Sci Alpino
Sci: azzurre, alla riscossa!
Della squadra maschile di sci alpino, autrice di straordinari risultati in questo avvio di stagione, si è detto (e scritto) in abbondanza. Tuttavia, per avere un quadro completo sullo sci azzurro, è bene dare uno sguardo anche all’altra metà del cielo, al team femminile diretto da Raimund Plancker. La prima parte di 2012-2013, per le nostre ragazze, non è stata purtroppo altrettanto esaltante.
Fin qui, i migliori risultati sono due quinti posti, quelli strappati da Irene Curtoni in gigante ad Aspen e da Daniela Merighetti nella seconda discesa di Lake Louise. Due risultati che, visti singolarmente, sono anche buoni: la valtellinese ha confermato i suoi progressi tra le porte larghe (dopo l’ottavo posto di Sölden), pur con il “solito” errore che l’ha privata di un podio altrimenti certo; la bresciana-un’altra che sbaglia davvero tanto, per sua disperazione-ha fatto una gara al suo livello, che è quello, appunto, delle migliori cinque discesiste al mondo, come già dimostrato nelle passate stagioni. La stessa Dada può avere una buona dose di rimpianti per la prima libera di Lake Louise, terminata in settima posizione con qualche sbavatura di troppo; rimpianti che possono essere condivisi da Denise Karbon, ottava nel gigante d’apertura, con una seconda manche non all’altezza della prima. Ma le altre?
Le altre sono mancate. E’ mancata Federica Brignone, frenata da una fastidiosissima ciste alla caviglia e, forse, anche da un feeling non perfetto con i nuovi materiali, inchiodata a quota zero punti tra gigante e slalom: tutta un’altra Fede rispetto a quella gigantista pressoché perfetta che si vedeva nelle ultime annate. E’ mancata Manuela Moelgg, frenata dai consueti problemi alla schiena: e se non c’è lei, lo slalom azzurro fa ancora più fatica del solito. La finanziera di San Vigilio di Marebbe ha chiuso diciottesima tra i rapid gates di Aspen, dove la stessa Irene Curtoni e una Chiara Costazza rivista a Levi su buoni livelli non sono riuscite a ripetere le prestazioni della Finlandia. E’ mancata Lisa Magdalena Agerer, dominatrice dell’ultima Coppa Europa, appena sufficiente sul Rettenbach, lontanissima ad Aspen, sorprendentemente non convocata per le prove veloci di Lake Louise nelle quali, comunque, avrebbe il posto fisso. E’ mancata Elena Fanchini, troppo distante dalle migliori nelle discese del Canada; sua sorella Nadia, invece, è instancabilmente impegnata in una risalita gradino dopo gradino, che l’ha portata a sfiorare le 15 tra le porte larghe di Aspen. In parte, è mancata Elena Curtoni, troppo a disagio con la scorrevolezza e in difficoltà anche in gigante: non basta, per un talento cristallino come il suo, un undicesimo posto nel superg di Lake Louise.
Si tratta di ripartire. Di mettere a frutto una preparazione estiva che, salvo qualche infortunio, è andata comunque bene, a detta dello stesso Plancker. Di farsi trascinare, perché no, dall’entusiasmo contagioso che avvolge la squadra maschile. St.Moritz chiama, in particolare con il gigante e il supergigante, più che con la supercombinata: sta alle azzurre rispondere.
foto tratta da sciaremag.it
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