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Pagellone sport invernali 2012
Dopo il pagellone sugli sport estivi (clicca su prima parte e seconda parte per leggerli), ecco quello riservato agli sport invernali. Le valutazioni tengono conto dell’intero anno solare 2012 e non solo di questa prima parte di stagione.
Sci alpino maschile, 9: l’Italia può contare su una squadra completa e competitiva in tutte le discipline. Se fino a marzo erano stati gli slalomisti a trascinare il gruppo, da novembre in avanti si sono scatenati i velocisti. Attualmente, con Dominik Paris, Werner Heel, Christof Innerhofer, Matteo Marsaglia e Peter Fill (senza dimenticare un Siegmar Klotz in decisa ascesa), il Bel Paese può contare sulla compagine da battere in discesa e superG. Il gigante ha ritrovato un Manfred Moelgg sui livelli di qualche stagione fa, mentre tra pochi giorni, tra Zagabria, Adelboden, Wengen e Kitzbuhel, attendiamoci una riscossa dai nostri Cristian Deville, Stefano Gross e Giuliano Razzoli (rinato dopo il cambio di sci avvenuto solo da poche settimane).
Sci alpino femminile, 5: fino a marzo tutto bene. Federica Brignone faceva parte delle “magnifiche quattro” delle porte larghe insieme a Rebensburg, Maze e Worley; Irene Curtoni, in slalom e gigante, cresceva a vista d’occhio; Lisa Agerer, dominando in lungo e in largo, riportava in Italia la Coppa Europa dopo 20 anni. Anche nella velocità era giunto un insperato successo di Daniela Merighetti nella discesa di Cortina d’Ampezzo. L’avvio di questa stagione, invece, ha registrato una netta involuzione: in gigante le azzurre hanno fatto fatica ad adattarsi ai nuovi sci e, salvo qualche buona prestazione della Curtoni, hanno perso diverse posizioni nelle classifiche mondiali. Certamente l’assenza di un faro come la Brignone ha pesato molto. Il slalom si sta cercando di costruire una buona squadra puntando sul rilancio di Chiara Costazza, sulla onnipresente Irene Curtoni e sulle giovani Michela Azzola e Sara Pardeller, ma la strada è lunga, anche perché in questo settore il Bel Paese conta su una tradizione minore. La situazione forse peggiore, poi, è quella della velocità, dove al momento non si intravedono azzurre in grado di puntare al podio in tempi brevi (forse la sola Elena Curtoni in superG, ma solo in determinate condizioni di neve e di tracciato). Complessivamente, comunque, i risultati non sono stati entusiasmanti.
Sci di fondo, 4.5: Roland Clara si è rivelato l’unico atleta in grado di salire sul podio, l’ultimo pochi giorni fa nello skiathlon di Canmore. Continua la crescita di David Hofer, atleta ormai completo che ha solo bisogno di credere maggiormente in sé stesso per cullare ambizioni importanti. La staffetta, di per sé, potrebbe ben figurare ai Mondiali della Val di Fiemme, soprattutto se Dietmar Noeckler confermerà i progressi in alternato. Certo, il continuare ad affidarsi al 40enne (encomiabile per professionalità e spirito di sacrificio) Giorgio Di Centa costituisce l’ennesima conferma di come il fondo italiano per oltre un decennio abbia trascurato la cura del settore giovanile. Nelle prove sprint Federico Pellegrino è sempre lì lì per esplodere, ma per ora non ci è riuscito: il talento del valdostano, però, non si discute. In campo femminile, inutile girarci attorno, siamo lontanissimi dal vertice, anche se le giovani Virginia De Martin e Debora Agreiter hanno mostrato nelle ultime uscite degli interessanti segnali di miglioramento.
Biathlon, 6: è passato quasi un anno dallo storico trionfo della staffetta azzurra maschile ad Oberhof. Un successo straordinario, quanto inaspettato. Lukas Hofer si mantiene su buoni livelli, anche se a lui si chiede un salto di qualità che, per qualità tecniche e caratteriali, è nelle sue corde. Interessante la crescita dei giovani Dominik Windisch e Pietro Dutto, stesso discorso per il settore femminile con Dorothea Wierer, Alexia Runggaldier e Nicole Gonthier. L’impressione è che si stia seminando per le stagioni future.
Slittino, 6: con zero vittorie in Coppa del Mondo, è stato uno dei nostri anni peggiori di sempre (se non il peggiore). Eppure, nonostante questo, Armin Zoeggeler è riuscito a strappare un bronzo ai Mondiali ed un argento agli Europei. La Germania ha raggiunto picchi di rendimento stratosferici e, con la chiusura definitiva della pista di Cesana Pariol, per l’Italia appare sempre più difficile tenere il passo dei teutonici supportati dal colosso BMW nella preparazione delle slitte. Eppure il vivaio altoatesino è florido e continua a produrre talenti: su tutti i cugini Dominik e Kevin Fischnaller, Emanuel Rieder, il doppio dei promettenti Rieder-Rastner e Sandra Robatscher, nipote proprio di Armin Zoeggeler. Il team-event, poi, potrebbe riservare al Bel Paese una medaglia in più a Sochi 2014.
