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Equitazione

Francesca Arioldi e Filippo Bologni, il futuro dell’equitazione italiana

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L’equitazione, in Italia, è un affare di famiglia. Chiedetelo a Francesca Arioldi e Filippo Bologni, autentiche speranze Azzurre verso Rio 2016, giovani rampanti e figli d’arte, appena maggiorenni ma già affermati nella disciplina del salto.

L’aviere scelto Francesca Arioldi ha preso tutto da papà Roberto. La passione per i cavalli e il talento in sella. A otto anni ha iniziato la sua promettente carriera agonistica, a 12 ha esordito all’Europeo di Istanbul, arrivando 11esima. Nel 2011, oltre a laurearsi campionessa d’Europa junior a squadre, è diventata la più giovane amazzone ad aver mai vinto una categoria nel Csio di Piazza di Siena, in mezzo ai grandi, imponendosi a 17 anni nel trofeo Unicredit, davanti a Michael Whitaker, che di anni e di esperienza ne aveva esattamente il triplo. «Devo ringraziare mio padre, grazie a quanto mi ha insegnato, all’esperienza che mi ha trasmesso, mi trovo in una condizione di vantaggio rispetto ad altri giovani cavalieri», disse Francesca in quell’occasione.

Storia simile quella di Filippo Bologni, che ha cominciato a otto anni a montare il pony regalatogli da papà Arnaldo, grande campione dell’equitazione italiana, olimpionico e ultimo azzurro a imporsi nel Gran Premio di Piazza di Siena, nel 1994. Due ori e un argento nei campionati italiani assoluti proprio sui pony, poi oro agli italiani juniores e argento a squadre negli europei children sui cavalli. Adesso Filippo è un allievo carabiniere, ma la passione per questo sport, a dispetto delle apparenze, non è stata immediata. «Non l’ho mai forzato e fino a otto anni, non ha mai considerato il pony che gli avevo regalato», ha raccontato il papà. Nessuna costrizione dunque, uno degli ingredienti necessari per diventare grandi. Inoltre, «mio figlio ha un carattere equilibrato e la testa sulle spalle», ha aggiunto Arnaldo.

E allora, risultati alla mano, c’è di che sperare. La rinascita dell’equitazione italiana è possibile e perseguibile proprio seguendo quella linea di continuità che da genitori campioni del passato (e del presente) di questo sport porta a figli dal promettente futuro. Un po’ come Valentina Truppa, che da papà Enzo, giudice internazionale di dressage, ha mutato la passione per i cavalli. Il resto, poi, ce lo devono mettere loro.

 

gabriele.lippi@olimpiazzurra.com

Twitter: GabrieleLippi1

Foto da aeronautica.difesa.it

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