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Sport italiano: un 2012 da 7 in pagella
Il 2012 volge al termine e, come sempre in questo periodo, è tempo di bilanci. Lo sport italiano può certamente sorridere per un’annata positiva, anche se, come sempre, si sarebbe potuto fare molto meglio.
L’Italia non ha tradito nei grandi eventi e merita un bel 7 in pagella. Le Olimpiadi di Londra 2012 hanno consacrato il Bel Paese per la quinta volta consecutiva tra le prime 10 del medagliere, con un incremento di un podio (28) rispetto a Pechino 2008. L’ottavo posto finale testimonia un movimento sportivo di eccellenza, anche se accentua i rimpianti per un bilancio che sarebbe potuto essere addirittura sontuoso. Solo una parte dei nostri favoriti, infatti, hanno rispettato le attese della vigilia: stiamo parlando ovviamente del fioretto femminile e maschile nella scherma (anche se gli uomini hanno fallito nell’individuale), Daniele Molmenti nella canoa, Niccolò Campriani nel tiro a segno e Jessica Rossi nel tiro a volo (questi ultimi due sono stati eletti atleti azzurri dell’anno da Olimpiazzurra, clicca qui per le classifiche complete). Lo stesso Carlo Molfetta, se non in pole-position, faceva comunque parte della ristretta cerchia di atleti in grado di puntare all’oro nei pesi massimi del taekwondo. All’appello, tuttavia, troviamo diversi assenti. In primis il nuoto, dove Federica Pellegrini e Fabio Scozzoli, due delle nostre punte principali nella spedizione d’Oltremanica, sono rimasti ben distanti dai consueti standard di rendimento. Proprio il nuoto, nel complesso, si è rivelato lo sport che più a deluso in termini di rapporto potenzialità/rendimento espresso. In pochi lo hanno sottolineato, ma anche dalla vela non è arrivato l’apporto sperato: neppure l’eterna Alessandra Sensini è riuscita ad impedire lo zero alla voce medaglie. Deludenti anche le prestazioni di atletica (con il caso-Schwazer che resterà per sempre una macchia per lo sport italiano), canottaggio (con la contraddizione dell’argento vinto da Sartori-Battisti, equipaggio allenatosi al di fuori dello staff tecnico federale), ciclismo su strada (compiuti vistosi errori tattici) e, soprattutto, pallavolo femminile: la nazionale di Barbolini appariva come una delle migliori della storia azzurra, eppure, ancora una volta, si è arenata nei quarti di finale contro la modesta Corea del Sud.
Insomma, potremmo riassumere le Olimpiadi di Londra con una metafora: certamente abbiamo partecipato ad un ottimo banchetto, tuttavia sono mancati un buon vino ed il dessert. L’auspicio è che politici e dirigenti diano finalmente attuazione ad una riforma strutturale del sistema scuola, che attualmente ci vede agli ultimi posti nel mondo (clicca qui per approfondimento).
Come dicevamo, è stato un anno da 7, ma sarebbe potuto essere anche da 9 senza qualche secondo posto di troppo. Ci riferiamo ovviamente agli Europei di calcio ed al Roland Garros femminile. Nel primo caso la nazionale di Prandelli ha certificato che il cambio generazionale è in pieno atto, con la parentesi del pessimo Mondiale 2010 ormai alle spalle. Nel secondo, invece, Sara Errani si è consacrata come una delle migliori interpreti attuali della terra rossa, incontrando solo nella potente Maria Sharapova un ostacolo insormontabile. Sia per gli azzurri del pallone sia per Sarita, tuttavia, le prospettive di crescita sono decisamente importanti.
Tra i successi più belli di questo 2012, inoltre, ricordiamo anche lo storico titolo iridato di Carolina Kostner nel pattinaggio artistico e i trionfi europei della nazionale di baseball, del pentathleta Riccardo De Luca e della nazionale femminile di pallanuoto (la quale, in seguito, non ha brillato ai Giochi).
Per un approfondimento più dettagliato su ogni singola disciplina, vi rimandiamo al pagellone dei prossimi giorni.
federico.militello@olimpiazzurra.com