Snowboard, 8: Roland Fischnaller ha mancato la sfera di cristallo del Parallelo per una manciata di punti. L’altoatesino, insieme ad Aaron March, fa parte del gotha di questa specialità (i nostri due azzurri sono forse i migliori in assoluto nel PSL, specialità che sarà olimpica da Sochi 2014). La selezione tricolore, poi, può contare su una vera e propria corazzata anche nello snowboardcross: in campo maschile Visintin, Matteotti, Perathoner, Cordi, Leoni e Schiavon, a turno, possono ambire al podio in ogni gara; tra le donne, invece, Raffaella Brutto ha conquistato il primo piazzamento tra i top3 della carriera, con la teen-ager terribile Michela Moioli che cresce a vista d’occhio di gara in gara. Insieme allo sci alpino, lo snowboard è lo sport invernale che gode di maggior salute in Italia.
Freestyle, 3: media tra le gobbe (5) e lo ski-cross (1). Nei moguls si registra la crescita di Giacomo Matiz, ormai con costanza tra i primi 15 della specialità. Sfortunata Deborah Scanzio, di nuovo ai box dopo il rientro dall’operazione al crociato, mentre si sta rivelando complesso l’impatto con la Coppa del Mondo per la 18enne Giorgia Bertoncini. Nello ski-cross, invece, è un evento quando un azzurro si qualifica al tabellone principale (il che significa tra i primi 32), mentre l’Italia non schiera neppure un’atleta in campo femminile. Il tutto per dire che non ci siamo proprio.
Salto con gli sci, 6: media tra gli uomini (5) e le donne (7). Colloredo, sostanzialmente, si è espresso sui livelli delle annate precedenti, rendendosi artefice di tanto in tanto di qualche exploit importante. Andrea Morassi, invece, attualmente vive un momento difficile dal punto di vista tecnico. Il meglio l’Italia lo mostra con le donne, con Evelyn Insam consacrata ormai tra le migliori interpreti al mondo della disciplina ed Elena Runggaldier in recupero dopo una passata stagione anonima. Il terzo posto nella prova a squadre mista di Lillehammer mostra come il salto tricolore, seppure possa contare su numeri molto piccoli in termini di praticanti, possa fare la sua figura in campo internazionale.
Combinata nordica, 6.5: le tre vittorie di Alessandro Pittin rappresentano un fatto storico da consegnare alla leggenda, che da solo vale la sufficienza piena. In seguito, tuttavia, il campione di Cercivento ha subito tre brutti infortuni che lo hanno di fatto estromesso dalle gare: l’auspicio è che possa ritrovare la forma migliore in vista dei Mondiali della Val di Fiemme. Per il resto, tutta la squadra, sebbene dotata di un potenziale elevato, sta vivendo una crisi tecnica per quanto riguarda il comparto del salto, fattore che di fatto taglia fuori gli azzurri dalle prime posizioni. Serve una scossa e proprio un ritorno al top della forma di Pittin potrebbe far bene a tutto il gruppo.
Bob, 5: Simone Bertazzo ha mostrato il suo talento solo a sprazzi, mentre alle Olimpiadi Giovanili di Innsbruck si è messo in luce il promettente Patrick Baumgartner, capace di aggiudicarsi l’oro. A livello giovanile qualcosa si muove, come dimostra la presenza più massiccia di equipaggi italiani in Coppa Europa. Si sta cercando anche una collaborazione con l’atletica per il ruolo di frenatore. La strada da percorrere, tuttavia, è ancora lunga.
Skeleton, 6: voto attribuito non tanto per i risultati, quanto per i miglioramenti compiuti rispetto alle annate precedenti. Questa, infatti, era la disciplina più in difficoltà per gli sport invernali tricolori, ora non è più così. Maurizio Oioli fa parte ormai in pianta stabile dei primi 15 al mondo, mentre Giovanni Mulassano ha conquistato la prima qualificazione alla seconda manche della carriera. Grazie al progetto FuturFisi voluto dalla Federazione, anche il vivaio sta producendo qualche talento interessante, come dimostra il recente 12mo posto di Mattia Gaspari ai Mondiali juniores.
Pattinaggio velocità, 2: con il ritiro di Enrico Fabris, l’Italia è sparita dalle posizioni che contano di questo sport. I giovani ci sono, sia in campo maschile che femminile, tuttavia dobbiamo dargli il tempo di crescere e maturare con calma.
Short Track, 8: Arianna Fontana (vincitrice della Coppa del Mondo dei 500 metri) e Martina Valcepina hanno reso la nazionale femminile una corazzata di questo sport, anche se l’avvio di questa stagione si è rivelato più complesso rispetto alla precedente. In campo maschile, invece, fondamentale è il ritorno di Yuri Confortola, il quale, oltre ai risultati, può interpretare al meglio il ruolo di chioccia per i più giovani.
Pattinaggio artistico, 8.5: l’oro mondiale di Carolina Kostner su tutti, ma anche la crescita esponenziale di Cappellini-Lanotte nella danza e di Berton-Hotarek nelle coppie d’artistico.
Curling, 6.5: la nazionale femminile ha colto un decimo posto ai Mondiali ed un sesto agli Europei: il sogno Sochi 2014 resta vivo. Tra gli uomini, con il ritiro di Joel Retornaz, l’Italia non è riuscita a tornare in prima divisione a livello continentale.
Hockey ghiaccio, 3: la nazionale italiana maschile è retrocessa in seconda divisione ai Mondiali e, francamente, sembra alquanto arduo sperare in una qualificazione alle Olimpiadi.
federico.militello@olimpiazzurra.com