Equitazione
Equitazione: Moneta, il viceré di Verona
Nemmeno una settimana fa ha vissuto tre giorni memorabili. A Verona, Luca Maria Moneta, è stato tra i dominatori degli ostacoli, conquistando quattro piazzamenti di prestigio, con un secondo posto nella prova di Coppa del Mondo che fa morale e punti.
Eppure, forse, osando di più si poteva anche provare a vincere, a scrivere per la prima volta un nome italiano nell’Albo d’Oro della rassegna organizzata da Fieracavalli.
Olimpiazzurra l’ha intervistato.
Più soddisfatto o rammaricato per aver solo sfiorato la vittoria?
“Ho fatto una scelta tecnica. Sono partito secondo in barrage e ho deciso di farne uno prudente per ottenere un buon piazzamento e prendere dei punti”.
Punti e soldi, che in uno sport costoso come l’equitazione non fanno male: 51 mila euro in tre giorni.
“Sono molto contento per i premi in denaro. Anche perché questa è un’attività costosa in cui bisogna autofinanziarsi per restare al top e partecipare alle gare importanti”.
Hai montato tre cavalli a Verona. Con quale ti trovi meglio?
“Jesus è quello con cui ho centrato il secondo posto nella gara veloce. Con lui c’è un grande affiatamento ed è il più semplice da montare.
Connery è in evoluzione, ci credo molto, ma sta ancora crescendo.
Neptune è il più difficile da montare, e il weekend scorso è stato il primo in cui ho sentito un grande feeling tra noi. Ed è arrivato un risultato imporantissimo nella prova di Coppa del Mondo”.
Che genere di rapporto si instaura tra un cavallo e il suo cavaliere?
“Per quel che mi riguarda, i cavalli sono proprio degli amici, quasi dei fratelli, dei compagni della giornata, d’avventura, di tutto. Ed è fondamentale, perché ho un sistema di monta per cui se il cavallo non è assolutamente complice, non è partecipe, non mi vuole bene non vuole farlo per me, io non rischio. Non so montare un cavallo che non è complice, che non si sente mio amico”.
Quali sono i tuoi appuntamenti futuri?
“Purtroppo non lo so, non ho ancora un appuntamento assegnatomi dalla federazione. Spero di poter continuare a seguire le tappe di Coppa del mondo e centrare la finale. So che dopo la tappa di Stoccarda si deciderà qualcosa, ma per ora nessuna scelta è stata presa”.
Cosa manca all’equitazione italiana per tornare ai fasti del passato?
“Non ci manca niente. Siamo pronti per competere ad altissimi livelli. L’unica cosa che ci serve è la possibilità di partecipare alle gare e competere con continuità coi migliori. Purtroppo il sistema delle wild card penalizza la federazione italiana, che ha un solo posto per le prove di Coppa del Mondo, e spesso non viene invitata ai concorsi”.
Un bel problema, no?
“Sì, ci penalizza, ci mette sempre nella condizione di dover sfruttare l’occasione della vita.
Se fossi partito nel Gran Premio di Verona sapendo che avrei potuto fare altre 10 tappe avrei forzato di più. Ma non potevo permettermi di sbagliare”.
gabriele.lippi@olimpiazzurra.com
Twitter: GabrieleLippi1