorare per ripartire. Dopo i Mondiali vinti nel 2011, il 2012 è stato, come detto, opaco. Il nome più interessante tra le nuove leve è quello di Guendalina Sartori, classe ’88 già riserva a Londra.
gianluca.santo@olimpiazzurra.com
foto: fitarco-italia.org