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Artistica

D Score col nuovo codice/3: il volteggio di Yamilet

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Abbiamo analizzato i migliori esercizi a trave (cliccate qui per leggere l’articolo) e corpo libero (cliccate qui per saperne di più) utilizzando il nuovo codice dei punteggi che sarà in vigore fino alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016.

Oggi trattiamo il volteggio, l’attrezzo che indubbiamente ha subito i maggiori cambiamenti nella riscrittura delle “regole”. Fino alla passata stagione la tavola forniva spesso le valutazioni più alte del panorama ginnico, ma ora difficilmente continuerà la tradizione.

Primo motivo: la difficoltà di diversi elementi è stata declassata. A farne maggiormente le spese è stato il sempre apprezzato Amanar, passato da6.5 a 6.3 punti, proprio quello tanto amato dalla campionessa mondiale McKayla Maroney che le consentì di fare il vuoto nella finale a squadre. Chissà che molte ginnaste di primissima fascia non lo abbandonino.

Secondo motivo: è cambiata la formula per il calcolo del punteggio. Nelle finali di specialità, infatti, ogni ginnasta svolge due salti. A Londra si sommavano lo score totale del primo esercizio e quello del secondo e poi si faceva una semplice media matematica tra i due valori. Nel quadriennio appena iniziato, invece, si farà la media dei due D Score che verrà poi diminuita degli eventuali decimi di penalità comminati all’atleta durante l’esecuzione (E Score).

 

Vi abbiamo sempre proposto i punteggi di partenza più alti per ogni specialità: manteniamo la promessa anche in questo caso. La top in circolazione è Yamilet Peña Abreu, ragazza di colore della Repubblica Dominicana, che ha disputato anche la finale di specialità a Londra (potete vedere la sua prova cliccando qui). Solo lei porta in gara il difficilissimo Produnova, presentato dalla grande sovietica Elena ai Mondiali del 1999 (per vederlo svolto da lei cliccate qui; precisiamo che la nordcoreana Choe lo presentò alle Olimpiadi di Mosca 1980 ma cadde durante l’esecuzione), ancora oggi di difficile comprensione ed esecuzione per molte. Questa evoluzione regala un pazzesco 7.00 di D Score (in precedenza valeva addirittura 7.1), il più alto di tutti i volteggi riconosciuti. Il codice dei punteggi la inserisce nel secondo gruppo (di cinque) dei movimenti il quale è caratterizzato da salti aventi: ribaltamento avanti (con o senza avvitamento) nel primo volo, salto avanti o indietro (con o senza avvitamento) nel secondo volo.

 

Si parte con la rincorsa, ci si mangia i 25 metriad altissima velocità per avere parecchia potenza al momento della ribaltata in avanti, di posare entrambe le mani sulla tavola, prima di volare il più in alto possibile. Qui arriva il difficile perché bisogna eseguire un doppio salto raccolto in avanti e cercare di atterrare nel miglior modo possibile, contando che quando si è in aria si può anche perdere l’orientamento con tutti quei “giri”. È la parte in cui la Peña fatica parecchio, visto che cade spesso oppure esce con i piedi dal tappetino o piega eccessivamente le ginocchia: la valutazione dell’esecuzione ne risente, ma viene appunto ripagata dall’elevato punteggio d’ingresso. Un applauso al suo immenso coraggio: va apprezzata perché non è da tutte presentare un’evoluzione del genere. Anzi, nella storia dell’artistica, solo la Produnova (ovviamente) e la Choe ci avevano provato in gara (prima di Yekaterina Tsvetkova all’ultima Voronin Cup). In allenamento, invece, i tentativi comprovati da video sono diversi: tra le altre Fadwa Mohamed e Mai Murakami.

Cliccate qui per vedere un bel montaggio ad opera di Ester Vicentelli che riassume tutto quello che abbiamo cercato di esprimere a parole.

 

E le italiane? Beh citiamo assolutamente la nostra Erika Fasana, che si è sempre ben espressa all’attrezzo, già dal Test Event dell’anno scorso che le aprì le porte delle seniores. Il suo Yurchenko doppio avvitamento è rimasto invariato: ancora 5.8 punti di D Score che sono sempre una bella base di partenza.

 

stefano.villa@olimpiazzurra.com

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