Sci di fondo
Sci di fondo: soddisfazioni, queste sconosciute
Il weekend di Quebec era atteso come una manna dal cielo dalla squadra italiana, per dare una svolta alla stagione e per arrivare lanciati ai prossimi appuntamenti, Tour de Ski in primis. Ci si attendeva molto, è inutile negarlo, le premesse per assistere a delle prestazioni di rilievo dei nostri sprinter c’erano tutte. A partire dalla (discutibile) decisione della FIS di piazzare la doppia trasferta canadese – tra una settimana si va a Canmore – praticamente a ridosso della “corsa a tappe” sciistica, che ha indotto molti big a disertare le due sprint, lasciando spazio ad eventuali outsider, tra cui gli italiani, appunto. Tra l’altro si gareggiava nell’amato skating, quindi non sarebbe stato utopistico vedere un Hofer o un Pellegrino a lottare con i migliori, magari per un posto sul podio.
Il fondo italiano, però, di soddisfazioni vere e proprie sembra non volerne regalare e nella città francofona è arrivata l’ennesima conferma. E gli alibi, questa volta, scarseggiano. Gli uomini più attesi, i due sopraccitati, hanno incredibilmente toppato, sia nell’individuale che nella staffetta, eppure la forma smagliante di David Hofer avrebbe dovuto dire ben altro. La coppia con Federico Pellegrino era potenzialmente da podio o quantomeno da finale, ma i due si sono dovuti accontentare di un amarissimo 14° posto, ergo esclusione in semifinale. L’aostano probabilmente ha risentito del leggero fastidio alla spalla accusato una settimana fa e non è arrivato all’appuntamento nella condizione adatta, mentre per il 29enne di Brunico i progressi evidenziati sulla distanza sembrano aver pesato sul suo spunto veloce, limitandolo di fatto.
Una gara a squadre talmente opaca, poi, non poteva che riflettersi sull’individuale, dove già dalle qualificazioni entrambi sono sembrati in difficoltà (28° Pellegrino, 30° Hofer). Difficoltà sfociate in due ultimi posti nei rispettivi quarti di finale, a completamento di un fine settimana nero per i due talenti azzurri. Paradossalmente, quella che doveva essere l’Italia II si è rivelata più forte e tenace della presunta Italia I, tanto da arrivare a giocarsi il podio. Stiamo parlando di Fulvio Scola e Fabio Pasini, sicuramente non la coppia da cui ci si aspettava l’esito migliore. Il veneto ed il bergamasco hanno sorpreso positivamente e forse avrebbero meritato qualcosa in più del 6° posto finale. Peraltro, Scola è risultato anche il primo classificato nell’individuale, con il 15° posto. Sfortunato invece Pasini, uscito nelle qualificazioni per una caduta.
Nemmeno in campo femminile, inoltre, non si intravedono barlumi di speranza, visto che il miglior piazzamento è stato di Gaia Vuerich, 15esima. Fuori nelle qualificazioni Greta Laurent e Elisa Brocard, eliminate precocemente anche nella staffetta. In particolare, la Brocard ha reso meno delle sue possibilità, ma la dovremmo vedere nelle posizioni “nobili” della classifica più avanti nel calendario.
Insomma, Quebec City è da accantonare al più presto. L’ottimismo che trapelava alla vigilia è stato letteralmente spazzato via e a Canmore, tra una settimana, difficilmente qualcosa potrebbe cambiare. Non ci resta che aspettare il Tour de Ski e, a febbraio, i Mondiali in Val di Fiemme, unica vera ancora di salvezza per una stagione ancora una volta destinata all’anonimato.
daniele.pansardi@olimpiazzurra.com