Rubriche
“Italia, come stai?”: Lalli e Meucci, ora la maratona; il punto sugli sport invernali
Due toscani per rilanciare l’atletica ed il mezzofondo italiano. Andrea Lalli, 25enne molisano, e Daniele Meucci, 27enne di Pisa, hanno regalato al movimento un graditissimo regalo di Natale, conquistando un oro ed un bronzo ai Campionati Europei di corsa campestre. Un risultato stratosferico, soprattutto se si considera che il Bel Paese non era mai salito su un podio continentale individuale.
Il trionfo di questi due giovani potremmo paragonarlo alla classica oasi nel deserto o al primo raggio dell’alba dopo una notte cupa. Ma, guardando più al dato materiale, rappresenta anche il chiaro messaggio che l’atletica italiana può ancora sfornare atleti ad altissimi livelli anche nel mezzofondo. L’importante è averne la consapevolezza e non rincorrere alibi predeterminati. Quella della superiorità genetica degli africani quasi sempre viene presa come una scusa perfetta per mettere le mani avanti su risultati scadenti e distanti anni luce dal vertice internazionale. Eppure ci sarà un motivo se diversi record italiani sono imbattuti da 20-30 anni (quelli di Salvatore Antibo nei 5000 e 10000 metri, ad esempio, risalgono rispettivamente al 1990 ed al 1989). Questione di motivazioni, allenamenti e impegno. Lalli e Meucci costituiscono l’esempio calzante di quanto appena spiegato: il lavoro ed il talento pagano sempre. A questo punto i due azzurri dovranno puntare senza mezzi termini alla maratona: possiedono l’età giusta ed il talento per riportare l’Italia agli antichi fasti ed anche per battagliare con i rivali di colore nelle grandi rassegne internazionali. Lalli, in particolare, può contare su una predisposizione naturale per i 42 km, mentre Meucci ha solo bisogno di una preparazione specifica per il cambio di disciplina. Inutile negare, poi, che se da un lato le possibilità di podio nei 5000 e 10000 metri sarebbero negate a livello mondiale, il discorso cambierebbe radicalmente nella maratona, da sempre più aperta nel pronostico.
La parola d’ordine, dunque, è motivazione. Siamo certi che su questo tasto insisterà molto Stefano Baldini, nuovo responsabile del settore giovanile.
Veniamo agli sport invernali. La nota lieta del fine settimana è rappresentata dallo snowboard, dove l’Italia ha fatto incetta di podi nel cross a Montafon. In campo maschile possiamo contare su una squadra giovane e potenzialmente dominante in futuro. Omar Visintin e Luca Matteotti sono cresciuti insieme ed hanno seguito lo stesso percorso agonistico: ora sono maturi per installarsi tra i campionissimi di questa disciplina. In crescita anche Tommaso Leoni e Fabio Cordi, mentre Emanuel Perathoner ed Alberto Schiavon hanno solo bisogno di migliorare la condizione per ritrovarsi al vertice. E’ finalmente esplosa anche Raffaella Brutto in campo femminile, atleta talentuosa, ma frenata da qualche infortunio di troppo in passato. In attesa dell’inizio del Parallelo, lo snowboard si candida sin da ora come disciplina regina azzurra alle prossime Olimpiadi di Sochi 2014 (insieme allo sci alpino).
Proprio nello sci alpino abbiamo assistito ad un calo rispetto alla trionfale trasferta nord-americana. In slalom forse la troppa pressione sta giocando brutti scherzi a quella che doveva imporsi come corazzata e che invece sta faticando molto più del previsto. Le dichiarazioni della vigilia del tecnico francese Theolier (tra cui “In slalom non ho mai visto nessuno sciare così”, “l’Italia è la squadra migliore”, “Gross deve vincere per forza”) forse ottengono l’effetto inverso di quello sperato. In questa disciplina, poi, la fiducia gioca un ruolo determinante e le continue uscite, abbinate a risultati sottotono, alla lunga potrebbero segnare negativamente la stagione dei vari Gross, Deville e Razzoli. Anche in gigante, malgrado le buone prove di Blardone e Nani, si è registrato un passo indietro.
Bisogna sottolineare, tuttavia, che le gare della Val d’Isere sono state atipiche: da nessun’altra parte assistiamo ad uno slalom con pali così distanti l’uno dall’altro, così come in gigante le porte sono molto più vicine rispetto al consueto. Alta Badia e Madonna di Campiglio, due grandi classiche su piste esigenti dal punto di vista tecnico, ci forniranno le inappellabili risposte sulle reali ambizioni degli azzurri.
In campo femminile, invece, il discorso è più delicato. Avete visto come sciano in gigante Maze, Rebensburg e Worley? Coniugano potenza, brillantezza e capacità di accorciare sempre le linee sviluppando velocità. Non parliamo poi delle discipline veloci, dove Lindsey Vonn continua a sfoderare un rendimento da aliena. Le nostre ragazze, oggettivamente, non sono al livello di queste fuoriclasse straniere. L’unica che per talento potrebbe rivaleggiare ad armi pari con queste campionesse è Federica Brignone, sinora sfortunatissima con una ciste alla caviglia che ne sta compromettendo il rendimento. Eppure la 22enne di Aosta ha il carattere e le qualità per rilanciare sé stessa e tutta la squadra. Giovani promesse come Lisa Agerer, inoltre, non hanno ancora digerito appieno l’approdo in Coppa del Mondo, mentre veterane come Denise Karbon e Manuela Moelgg paiono non poter fare più di così. E’ un momento delicato, nel quale anche i tecnici hanno la loro grande dose di responsabilità.
Nello slittino Armin Zoeggeler ha ottenuto un incoraggiante quarto posto alle spalle del solito trio tedesco. Il Cannibale sta pian piano trovando il giusto feeling con la slitta e l’amata pista di Sigulda, dove si gareggerà nel prossimo fine settimana, potrebbe finalmente rivederlo sul podio. Si conferma tra i primi 10 al mondo nel bob a 2 Simone Bertazzo, il quale, tuttavia, soffre enormemente nel 4 a causa di una spinta troppo distante da quella dei migliori.
Gode di buona salute il settore del salto con gli sci, con Evelyn Insam e Sebastian Colloredo che hanno agguantato due importanti piazzamenti tra i top10. Nel biathlon, inoltre, da segnalare la crescita di condizione di Lukas Hofer (domani mattina troverete il suo diario su Olimpiazzurra), campione che potrà regalarci soddisfazioni importanti, mentre nel settore femminile lasciano ben sperare le giovani Dorothea Wierer, Alexia Runggaldier e Nicole Gonthier.
Nello short track è arrivato un podio importante per la staffetta femminile, anche se Arianna Fontana e Martina Valcepina appaiono ancora piuttosto distanti dalla forma straripante dello scorso anno. L’obiettivo stagionale sono i Mondiali del 2013, per i quali speriamo che le due azzurre ritrovino il consueto smalto. Importanti segnali di crescita, poi, dallo speed skating, dove Mirko Nenzi sta pian piano tornando ai suoi livelli, mentre a livello juniores sta incantando Andrea Giovannini, erede designato di Enrico Fabris.
In chiusura, continua a deludere lo sci di fondo, al quale neppure le sprint in tecnica libera sono servite per svoltare una stagione sin qui agonizzante. Per la prima volta nella storia, ai Mondiali di Sci Nordico della Val di Fiemme l’Italia punterà maggiormente su salto e combinata che sul fondo per ambire alla conquista di qualche medaglia.
federico.militello@olimpiazzurra.com