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Rugby: grande Italia per 65′, ma vincono gli All Blacks

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Sono gli All Blacks, sono la leggenda, sono i campioni del mondo. Affrontarli ad armi pari, si sa, non è mai facile, anche se sono privi del capitano Richie McCaw. L’Italia, meno esperta a livello internazionale dei fenomeni neozelandesi, gioca un’ottima partita, attaccando, o quantomeno provandoci, a viso aperto, accompagnando delle buone serie offensive con il solito cuore in fase di non possesso. Splendida partita, dunque, per una squadra supportata anche dallo Stadio Olimpico di Roma, che ha spinto e sostenuto i 15 in campo fino alla fine.

Gli azzurri iniziano bene la partita, mantenendo il possesso quasi ininterrottamente per i primi 10’ di partita, ma senza mai riuscire ad arrivare nei pressi nella linea di meta. Proprio nel corso del 11esimo minuto, alla prima occasione utile, è la Nuova Zelanda a rendersi pericolosa, con un’azione offensiva che si stabilizza sui 22 italiani: arriva il calcio di punizione per gli ospiti che passano in vantaggio grazie ad Aaron Cruden. Al 17esimo, da una mischia nella metà campo difensiva, gli All Blacks, grazie al break di Cruden, riescono a superare la prima linea di difesa italiana, riuscendo così, prima con Conrad Smith e poi con Kieran Read, a arrivare in mezzo ai pali, con il capitano neozelandese che schiaccia in meta. Nessun problema per la trasformazione di Cruden e 10-0. Neppure il tempo di riprendersi e allo scoccare del ventesimo minuto altri 3 punti per il numero 10 dei nostri avversari, arrivati su calcio di punizione. L’Italia prova a reagire andando in rimessa laterale a 10 metri dalla meta: la cassaforte azzurra fatica ad avanzare, crollando a 7 metri dalla linea.

Sullo sviluppo dell’azione, dopo essere arrivati sino ad un metro dai 5 punti, troviamo un calcio di punizione, che scegliamo di giocare con una mischia ai 5 metri. Gli azzurri non mollano e arrivano alla realizzazione con Alberto Sgarbi. Al 27esimo il punteggio è di 13-7, con anche Luciano Orquera iscritto al tabellino dei marcatori grazie ai due punti della trasformazione. L’azione della Nuova Zelanda ritrova vigore, ma proprio sulla linea di meta i campioni del mondo in carica perdono la palla. L’Italia gioca bene difensivamente, proponendosi anche nei 22 avversari con Mirko Bergamasco, innescato da un calcio di Sgarbi che lo smarca: lo scarico è intercettato, ma gli italiani ci sono. Negli ultimi minuti della prima frazione di gioco, la Nuova Zelanda intensifica gli sforzi, ma la linea italiana regge, grazie anche a qualche errore di troppo degli avversari in fase di possesso. A tempo ormai scaduto i 15 di Brunel chiudono in attacco, arrivando, con una bella azione prolungata, abbondantemente nei 22: Gori passa la prima linea di difesa, ma non trova nessun compagno quando scarica, permettendo agli All Blacks, in difficoltà, di andare negli spogliatoi.

Nel secondo tempo i neozelandesi partono con un ottimo piglio e se non fosse stato per Orquera, che salva la selezione azzurra, sarebbero riusciti ad andare in meta dopo nemmeno un minuto. Sugli sviluppi della mischia successiva Parisse e compagni sono costretti a difendersi molto vicini alla propria linea di meta: un fuorigioco permette proprio all’apertura dei Manawatu Turbos di sbloccare il risultato e riportare il margine sopra i 7 punti. Dopo 9 minuti di sofferenza è Ma’ a Nonu ha bucare la linea di difesa italiana, arrivando ai 5 punti. Cruden non sbaglia da una posizione leggermente defilata e gli ospiti volano a 23. L’Italia, con orgoglio, si riporta nelle vicinanze dei 22 avversari, con una rimessa laterale. Mantenendo il possesso si mettono le basi per un attacco dalla buona qualità che fatica a penetrare. Al 53esimo minuto Orquera, col drop, porta i suoi compagni a 10 punti. Dopo i primi cambi(dentro Botes, Cittadini e Barbieri) nessuna delle due squadre sembra riuscire a prendere in mano le redini del gioco, con gli azzurri che rispondono bene ai tentativi avversari di guadagnare spazio.

Proprio Botes, in una partita che sembra spegnersi, prova a riaccendere la miccia con un’ottima fisicità, ma nessuna squadra riesce a rendersi pericolosa per delle segnature. L’Italia prova a guadagnare campo, ma il gioco continua a svilupparsi quasi esclusivamente nelle zone centrali del terreno di gioco. A 12 minuti dal termine la maggiore qualità degli avversari si fa valere e sul secondo tempo dell’attacco Cory Jane arriva senza grossi patemi in meta. Cruden è preciso e gli All Blacks raggiungono quota 30 punti. Gli azzurri sembrano in difficoltà, ma col cuore non permettono alla Nuova Zelanda di dilagare. Chiusa negli ultimi 5 metri di campo l’Italia difende bene, anche se alla fine non può che subire la meta, che porta gli avversari a più 25 grazie a Savea. È sempre lui che, 5 minuti dopo, affossa definitivamente un’Italia sulle gambe. Il punteggio finale è 42-10, ma il giudizio per Brunel e i suoi uomini è certamente positivo.

gianluca.santo@olimpiazzurra.com

foto: betting-maker.blogspot.it

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