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Sci Alpino

Sci: chi sale e chi scende dopo l’America

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La trasferta nordamericana permette di avere, come al solito, indicazioni più precise e complete rispetto a quelle che si ottengono dalle gare “singole” di Sölden e Levi. Soprattutto nel settore maschile, le indicazioni positive sono splendidamente tinte d’azzurro; analizziamo, nel dettaglio, chi sale e chi scende dopo l’ultimo weekend.

Chi sale

Si diceva di azzurri, appunto. Christof Innerhofer e Matteo Marsaglia si sono aggiudicati la discesa ed il supergigante di Beaver Creek, a fronte di pronostici che non li indicavano certo tra i favoriti: il finanziere altoatesino viene infatti da un’estate molto difficile, e lui stesso era il primo ad essere sorpreso dalla sua straordinaria performance di venerdì, semplicemente inavvicinabile sui tratti tecnici e straordinariamente bella anche sui piani; il romano del Centro Sportivo Esercito non era invece mai salito sul podio prima del successo di sabato, frutto di un lavoro costante e progressivo che, negli ultimi anni, lo ha fatto man mano salire a livelli sempre più alti. Comune denominatore di queste vittorie è senz’altro Alberto Ghidoni, allenatore dell’indimenticabile ItalJet di Ghedina, Vitalini, Fattori e Runggaldier, rientrato da quest’anno nello staff dei discesisti, al quale evidentemente ha trasmesso tutta la sua esperienza e le sue conoscenze tecniche. Ma sale, sale splendidamente anche Davide Simoncelli: il terzo posto nel gigante di ieri ha quasi del miracoloso, se si considera il suo drammatico incidente di inizio estate. Subito dietro di lui, un Manfred Moelgg che conferma, una volta di più, la sua rinascita…termine adattissimo a descrivere anche Werner Heel, di nuovo a ridosso del podio nelle discipline veloci. Uscendo da questa, quasi storica valanga azzurra, una citazione la meritano senza dubbio Ted Ligety, uno che ormai ha preso il vizio di “ammazzare” i giganti già dalla prima manche con tempi che ricordano quelli di Alberto Tomba, e ovviamente Aksel Lund Svindal, due secondi e un sesto posto che lo proiettano a quota 400 punti nella classifica generale.
Tra le donne, ce n’è una che ha vinto tre gare su tre nel weekend di Lake Louise, portando a quattordici i suoi successi sulla pista canadese e staccando Vreni Schneider, con 56 vittorie complessive, nella classifica delle plurivincitrici di sempre in CdM: è Lindsey Vonn, ovvero lo sci al femminile degli ultimi anni. Una superiorità schiacciante, per nulla compromessa dallo stop forzato-sul piano della preparazione-generato dal ricovero in ospedale di due settimane fa: il dominio della statunitense è ben esemplificato dalla seconda discesa, nella quale può letteralmente “fermarsi”, per un errore, e andare comunque a vincere con mezzo secondo di margine…su una Stacey Cook, sua compagna di squadra, vera sorpresa del weekend con i suoi due podi. Citazione obbligata anche per una bella rivelazione della seconda discesa, quella Marianne Kaufmann-Aberhalden terza alle spalle delle due americane.

Chi scende

Klaus Kroell non può ritenersi soddisfatto del suo weekend: il miglior velocista della passata stagione entra a fatica nei dieci ed è molto più indietro in supergigante, dimostrandosi ben lontano da Svindal e da quei magici azzurri che hanno davvero dominato le prove veloci. Anche in gigante le delusioni indossano i colori biancorossi, e si riferiscono in particolare a Philipp Schoerghofer, autore di una disastrosa seconda manche, e ad un Benni Raich sempre più “ombra” di quel grande campione che è stato in passato. Tornando alla velocità, va citato anche un Silvan Zurbriggen che sembra sempre più confusionario, drammaticamente distante anche solo dalla zona punti.
Nel settore femminile, appare molto lontana dai suoi standard Lizzi Goergl, che porta a casa un quattordicesimo posto come miglior risultato del weekend. Male anche Andrea Fischbacher, ma la crisi di quest’altra austriaca si protrae ormai da più di una stagione. In casa Italia, l’unico lampo del weekend è stato il quinto posto di Daniela Merighetti in una delle discese, ma al di là di questo i risultati non sono stati molto positivi: non bene, in particolare, Elena Fanchini, la quale, su una pista teoricamente congeniale alle sue caratteristiche, non va oltre due diciannovesimi posti; la camuna è chiamata al riscatto tra St.Moritz e Val-d’Isère.

foto tratta da sansicariocesana.info

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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