Pallavolo

Volley, cosa cambierebbe con un nuovo sistema di punteggio?

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Settimana scorsa abbiamo parlato dell’idea del club polacco PGE Skra Belchatow di testare un nuovo sistema di conteggio punti (clicca qui per leggere l’articolo).

Ripetiamo che quella del Belchatow è solo una pensata e che verrà usata solo in un match d’esibizione a fini benefici (campagna promozionale in favore dell’Unicef) il 16 dicembre contro la Polonia di coach Anastasi. La proposta non è allo studio di CEV e FIVB (Federazione Europea e Federazione Mondiale del volley), ma chissà che in un futuro… Sarà difficile, ma noi ci premuniamo e analizziamo un po’ più da vicino.

 

Cosa cambierebbe giocare nove set a 15?

Tanti hanno detto che un incontro con queste regole durerebbe molto più di adesso. Questo vale soprattutto per gli incontri molto combattuti. Oggi un match tirato al tie break necessita di circa 130 minuti: contando che per ogni set si giocano come minimo una media di 45 punti fanno circa 200 scambi totali. Il nuovo conteggio implicherebbe, invece, una media molto plausibile di 27-28 punti a set che moltiplicati per nove darebbero una cinquantina di scambi in più a partita. Il problema rimarrebbe anche per gli incontri di breve durata: un 3-0 da 130 punti totali è ben diverso da un 5-0 dominato.

La rivoluzione principale riguarderebbe il doppio vantaggio. Ad oggi sono necessarie due lunghezze di margine sull’avversario per aggiudicarsi un set. Col nuovo sistema non sarebbe più così: il primo che arriva a 15 punti vince (in caso di 15-15 conquista il gioco che segna il sedicesimo punto). Quindi si eliminerebbero le lunghissime trafile di set point annullati, di incontri ribaltati, non si rischierebbe più di arrivare a fantasmagorici punteggi oltre i 30. Il fascino del “chi schiaccia palla a terra per primo vince”, quel bisogno primordiale che da bambini avevamo nella “ultima azione” è qualcosa di insuperabile: lo spettacolo e la combattività che si avrebbe sul 15 pari possiamo solo immaginarlo. Certo verrebbe snaturata una delle regole principali della pallavolo: quella che prevede il break obbligatorio.

 

Passiamo alle noti dolenti, soprattutto dal punto di vista tecnico e psicologico. Una squadra sotto 3-0 e 4-0 che motivazioni avrebbe nel proseguo dell’incontro? Sa già che è praticamente impossibile rimontare una china del genere, molto più ardua di un 2-0 odierno dove, conquistando un set, si rimette poi tutto in discussione. Ne calerebbe lo spettacolo e l’interesse agonistico. Certo a quel punto si potrebbero provare alcuni cambi e alcuni nuovi schemi, ma crediamo che per questo ci siano già altre sedi opportune.

E nella pallavolo moderna che richiede molti (forse troppi incontri), in cui si gioca ogni tre giorni (basti guardare Trento in questo inizio stagione, che riposerà per la prima volta solo settimana prossima), sobbarcarsi qualcosa in più sarebbe logorante dal punto di vista fisico e ci sarebbe anche un rischio maggiore di infortuni (calcio docet).

 

La rivoluzione del rally point ha portato i benefici sperati perché ha garantito maggior visibilità e comprensione (chi segna fa punto, senza guardare se si aveva il servizio o meno), oltre ad accorciare gli incontri. L’interesse televisivo è aumentato e i risultati sono arrivati. Con questo sistema sarà difficile. Unica cosa positiva? Le pause tra i set ovviamente aumenterebbero e quindi i broadcaster avrebbero più spazi pubblicitari da offrire ai propri clienti per la pubblicità… Come sempre: money, money, money…

Il 16 dicembre passi: per l’Unicef questo e altro. Anzi ben vengano altre esibizioni con questo sistema se si tratta di beneficienza. Ma non diventi la regola di competizioni ufficiali. Lo chiede la pallavolo, lo chiedono i giocatori, lo chiedono i tifosi.

 

stefano.villa@olimpiazzurra.com

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