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Rugby, spazio ad Ambrosini: è il n.10 che l’Italia sogna da anni?

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C’è poco da nascondersi dietro il fatidico dito: l’Italrugby attende da anni, precisamente dal dopo Dominguez, un numero 10 di livello internazionale.
Basta scorrere i nomi delle aperture (e spesso addirittura delle seconde e terze scelte) delle prime 8 nazioni al mondo per capire quanto questo ruolo sia cruciale nel rugby di alto livello e rendersi purtroppo conto di quanto ancora ci manchi per aspirare all’agognato salto di qualità.
Sembra che siano state tentate ormai quasi tutte le variabili possibili senza venirne a capo, dagli anni dove ci si aggrappava ai drop di Marcato, a soluzioni “creative” come l’esperimento Masi, passando per tentativi una tantum o poco più con Gower, fino all’accontentarsi di ciò che, seppur dignitosissimo, passa il convento come i vari Burton, Bocchino, Botes e Orquera, tutti buoni giocatori che però lasciano la coperta sempre un po’ corta.
Dove c’è il passaggio e l’organizzazione di gioco magari manca il placcaggio o il contrario, dove abbiamo un buon utilizzo del piede in campo aperto magari manca la freddezza e la precisione dalla piazzola oppure il coraggio e la fantasia di vedere e buttarsi negli spazi o altro ancora. Insomma, comunque la si voglia vedere, manca sempre il solito centesimo per fare la lira.

Senza caricare il ragazzo di eccessive aspettative, sarebbe però ipocrita nascondere che James Ambrosini sia stato arruolato, ragionando a lungo termine, anche in ottica azzurra.
Importante sottolineare la definizione a lungo termine, lo staff trevigiano è infatti molto attento all’inserimento graduale del giovane italo-australiano che dopo aver assaggiato il freddo delle terre scozzesi ed essere stato chiamato a tappare le enormi falle dovute alle convocazioni azzurre, si troverà ora alla prima vera e propria chance di guidare il (giovane per l’occasione) reparto dei trequarti.
Ambrosini è un classe ’91 cresciuto nell’accademia dei Brumbies e proveniente dai Queenslands Red A, già selezionato per la nazionale under 20 australiana. Chiaramente la sua scelta di giocare in Italia, vista anche l’enorme concorrenza nei Wallabies, è un chiaro indicatore della sua volontà di indossare l’azzurro in caso di chiamata da Brunel.
Le sue poche apparizioni a livello seniores non ci danno indicazioni significative sui punti di forza e di dove invece James debba maggiormente limare i difetti, anche per questo gli occhi di molti saranno puntati soprattutto su di lui nella sfida al Welford Road Stadium.
E’ chiaro che la Heineken Cup non è l’obiettivo primario di stagione degli uomini di Franco Smith e la scelta di impegnarlo domenica, se da un lato è una conferma della volontà di inserirlo senza fretta , dall’altro è comunque un’importante chiamata di responsabilità davanti ad un pubblico dai palati più fini del panorama europeo.
In fondo proprio quello che ci sembra il giusto equilibrio tra il cercare di non bruciare le giovani speranze senza però nemmeno tenerle in naftalina fino a che i vecchi guerrieri non cedano il passo.

 

Danilo Patella

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