Sci Alpino

Hahnenkamm, l’ultima combinata

Pubblicato

il

L’Hahnenkamm è la montagna che, dall’alto dei suoi 1712 metri, sorveglia Kitzbühel. Il nome di questa vetta indica, sin dal 1931, uno dei trofei più ambiti dagli sciatori, quello della  combinata di Kitz composta, come da tradizione, dalla discesa del sabato sulla Streif e dallo slalom della domenica sulla Ganslern.

Tuttavia, anche questo pezzo di storia dello sci potrebbe presto venir compromesso. Com’è noto, a partire dal 2006, la combinata alpina “classica” è stata gradualmente sostituita dalla supercombinata, una gara a sé stante composta da una discesa più breve e da una sola manche di slalom. Questo perché si pensava che la combinata classica favorisse gli slalomisti; effettivamente, guardando l’albo d’oro dell’Hahnenkamm, gli specialisti dei paletti stretti la fanno da padroni, da Gustav Thoeni sino ad Ivica Kostelic (vincitore delle ultime tre edizioni), per quanto in alcuni casi la vittoria sia andata a specialisti delle prove veloci (Michael Walchhofer nel 2003) o ad atleti, come i campioni norvegesi Aamodt e Kjus, che si difendevano meglio in velocità piuttosto che sui rapid gates.

Comunque, la supercombinata, pubblicizzata dalla FIS come una novità rivoluzionaria e spettacolare, non piace quasi a nessuno. Anzitutto, il livello di competitività di questa disciplina, soprattutto nel settore maschile, è davvero basso: basti pensare che, tra i primi 30 della start list (come si è visto a Wengen), ci sono sciatori che nelle discipline tradizionali fanno fatica a classificarsi tra i primi 45-50. Anche per questa ragione, la spettacolarità viene meno; in più, per quanto si sia lasciata una sola manche di slalom al posto delle due, gli slalomisti risultano ancora avvantaggiati, perché la stessa libera viene spesso mutilata delle sue parti più spettacolari. Non piace ai tifosi, dunque, ma è anche difficile trovare un atleta o un tecnico che la apprezzi; eppure, i punti messi in palio dalla SK sono spesso pesanti…e le medaglie a Mondiali e Olimpiadi valgono esattamente quanto le altre.

Il problema di fondo è che la federazione internazionale, quasi sempre, prende queste decisioni “rivoluzionarie” senza consultare minimamente gli addetti ai lavori; la stessa cosa è successa, ad esempio, per i team event, un’altra disciplina che molti atleti faticano a digerire.  Così facendo, nel tentativo di modernizzarsi, si ottiene in realtà l’esito opposto: lo sci perde di spettacolarità, per certi versi anche di “sacralità”, se si vanno a toccare istituti storici come la combinata di Kitz. Molto probabilmente, dalla prossima stagione anche questo trofeo dovrà adattarsi alla moda imperante della supercombinata: sarà quasi impossibile, ma…Dio ci preservi l’Hahnenkamm.

foto tratta da croatia.org

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version