Seguici su

Rubriche

Pagellone sportivo italiano (seconda parte)

Pubblicato

il

Per leggere la prima parte del pagellone, clicca qui.

Pallanuoto, 8: il Settebello di Sandro Campagna, dopo l’oro iridato di Shanghai 2011, si è confermato ai massimi livelli con l’argento olimpico alle spalle della Croazia. Un gruppo unito e solidissimo, che ha saputo ritrovarsi proprio nel momento più importante dopo un percorso di avvicinamento altalenante. Il vivaio tricolore, inoltre, continua a sfornare giocatori di talento, come dimostra il recente successo ai Mondiali giovanili. Annata dai due volti per il Setterosa: straripante agli Europei vinti in Olanda, sottotono e fuori dalle semifinali ai Giochi di Londra.

Pallavolo, 7: meritato bronzo a cinque cerchi per la nazionale maschile di Berruto, la cui età media lascia ben sperare. Se poi arrivasse, come si vocifera, la convocazione di Juantorena… Delusione enorme, invece, per la selezione femminile, tra le favorite della vigilia con Usa e Brasile, ma clamorosamente eliminata nei quarti di finale dalla Corea del Sud. Il rinnovamento scatterà da Valentina Diouf.

Pentathlon, 6.5: l’oro europeo di Riccardo De Luca aveva illuso, poi gli azzurri sono rimasti piuttosto distanti dal podio alle Olimpiadi. Complessivamente, tuttavia, il settore maschile appare in forte crescita ed il prossimo quadriennio potrebbe essere quello dell’Italia. Tra le donne, invece, siamo molto più indietro e la strada da percorrere più lunga.

Sollevamento pesi, 3: va bene, Mirco Scarantino ha vinto uno storico argento ai Mondiali juniores e si è qualificato ai Giochi di Londra a soli 17 anni. Tuttavia il voto così basso è da attribuire alla gestione di un talento purissimo come Genny Pagliaro, peggiorata di stagione in stagione e non riuscita neppure a strappare un pass a cinque cerchi. Un problema principalmente mentale, ma sperperare una promessa di questo calibro (unica nostra atleta di livello mondiale) di certo non contribuisce alla crescita ed alla diffusione di questo sport.

Pugilato, 7.5: la nostra boxe si è confermata ai vertici mondiali. Tre medaglie olimpiche sono un bottino di tutto rispetto, identico a quello di Pechino 2008. L’argento di Roberto Cammarelle grida ancora vendetta. Mangiacapre la novità più interessante del movimento, mentre Russo potrebbe proseguire fino a Rio 2016. A livello dilettantistico, l’Italia eccelle. Tra i professionisti, invece, arranca da molti anni e vi invitiamo a leggere questo nostro articolo di approfondimento.

Scherma, 9: non tradisce mai. Sette medaglie (1/4 del medagliere azzurro a Londra), di cui tre d’oro. Nel fioretto femminile non abbiamo rivali. Eppure si poteva fare anche di più (ecco il motivo del mancato 10). I fiorettisti, ad esempio, sono mancati clamorosamente nell’individuale, così come la spada (maschile e femminile) non ha portato a casa alcun alloro nonostante le aspettative fossero molto alte. Il pericolo, ora, è che l’esodo all’estero dei nostri maestri possa rafforzare le nostre rivali dirette.

Sport equestri, 6: il Bel Paese, grazie all’astro nascente Valentina Truppa, ha raggiunto per la prima volta un livello di eccellenza nel dressage. La giovane amazzone tricolore sarà una delle nostre punte di diamante tra 4 anni. Nel completo Stefano Brecciaroli e Vittoria Panizzon si sono difesi. Crisi senza fine, invece, nel settore del salto, dove ormai l’Italia recita solo il ruolo della comparsa sulla scena internazionale.

Taekwondo, 9: due azzurri hanno partecipato alle Olimpiadi, Carlo Molfetta e Mauro Sarmiento, e sono arrivati un oro ed un bronzo. Un rendimento straordinario. L’obiettivo, ora, sarà quello di lavorare sulla crescita del settore femminile, magari ripescando l’ancor giovane Veronica Calabrese.

