Atletica
Atletica, Fabrizio Donato e un triplo sempre esplosivo
Fabrizio Donato trovava nel 2012 l’anno che aveva aspettato per tutta la propria carriera. A trentasei primavere sul groppone, riusciva a scacciare gli infortuni che avevano funestato un talento immenso e si prendeva il lusso di salvare la bandiera dell’atletica leggera italiana ai Giochi Olimpici. Il suo bronzo nel triplo è ancora impresso nella memoria degli appassionati, come il bellissimo oro agli Europei di Helsinki, il quarto posto ai Mondiali indoor, il successo in Diamond League a Zurigo, i tanti balzi di ottima fattura che si sono distesi per tutta la stagione tra cui il spicca indubbiamente il 17.63 (purtroppo ventoso) ottenuto in Finlandia.
Cosa dobbiamo aspettarci allora dall’anno cominciato ormai da un mese? Il laziale è motivatissimo a continuare su questa riga. Servirà innanzitutto gestire i gli acciacchi, contenere i dolori a gambe e schiena che sono la causa principe dei troppi stop.
Non dovrà poi smettere di divertirsi facendo atletica: è questa la molla che l’ha spinto per vent’anni, è il vedere la disciplina come una passione, come uno sfogo, come un divertimento. Proprio in questi fattori si riesce a trovare la motivazione per arrivare ai grandi risultati.
Dal punto di vista tecnico non veniamo certo a fare le pulci ad un atleta così navigato. Quanto ci piacerebbe, però, se perdesse quel vizio di voltare la testa durante il volo per capire a quanti metri sta volando. Su rincorsa e stacco, invece, siamo già sicuri che ci sta parecchio lavorando con coach Pericoli che lo segue ormai da una vita. Parte sempre lontanissimo e crediamo sia assolutamente un’ottima cosa.
Quarto comandamento: continuare a credere in se stesso e nelle proprie possibilità. Vogliamo che continui ad essere la nostra super cavalletta, quella che ci fa tanto sognare.
Fondamentale sarà la concorrenza degli altri fenomeni della specialità. Fabrizio per diverse primavere non ha avuto alle proprie spalle dei competitor all’altezza tra le mura amiche. Ora, però, Daniele Greco, giovanissimo, grande promessa su cui investire, quarto a Londra, gli da filo da torcere (gli ha pure soffiato il titolo Assoluto) e che lo potrebbe stimolare a migliorarsi ulteriormente. La competizione e la concorrenza portano sempre ottimi risultati.
Fabrizio è un po’ come il vino d’annata: più passano gli anni, più è buono. Speriamo che non si arrabbi. Col Vizzo è il veterano dell’atletica italiana che sta provando a risorgere con dei giovanissimi, partendo da una super Trost che ieri è diventata la terza azzurra di sempre a superare i 2 metri (cliccate qui per vederla).
Obiettivi concreti? Come prima cosa cercare la conferma agli Europei indoor di inizio marzo: dovrà difendere l’argento conquistato a Parigi 2011 (quando si spinse a un favoloso 17.73, primato nazionale al coperto). Poi inizierà la lunga stagione outdoor col viaggio verso i Mondiali: cercherà l’alloro che gli manca, per cercare uno storico slam.
Soprattutto, però, tenterà l’assalto al record italiano. Quel 17.60 che proprio lui fece registrare a Milano nel 2000 e che lo inserì, ai tempi, tra le grandi promesse. Ora è ormai una realtà e ritoccare quel balzo fatto ormai tredici estati fa sarebbe come mettere la ciliegina sulla torta di una grande carriera.