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Hockey Prato

Gabriele Murgia in esclusiva: “Voglio campionato e classifica marcatori!”

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Olimpiazzurra ha intervistato in esclusiva il capocannoniere del campionato di Serie A1 di hockey su prato: Gabriele Murgia dell’Amiscora.

Come hai iniziato a fare hockey e perché suggeriresti ad un ragazzino di praticare questo sport?

“Io devo tutto a mio padre che mi ha tramandato questa passione sin da piccolo. Anche lui è stato una grande campione e mi ha fatto subito conoscere questo sport all’età di 5 anni. Credo sia fondamentale iniziare a far sport da piccoli perché aiuta tantissimo ad un bambino a crescere e rapportarsi con gli altri. Inoltre credo che un bambino debba scegliere da solo che sport praticare o anche praticarne più di uno contemporaneamente per poi trovare quello più adatto alle sue qualità. L’hockey è uno sport che si presta a tutti, non è pericoloso come molti pensano ed è ricco di persone che si impegnano mattina e sera a far divertire tantissimi bambini che vengono al campo per poter sfogarsi giocando a questo bellissimo sport.”

Che tipo di giocatore sei? In quale ruolo preferisci giocare?

“Come detto prima, ho iniziato a 5 anni. Ero una “piccola palla” a cui piaceva dribblare e segnare ed è per questo che ho fatto un bel periodo delle giovanili giocando in attacco, col tempo sono arretrato in difesa diventando così il libero che sono tutt’ora. Il mio ruolo credo sia davvero importante in una squadra, è come un pilastro di una palazzo che non deve mai crollare deve mantenere stabile la difesa e avere sott’occhio tutti i compagni dall’inizio alla fine della partita. E’ un ruolo che richiede tanta concentrazione, ha tante responsabilità, è per questo che mi impegno tanto per dare il massimo e fare un ottimo lavoro ogni partita.
Non nascondo che mi piacerebbe ogni tanto giocare in attacco, ma come giusto che sia mi accontento del mio ruolo e magari in futuro quando avrò qualche anno in più qualche minutino in attacco potrò anche farlo”.

Sei soddisfatto della tua stagione finora individualmente ed a livello di squadra?

“Quest’anno, dopo 3 stagioni alla Paolo Bonomi, sono tornato nella squadra dove sono nato e cresciuto. Mi ha caricato tantissimo tornare a giocare con gli amici con i quali ho vinto tanto nelle giovanili e con cui ho vissuto tantissime soddisfazioni. L’Amsicora quest’anno punta sicuramente in alto, ovviamente a vincere lo scudetto che manca da un po’ di tempo… La squadra è molto competitiva in tutti i settori, ricca di giovani e di qualche elemento di grande esperienza. La mia stagione invece è iniziata abbastanza bene mi sto allenando tanto specialmente sui corner corti che come si è visto nell’hockey sono un arma potentissima!”.

Pensi che il Bra vincerà facilmente il campionato, o troverà delle difficoltà inattese?

“Io credo che il Bra sia un ottima squadra, ben amalgamata, ricca di giocatori esperti e molto bravi. Noi contro di loro abbiamo giocato non meritando sicuramente la sconfitta, è stata una partita combattuta e ricca di tanti episodi da far discutere. Comunque credo che il prossimo anno chi vorrà vincere lo scudetto dovrà sudare tanto e guadagnarselo sino all’ultimo.”

Quest’anno quale squadra ti ha sorpreso maggiormente?

“Credo che quest’anno la Paolo Bonomi sia davvero in forma, lo ha dimostrato vincendo contro il Bra e facendo un girone di andata davvero combattivo. Credo che nel girone di ritorno molte squadre si rinforzeranno per puntare a salvarsi o tentare di riprendere le fuggitive.”

Come procede la preparazione in vista della seconda parte di campionato?

“Questo mese è abbastanza rilassante visto che c’è una lunga pausa prima della ripresa. A gennaio si rincomincerà a fare sul serio puntando molto sulla resistenza e sulla forza fisica che nel nostro sport è fondamentale.”

Punti deciso alla classifica marcatori o preferisci dare un apporto maggiore alla tua squadra?

“Spero di finire il campionato con il titolo di campione d’Italia e quello di capocannoniere di A1, sarebbe davvero una grande soddisfazione per me.”

Alla tua età pensi di aver raggiunto il momento di massimo splendore della tua carriera o punti ancora più in alto?

“Credo che a 26 anni un atleta debba dare ancora tanto. Sono giovane e mi sento davvero in forma in questo momento. Spero che la mia carriera duri ancora tanto e sia ricca di belle soddisfazioni.”

L’hockey prato continua a rimanere uno sport di nicchia in Italia, cosa proporresti per accrescerne la visibilità?

“In Italia per gli sport minori è davvero difficile uscire allo scoperto, il calcio la fa da padrone facendo girare una marea di soldi esagerata che se almeno una piccola percentuale di tutti quei soldi arrivasse all’hockey o a tanti altri sport minori darebbe un aiuto immenso a dare visibilità e una grossa mano per poter mandare avanti tanti movimenti che ormai sono in grande sofferenza. Ora come ora è difficile rendersi visibili visto anche il momento di crisi che stiamo passando, l’unica cosa che si può fare è lavorare tanto con i giovani, andare nelle scuole fargli conoscere il nostro sport, sperare che in futuro qualcosa si muova e renda il nostro sport visibile a tutti.”

La nazionale ha intrapreso un nuovo corso basato sui giovani e sulla convocazione di oriundi: dove pensi che si possa arrivare nel breve/medio periodo? 

“Credo che i giovani siano alla base di tutto, bisogna puntare sulle nuove leve e mandare avanti un programma ben costruito che punti a tanti obbiettivi da raggiungere. Non si può parlare di breve o medio periodo, bisogna solo rimboccarsi le maniche e lavorare tanto per poter arrivare a livello di tante nazioni che ora sono al top. Sono favorevole alla convocazioni degli oriundi sino a che il loro aiuto sia fondamentale per una crescita e non solo a far numero. L’unica cosa che conta è che ogni giocatore che veste la maglia azzurra dia il massimo per ottenere risultati importanti che portino alla crescita della nostra Nazione.”

Ultima domanda: qual è il tuo sogno prima della fine della tua carriera agonistica?

“Il mio sogno più grande sarebbe stato quello di partecipare ad una Olimpiade o ad un Mondiale, cose che in questo momento per la nostra federazione sono impensabili, ma spero che in un futuro anche l’Italia possa partecipare a questi grandi eventi dando luce a questo sport bellissimo che nel nostro Paese è poco pubblicizzato e conosciuto. Tutto sommato sono fiero di aver partecipato a due tornei Preolimpici, una in Giappone e l’altro in India, ed a un Premondiale in Francia, tornei che mi hanno fatto crescere tantissimo facendomi capire cosa significa arrivare a livelli altissimi, facendo tantissimi sacrifici e dedicando la vita allo sport.”

gianluca.bruno@olimpiazzurra.com

Foto: Carla D’Alberto

 

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