Tennis, 8: media tra gli uomini (7) e le donne (9). Sara Errani è esplosa definitivamente con la finale del Roland Garros e la semifinale degli US Open. La 25enne emiliana, grazie ad una continuità di rendimento spaventosa, occupa con merito la sesta piazza nel ranking mondiale: qualora dovesse migliorare la propria seconda di servizio, potrebbe puntare ancora più in alto. Miglior stagione di sempre anche per Roberta Vinci, capace di approdare ai quarti agli US Open e di installarsi al primo posto nella classifica di doppio insieme proprio alla Errani. In campo maschile non abbiamo delle punte in grado di raggiungere le fasi decisive degli Slam, tuttavia Andreas Seppi a ridosso dei top20 e 6 azzurri tra i primi 100 costituiscono un risultato tutto sommato più che positivo.

Tennistavolo, 1: partecipazione decubertiniana per Weng Lin Monfardini e Mihai Bobocica alle Olimpiadi. A metà anni Duemila eravamo una delle potenze nel Vecchio Continente, ora anche in questo contesto siamo relegati in posizioni di rincalzo. Anche la crescita dei giovani procede troppo lentamente.

Tiro a segno, 9: disciplina rivelazione del 2012. Niccolò Campriani appare ormai come uno dei grandi fuoriclasse dello sport italiano, ma tutta la squadra (con l’argento di Luca Tesconi in primis) ha ben figurato a Londra. Ci si aspettava qualcosa in più tra le donne, in particolare da Elania Nardelli e Petra Zublasing. Dal 2013 cambieranno le regole (clicca qui per scoprire come) e molti dei nostri azzurri potrebbero beneficiarne, a differenza di Campriani (che ha vinto l’oro nella tre posizioni proprio grazie al risultato delle qualifiche).

Tiro a volo, 9: Jessica Rossi ha incantato il mondo con un 99/100 da fantascienza. Vista la verdissima età (20 anni), l’auspicio è che si tratti solo del primo podio olimpico di una lunghissima serie. Il primato è sfuggito a Massimo Fabbrizi solo allo shoot-off, mentre nello skeet, pur non essendo arrivati metalli preziosi, l’Italia ha comunque dimostrato di esserci. Da dimenticare, invece, l’annata del double-trap.

Tiro con l’arco, 9: l’oro olimpico della squadra maschile, soprattutto per il modo in cui è maturato, rimarrà nella storia per sempre. Dopo l’oro iridato del 2011, invece, è mancato l’apporto delle donne, anche se Pia Carmen Lionetti si è resa artefice di una bella cavalcata sino ai quarti di finale nell’individuale.

Triathlon, 6: la crescita di Alessandro Fabian, passo dopo passo, è tangibile, con la top10 mondiale ormai sempre più vicina. A livello giovanile brillano diversi talenti, su tutti l’altoatesino Matthias Steindwandtner. Il salto di qualità, tuttavia, non si è ancora compiuto. Tra le donne, sottotono Anna Maria Mazzetti, pur se l’azzurra è stata sfortunata a Londra con una brutta caduta che ne ha spento ogni sogno di gloria.

Tuffi, 6.5: la malasorte si è accanita con Tania Cagnotto, quarta a Londra sia dal trampolino individuale sia nel sincronizzato con Francesca Dallapé. Noemi Batki, incrementando  il coefficiente di difficoltà dei propri tuffi, possiede le carte in regola per diventare una delle protagoniste mondiali della piattaforma. In campo maschile, invece, il Bel Paese soffre moltissimo in questo frangente ed attende la crescita del talento Giovanni Tocci.

Vela, 4: un’Olimpiade opaca, con zero medaglie e solo qualche buona prestazione, su tutte quelle di Zandonà-Zucchetti nel 470 maschile (quarti) e di Conti-Micol nel 470 femminile (quinte). Non è riuscito l’ennesimo miracolo ad Alessandra Sensini, nona nell’RS:X. Il livello generale appare piuttosto basso, ora è necessario non disperdere i tanti talenti che stanno dominando a livello juniores (clicca qui per approfondimento).

 

federico.militello@olimpiazzurra.com

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità